Primo giorno

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Sofia

La sveglia suonò rumorosamente e come al mio solito la mia voglia di andare a scuola era pari a zero, con un movimento veloce cercai di bloccare la sveglia che però finì per cadere e rompersi in mille pezzi " Cominciamo bene" esclamai.
Mi alzai evitando di calpestare i resti dell' orologio e mi diressi verso il bagno per lavarmi i denti e il viso, decisi l'abbigliamento che avrei indossato per il primo giorno di liceo e optai per una felpa nera con scritta in bianco Adidas, dei pantaloni a vita bassa larghi e per finire delle converse bianche.
Mi infilai lo zaino e scesi a salutare mia madre, saltai come al solito la colazione e mi avviai verso la fermata dell'autobus
non ci volle molto tempo che l'autobus giunse alla fermata e come una freccia andò tutto spedito verso scuola.
Arrivata alla meta mi accorsi che erano solo le 7.45 e pensai che era troppo presto, l'autobus ci impiegò meno di quanto pensassi e quindi decisi di infilarmi le cuffiette e di ascoltare la musica e rilassarmi. La solitudine e il soffio del vento mi fecero affogare nei miei pensieri oramai intenti a contemplare il cielo, quando all'improvviso la presenza di una figura si fece sempre più vicina a me.

Caterina

Era il mio primo giorno di insegnamento in un'altra scuola e mi sentivo abbastanza nervosa, per tutta la notte non chiusi occhio.
Appena mi "svegliai" mi vestì con gli abiti preparati il giorno prima per evitare di perdere tempo e la mia scelta cadde in una camicetta bianca infilata dentro ai pantaloni neri, attilati il giusto e dei tacchetti rossi poco alti per muovermi comodamente.
Scesi le scale per recarmi in cucina a fare colazione, andai in bagno per lavarmi i denti ed infine mi avviai verso la macchina per dirigermi a scuola.
Avevo sempre adorato i ragazzi per il loro modo di pensare, d'interagire, di sognare, le loro menti ed era per questo che avevo scelto e adoravo questo lavoro, cercavo sempre di creare un rapporto piacevole con i miei alunni e ci ero sempre riuscita, tutte le volte, e di ciò ne andavo molto fiera. Non ho mai avuto preferenze tra alunni ma quelli straffotenti e provocatori o che si credono superiori agli altri non mi erano mai andati a genio, ma tuttavia avevo sempre cercato di avere pazienza ed essere buona. Anche se non avevo mai trovato un'alunna che mi potesse mettere davvero in difficoltà, me ne erano capitati pochi ribelli nella mia vita e quei pochi non mi avevano creato grandi problemi.
Giunta a scuola osservai il mio orologio e per mia sopresa ero in anticipo ' avrò il tempo di sistemare le mie robe ed esaminare la scuola con tutta calma ' pensai cercando un parcheggio nei paraggi e trovandolo poco dopo.
Scesi dalla macchina e chiusi lo sportello, mi avviai verso il cancello e con mia grande sorpresa vidi una ragazza appoggiata al muretto con il volto coperta dai capelli.
Mi avviai verso di lei piano ma percepì subito la mia presenza, con una mano si spostò leggermente i capelli così che potessimo incrociare i nostri sguardi e quando entrai in contatto con i suoi occhi notai a primo impatto uno smeraldo accecante, un'immensa natura brillante. Aveva due occhi bellissimi di un verde con varie sfumature e tonalità di accenti più scuri e più chiari, non avevo mai visto degli occhi così belli.
Mi accorsi che oltre al suo sguardo così profondo e pungente il suo volto era furbo, di chi sapesse il fatto suo, eccenò un lieve sorriso che captai all'istante ma non ebbi il tempo di pergerle un saluto che venni preceduta da una fragorosa risata, seguita da un lieve sorriso, proveniente dalla sua bocca lasciandomi molto confusa.

Sofia

Con un gesto lento mi spostai leggermente i capelli da un lato e analizzai la figura davanti a me: era una donna alta, magra, capelli biondi e mossi, che mi guardava con occhi sorpresi.
Incrociai il suo sguardo e notai subito i suoi occhi, aveva due oceani bellissimi di un azzurro cristallino, in cui ci potevi affondare e non risalire più, la anlizzai da capo a piedi e mi accorsi che era molto giovane per essere una professoressa, mi soffermai sul suo viso e non potei negare che fosse una bella donna ma in quel momento la mia attenzione fu catturata da un'altra cosa.
Senza accorgemene una fragorosa risata si formò sulla mia bocca guardando i rimasugli della presunta colazione presenti attorno alla sua bocca e la donna davanti a me, dapprima con volto sereno, ora era solo sorpreso confuso
"Perché ridi" esclamò adirata di getto "Prima di scendere si è guardata alla specchio" risposi ridacchiando con tono straffotente "Perché cos'ho di strano per farti ridere così tanto?!" controbattè veloce, sembrava irritata dalla risposta che le dissi e questo mi divertì maggiormente,
decisi quindi di punzecchiarla un po'

