Sofia
Non capì bene l'atteggiamento e tutta quell'agitazione da parte di Derek, sapevo che fosse un ragazzo introverso e timido ma mai avrei immagino tale azioni, da che era cominciata come un bel pomeriggio mai mi sarei immaginata una tale conclusione, ma ora l'unica cosa importante era ridurre i danni dell'incidente, non potevo andare in giro con la maglietta sporca. Mi diressi verso il bagno con camminata veloce, cercai di schivare le persone e coprire la macchia in modo che non si vedesse ma era inutile. Vidi in lontananza il bagno e durante il breve tragitto il mio sguardo cadde su una figura piuttosto familiare, un certo uomo dalla postura elegante e un taglio familiare, era rivolto di spalle e non potei vederlo in viso ma ero piuttosto sicura di chi si trattasse " Ma che ci fa il preside in un posto come questo, con tutti giovani, e per di più tutto solo" pensai stranita ma leggermente divertita. Ho sempre pensato che fosse un tipo trano, non mi era mai andato a genio e non per il fatto che girasse attorno a Caterina ma proprio per i suoi atteggiamenti, e questo ne era una prova, lo superai velocemente cercando di passare inosservato e per mia fortuna non si accorse di me, non avrei gradito una conversazione con lui anche se penso non si sarebbe ricordato di me. Finalmente giunsi in bagno e vidi che la porta era socchiusa, presumi che non ci fosse nessuno ma non ebbi il tempo di aprire che qualcuno mi precedette, alzai di poco lo sguardo e di tutte le persone che mi potessero comparire davanti mai mi sarei immaginata lei, mai avrei voluto che fosse lei. " S-Sofia" esclamò piuttosto sorpresa almeno quanto me, la osservai con occhi scrupolosi accertandomi che fosse reale e non l'immaginazione della mia mente che giocava sempre brutti scherzi, ma purtroppo era tutto vero, lei era vera " C-che ci fa qui.." mi chiese nervosa con una lieve nota di paura " Dovrei andare in bagno.." risposi con ovvietà cercando di omettere la mia sorpresa e il mio leggero nervosismo. Cercai di distogliere il mio sguardo da lei ma era più forte di me, i suoi occhi erano come calamite e non riuscivo a resisterle, la forza di attrazione era troppo forte ma dovevo cercare di resistere" M-mi può fare passare" dissi cercando di essere sbrigativa e di tagliare corto la situazione strana che si stava creando. A quanto pare il destino sembrava che ce l'avesse con me, ero andata in una caffetteria cercando di svagarmi e rilassarmi dai miei pensieri ma l'imprevisto della caduta, la maglietta sporca e come se non fosse stato abbastanza lei, sembrava che il fato volesse prendermi in giro, come se non volesse darmi tregua. " S-Si scusa, passa" rispose lei titubante dopo alcuni secondi facendomi distogliere dai miei pensieri e ricatturando la mia attenzione, con un movimento veloce fece uno scatto verso in avanti ed io di rimando mi mossi verso il bagno. I nostri movimenti furono così veloci, il mio corpo così veloce, come a scappare, ma non troppo veloce per accorgermi delle nostri mani sfiorare. In quella frazione di secondo, dove tutto sembrava così veloce, il tempo sembrò subito arrestarsi. Sentì il suo delicato tocco sul mio, le nostri mani toccarsi di sfuggita, e al più imperscrutabile delle azioni il suo tocco fece scottare la mia mano, come un fuoco quando si avvicina troppo e il suo calore brucia la mano. Il mio sguardo cadde nei suoi occhi e in quel momento così fugace ma così eterno potei notare i nostri corpi che nonostante andassero in direzioni opposte erano come due rette parallele, due linee apparentemente così vicini erano destinati a non raggiungere mai la stessa meta
Caterina
La scusa del bagno era stata l'unica cosa che mi fosse venuta in mente, non sapevo come dirgli che dovevo andare via, parlava così animamente che non mi aveva dato alcuna possibilità di provarci, si era fatto tardi e per quanto fosse stato un piacevole pomeriggio volevo solo tornare a casa. Mi osservai allo specchio del bagno e vidi una leggera stanchezza sul mio volto, mi sciacquai il viso e il fresco dell'acqua mi diede un brivido su tutto il corpo. Ripensai a tutte le mie preoccupazioni e i pensieri che rimbombavano nella mia mente, più cercavo di allontanarli e più questi erano forti e vivide, non riuscivo a controllare le mie emozioni ma soprattutto a pensare a cosa fare, detestavo tutto ciò, il non riuscire a controllare la situazione. Mi diedi l'ultima sciacquata al viso prima di accingermi verso la porta, ma i pensieri non si erano uniti nel cadere dell'acqua, adesso l'unica cosa ora era affiorita era il suo nome, ben impresso nella mia mente " S-Sofia" esclamai di getto con sguardo paonazzo e stupito al solo suo sguardo. All'improvviso tutti i miei pensieri e i miei turbamenti si erano materializzati, come se avessero avuto voce e avessero potuto concretizzarsi. Lei era di fronte a me con sguardo anch'essa perplesso e sorpreso, i suoi occhi dritti nei miei che non esitavano e brillavano più che mai, quel luccichio familiare che mi diede una leggera paura " C-Che ci fai qui" chiesi cercando di apparire il più normale possibile ma fallendo. La coincidenza di questa circostanza era inspiegabile, la mia mente non ragionava e i ricordi riaffioravano, più lei continuava a guardarmi e più per me era una tortura, mi guardava così scrupolosamente e con quei occhi così vividi che non riuscivo a sopportare " Dovrei andare in bagno.." disse lei con una certa sicurezza cercando di velare la sorpresa e a quella risposta mi destabilizzai, per quanto fosse stata una risposta ovvia allo stesso tempo fu sbrigativa e fredda, come a non volermi dare una vera e propria risposta, ma d'altronde cosa mi dovevo aspettare, cosa volevo sperare, lei non doveva darmi spiegazioni delle sue azioni o di quello che faceva " S-Si scusa passa" risposi titubante e in soggezione davanti al suo sguardo e con movimento veloce mi mossi in fretta cercando di allontanarmi il più possibile, il mio corpo avanzò in avanti cercando di non sfiorare il suo, ma soprattutto cercando di non sfiorare il suo sguardo. Percepì il suo corpo passarmi affianco, il suo profumo farsi strada ma all'improvviso quella lieve e dolce sensazione si trasformò in un qualcosa di più forte, una pulsazione, una parte di me pulsava, come se avessi toccato qualcosa di pungente e urticante. Abbassai di poco lo sguardo e vidi le nostri mani avvolgersi in un timido tocco, quasi furtivo, e per quanto avessi fatto attenzione ad evitarlo, successe. Fu un semplice tocco che un tempo non avrei dato importanza ma che adesso non fece altro che rafforzare quei turbamenti in me sempre più forti.
Sofia
Chiusi la porta e inspirai per prendere aria il più possibile, appoggiai le mani al lavandino e potei vedere nel mio riflesso un leggero rossore sulle gote "Ma che cavolo" sbuffai sentendo le guance avvampare e la mano ancora scottare. Con un movimento veloce accessi il getto d'acqua freddo per sbollentare ogni parte del mio corpo e lasciare che le sensazioni fluissero e andassero via con l'acqua. Come era possibile incontrarla anche in caffetteria, a scuola la dovevo vedere per forza ma al di fuori, il mio cuore non poteva resistere a queste agguati, dovevo cercare di calmarmi, non mi dovevo dimenticata della delusione che mi aveva dato e di quella brutta sensazione che avevo provato. Mi sciacquai il volto l'ultima volta e specchiandomi di nuovo mi ricordai il motivo per il quale fossi venuta in bagno " Cazzo la maglietta" imprecai alla vista della macchia, cercai di ripulirlo con acqua e sapone ma non servì a gran che, oltre alla macchia rimase un grande alone ai lati ' era meglio se non facevi nulla' commentò il mio subconscio notando un sottile tono di ironia " Perfetto, mi prendo in giro pure da sola, forse sto delirando" esclamai scocciata. Utilizzai il phone per cercare di far scomparire l'alone ' Meglio lasciare così e non aggravare la situazione ' pensai una volta sciugata la maglietta, mi specchiai per l'ultima volta e immaginai che peggio di così non potesse andare. Aprì la porta del bagno per uscire e con passo attento, cercando di nascondere la macchia, mi avviai verso il tavolo dove Derek mi aspettava ma a mia sorpresa lo trovai vicino al bancone della caffetteria che si stava guardando attorno ' Che ci fa lì ' pensai stranita, forse ci avevo impiegato troppo tempo e si era preoccupato non vedendo il mio ritorno. Mi diressi verso la sua direzione e osservandolo bene notai che portava con sé il mio giubbotto ' Che premuroso' pensai ' Lo stesso che ti ha fatto cadere e sporcare' mi incalzò subito il mio subconscio " S-Sofia" sentì ad un tratto gridare il mio nome, una voce squillante e mai sentita così forte ora pronunciava il mio nome ad alta voce e un leggero imbarazzo si fece strada dentro di me quando le persone iniziarono a girarsi, accelerai il passo e quando giunsi da Derek indossai subito il giubbotto e con uno scatto gli diedi un colpo nella spalla " Ma cosa urli il mio nome davanti a tutti" esclamai rigida con un misto di imbarazzo " S-Scusa mi è uscito spontaneo" si scusò immediatamente notando ora il suo gesto così inopportuno " Forse è meglio che ce ne andiamo" dissi sbrigativa cercando di nascondere la mia irritazione " C-certo" affermò lui con una nota di dispiacere e rammarico per l'accaduto. Ci dirigemmo verso la cassa e con mia più grande irritazione vidi che c'era la coda " Questa giornata avrà mai una fine " sospirai silenziosamente alzando in alto gli occhi esasperata ma una mano all'improvviso mi tirò delicatamente la manica del mio giubbotto come a voler dirmi qualcosa " B-Buonpomeriggio preside, professoressa.." disse Derek con tono sorpreso e un poco stranito rendendomi conto del segnale che voleva darmi ' Sarà ancora una giornata lunga..' intervenne il mio subconscio divertito da tutto ciò quando adesso il mio unico interesse erano quei occhi blu mare che mi osservavano un'altra volta
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Davanti a te non ho difese
RomanceLa storia racconta di un'alunna e la sua professoressa, rivela passo per passo tutta l'evoluzione del loro rapporto. Entrambi possiedono caratteri così diversi che fa nascere in loro ripetuti conflitti senza mai una fine ma accompagnati sempre da s...