3:10 pm.
Dov'è Luke?
3:15 pm.
Sta arrivando.
3:30 pm.
C'è qualcosa che non va.
Kira, immersa nei suoi pensieri, non faceva altro che andare avanti e indietro per la sua stanza guardando freneticamente l'orologio. In quel momento perse ogni speranza. Stava aspettando invano, non sarebbe tornato, proprio come otto anni fa. Ma perchè continuava col suo sporco gioco? Perchè giocava con i suoi sentimenti? Se lo meritava?
Prese comunque il suo telefono, voleva assolutamente delle spiegazioni. Fece partire la chiamata e il suo cuore batteva più veloce ad ogni squillo.
Luke vide il nome della ragazza sul suo telefono, ma non rispose. Non sapeva cosa dirle, come dirglielo. Non sapeva come avrebbe reagito, nè cosa sarebbe successo l'indomani e i giorni a venire. Voleva solo continuare a piangere nell'angolino di camera sua, i suoi occhi ormai erano rossi e irritati, la sua maglietta inzuppata di lacrime e i capelli scompigliati. Le sue mani, poi, erano ricoperte di tagli. Aveva messo sottosopra tutto, ma non gli importava. Niente poteva fargli provare dolore come lo stava facendo in quel momento il suo cuore. Lui non poteva fare nulla, non poteva mettere a rischio lei. Lei che è stata l'unica ragazza ad aver amato in vita sua.
«Cristo Luke, perchè non rispondi!» gridò, lanciando poi successivamente il telefono contro il muro, accasciandosi a terra. Non aveva neanche la forza di piangere. Qualcosa era cambiato in lei. Da quel giorno, quando lui se ne andò, imparò a non soffrire più così tanto per qualcuno, anche se lui era il suo punto debole e riusciva sempre a farle provare emozioni di ogni genere.
Ormai Kira provava solo il vuoto in queste situazioni.
-
Dopo qualche oretta, alla porta di Kira bussò Sean. Ovviamente era venuto solo per godersi quel che era la sua vittoria, aveva portato a termine la prima parte del piano e ora, man mano, avrebbe continuato con i suoi loschi sotterfugi.
La ragazza si alzò dal divano e andò ad aprire, senza un briciolo di sorriso o emozione sul suo volto.
«Ciao piccola, come stai?» la avvolge tra le braccia, prendendola per i fianchi e sorridendole dolcemente, da persona falsa qual era.
«Bene, solo un po' stanca.» erano bravi attori, entrambi. Ricambiò l'abbraccio per poi scansarsi facendolo entrare in casa. Lui fece un sorriso quasi maniacale senza farsi notare.
«In effetti si vede, ero venuto a farti visita, ma se disturbo posso andare via. O magari prepararti qualcosa di caldo, che ne pensi?»
«Scusami tanto, sei carino a chiedermelo ma non ho neanche fame. Adesso vado a riposarmi» sorrise leggermente stringendosi nelle spalle, guardandolo e dondolandosi sui piedi.
«D'accordo, ma ricorda amore mio che ti amo da morire e se qualcuno prova a portarti via da me, quel qualcuno muore» ridacchiò alla fine, ma se solo Kira avesse saputo che era tutt'altro che ironia, avrebbe saputo già come comportarsi. Era molto intelligente.
Non disse nulla, lo guardò solo con i brividi su tutto il corpo.