Caterina

Quando le chiesi il motivo della sua risata, la ragazza di fronte a me mi rispose in modo straffotente facendomi irritare ancor di più, le rischiesi il motivo delle sue risate guardandola dritta negli occhi " Si guardi o si tocchi e si dia delle risposte" rispose con un sopracciglio alzato e un mezzo sorriso.
Mi toccai il volto e mi accorsi che avevo delle bricciole, molto probabilmente i resti della mia colazione, rispondendo così alla mia domanda tanto attesa e motivo delle sue  tante risate.
Con un gesto veloce presi dalla borsa un fazzoletto e mi pulì per bene il volto togliendo le briciole della colazione e tutto questo sotto il suo sguardo divertito
"Pensavo che non se ne sarebbe più accorta, chissà cosa sarebbe successo se avesse incontrato un professore e non me?" disse divertita ridendomi in faccia con sfrontatezza e facendomi irritare sempre di più "Di sicuro non mi avrebbe riso in faccia come hai fatto tu ma sarebbe stato più educato" risposi irritata cercando di rimanere calma " Peccato che io sono io" disse infine prima di distogliere il suo sguardo su di me e rimettersi le cuffie. La guardai un'ultima volta con sguardo storto prima di varcare il cancello ed entrare all'interno della struttura.
Entrando osservai la scuola e mi piacque all'istante, mi diressi verso l'aula insegnanti e sistemai la mia roba con ordine e meticolosa cura e nel sistemare il mio sgurdo si spostò senza volerlo verso la finestra che mostrava il cancello. Potei riconoscere immediatamente, con mia sfortuna, la sagoma della ragazza di prima ancora appogiata al muretto e con sgaurdo ancora divertito e compiaciuto, le mandai un'occhiataccia ma essendo rivolta di lato e concentrata da un'altra parte non potè riceverlo del tutto ' se tutti dovessero essere come lei sarà un'incubo" pensai irritata rilasciando un sospiro di insoddisfazione ' la tipica ragazza straffotente che mi causerà vari problemi' pensai ancora con modesta irritazione e sperando di non averla come mia alunna. I pensieri dentro di me vennero all'improvviso interotti quando entrò all'interno dell'aula un uomo.
Lo osservai e notai che aveva la mia stessa età era alto, bello, occhi marroni e capelli biondi " Lei è la signorina Gren giusto? Sono venuto qui e consegnarle la scheda delle sue classi e gli orari" disse porgendomi la scheda con attenzione "Grazie e lei sarebbe.." chiesi gentilmente però leggermente confusa "Ah è vero che lei è nuova e non mi conosce, io sono il preside di questa scuola piacere di conoscerla" disse presentandosi educatamente e porgendomi la mano come segno di amicizia, la strinsi con fermezza, con mano ben salda e poco dopo mi presentai anch'io. Chiacchierammo del più e del menomare per rompere il ghiaccio per poi infine dirigersi verso la porta dell'aula inseganti e uscire, ma prima di varcare la porta si girò verso la mia direzione e mi sorrise con uno sguardo dolce
Mi lascia un po' perplessa ma non ci diedi molta importanza e mi concentrai sulle schede che mi diede: 1F e 2I. Notai che ebbi solo queste due classi ma con delle ore abbondanti. Adesso potevo iniziare veramente la mia giornata, tuto doveva andare per il meglio e sperai solo di trovarmi bene in questa scuola e con queste classi.
Nel frattempo quando anche le altre colleghe arrivarono iniziai a socializzare con loro, erano tutte simpatiche tranne però la professoressa di storia, Tiffany, emanava un'aura strana e non era nenache simpatica, indossava vestiti non tanto idonei alla scuola e mostrava un "sottile" senso di superiorità. Nel mentre ci scambiavamo consigli fra di noi a interrompere quel produttivo momento. la campanella suonò, il che segnalava l'inizio della mia prima ora. Perciò con andamento lento mi diressi verso l'uscita piena d'euforia quando all'improvviso mi ritrovai per terra tutta sporca di caffè eleggermente indolenzita per la caduta " Oh scusami tanto non l'ho fatta apposta" disse un voce fastidiosa con falso dispiacere fingendo di fare l'innocentina ' gaurda caso proprio Tiffany non l'avrei mai detto' pensai dentro me "Non è niente..il fatto è che non ho un cambio non avevo previsto che qualcuno mi sporcasse" dissi nella mianiera più gentile possibile ma tralasciando un pizzico di rabbia
"Per farmi perdonare se vuoi posso imprestarti un vestito, ne ho sempre uno di ricambio" mi domandò falsa per farsi perdonare e pensai che fosse il minimo che potesse fare "Grazie" le risposi educata ma con tono distaccato.
Prese dalla sua borsa un vestito con una scollatura abissale molto stretto che lasciava intravedere le coscie, guardai l'orologio e vidi che ero in ritardo, non potevo aspettare un minuto di più presi il vestito e lo misi il più infretta possibile. Mi misi a correre in direzione della mia classe e mette correvo, non essendo agile e per giunta con questo vestito stretto, caddi in avanti perdendo l'equilibrio ma per mia sorpresa non sentì alcun tipo dolore, aprì gli occhi e per l'ennesima volta com sgaurdo pieno di sorpresa "TU?" esclamai.

Davanti a te non ho difeseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora