Per tutta la notte Kira rimase sveglia, senza chiudere occhio. Passò tutto il tempo sul letto a fissare il soffitto e farsi migliaia di domande, ma trovando nessuna risposta plausibile. In questo momento provava rabbia, paura, diffidenza, stanchezza. Di sicuro, aveva bisogno di allontanarsi da lì e staccare la spina per un po'. Non avrebbe lasciato nessuna traccia di lei, niente di niente.
Inoltre, era molto delusa e sconvolta dal comportamento di Sean, si era trasformato completamente in un'altra persona, a tal punto da non riconoscerlo quasi.
Perchè alla fine in un modo o nell'altro era lei quella a venire ferita?
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Luke invece riuscì a prendere sonno, beh, un sonno piuttosto tormentato. Si lamentava, divenne tutto sudato e continuò a rigirarsi nel letto irrequieto per un bel po', fino a quando non si svegliò di soprassalto, col respiro irregolare e con gli occhi rossi e pieni di paura.
Si passò le mani sul viso.
Aveva una grande voglia di andare da Kira e abbracciarla soltanto, sentire il suo profumo e proteggerla.
Era l'unica che riusciva a calmarlo.
Fece per alzarsi, ma si bloccò subito per paura che Sean sarebbe venuto a saperlo. Certo, era notte fonda e poteva anche rischiare, ma con un pazzo come lui intorno c'era sempre da tenere la guardia alta.
E Kira non gli avrebbe permesso di avvicinarsi, in ogni caso.
Sospirò e buttò la testa all'indietro esasperato, per poi prendere il telefono e mandare un messaggio ai suoi due migliori amici, Michael e Niall.
A: Mike, Niall.
So che è tardi e probabilmente starete dormendo, ma magari, avreste voglia di venire un po' a casa mia?
[inviato, 3:45am - 25/03/2024]Da: Mike.
Cazzo Luke, stavo giocando alla play, mi devi un favore. Arrivo.
[ricevuto, 3:47 - 25/03/2024]-
Dopo neanche un quarto d'ora, Michael bussò alla porta di Luke, e quest'ultimo andò subito a ospitare l'amico tanto fidato, che subito capì, con un solo sguardo, che stava davvero di merda.
"Amico mio, io e te abbiamo tante cose da raccontarci" posò una mano sulla spalla del biondo, il quale sospirò e abbassò lo sguardo, sul punto di piangere.
Quel ragazzo era letteralmente a pezzi.
Michael lo attirò in un abbraccio, prima di entrare in casa. Luke strinse la sua maglietta nei pugni, lasciando cadere qualche lacrima di disperazione, silenziosamente. Strizzò gli occhi stanchi e rossi, e rimase attaccato all'amico per qualche secondo, come se fosse l'unico che potesse aiutarlo a non arrendersi, in quella situazione alquanto assurda.
Il maggiore guidò Luke sul letto, sedendosi accanto, guardandolo poi, con un velo di preoccupazione e dispiacere, nel vedere il suo “fratellino” - era così che Michael lo considerava, d'altronde erano amici da una vita e avevano condiviso i momenti peggiori e migliori della loro vita, ognuno si fidava dell'altro e si sarebbero sempre coperti le spalle a vicenda, senza essere sfiorati dal minimo pensiero di tradirsi - in quello stato.
"È tutto uno schifo Mike-" prese di nuovo la parola Luke, alzando finalmente lo sguardo verso il ragazzo al suo fianco "e io non so se potrò rimanere mentalmente sano ancora per molto."
"Beh, io ti ho sempre detto che eri troppo serio per i miei gusti" le labbra di Michael si curvarono in un mezzo sorriso, privo di malizia, cercando di ironizzare e alleggerire un po' l'atmosfera diventata ormai pesante e oppressante.
Poi continuò.
"E adesso vediamo di risolvere questo fottuto problema"