Spontaneità

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Caterina

Guardai il ragazzo poco distante da me che con aria fiera ed orgogliosa posò il gesso sulla cattedra e si volse davanti alla classe uno sguardo compiaciuto.
Mi sorprese con quanta facilità comprese ed eseguì l'esercizio che gli avessi assegnato, non mi ero accorta mai della sua presenza visto che in classe stava sempre nell'ultima fila, solitamente i ragazzi all'ultima fila erano sempre i più distratti e quindi non mi aspettavo grandi cose ma invece le sue capacità erano veramente notevoli.
Rivolsi poi lo sguardo anche alla classe per vedere se avessero compreso, e inevitabilmente il mio sguardo si posò su di lei ma notai nel suo volto un'espressione corrucciata e uno sguardo infastidito. Non compresi bene il significato delle sue espressioni, all'inizio della lezione mi sembrava così serena e rilassata, forse c'era qualcosa che le turbava, mi venne così l'idea di invitarla alla lavagna in modo da poterla smuovere un po' e distrarla dai suoi pensieri "Sofia vuoi partecipare anche tu.." le domandai dritta negli occhi con tono dolce e gentile " Hm.. perché no " mi rispose con tono annoiato, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la nostra direzione. Mentre si incamminava il suo sguardo pungente si fissò su Kevin, il quale ricambiò con altrettanta decisione e un tocco di sfida, capì che tra i due non scorreva buon sangue.
" Va bene Sofia.. spero che hai capito l'argomento" le chiesi mentre sfogliavo il libro in cerca di un esercizio " Bazzecole, lo domandi piuttosto alla classe " rispose con tono saccente mantendo sempre uno sguardo scontroso " Se vuole glielo spiego io alla classe" intervenne all'improvviso Kevin con un sorrisetto furbo " Perché pensi che sia venuta qua scusa..?" controbattè subito acida Sofia, prendendo il gesso sulla cattedra e avviandosi verso la lavagna " Quando vuole" disse guardando verso la mia direzione. Notai solo adesso che i suoi occhi si erano fatti più scuri, più cupi, ma allo stesso tempo anche più brillanti, sembrava piu decisa che mai.
Le dettai l'esercizio con la stessa difficoltà dell'esercizio di prima, sapevo benissimo che Sofia l'avrebbe svolta senza problemi, d'altronde era il mio fiore all'occhiello per matermatica 'solo per matermica..' aggiunse subito ironico il mio subconscio, che a quelle parole le mie gote si tinsero leggermente, quando all'improvviso un rimbombo di uno schiaffo prese sopravvento in tutta l'aula facendomi svegliare dai miei pensieri.

Sofia

Il suo sguardo mi dava proprio sui nervi, continuava a fare il gradasso e a mettersi in mostra davanti ai suoi occhi, 'e adesso chi sarebbe il cocco' pensai con un mezzo ghigno, mantendo sempre uno sguardo deciso ed irritato mentre aspettavo la consegna dell'esercizio.
Con mio stupore Caterina mi domandò se avessi compreso il nuovo argomento, facendomi di conseguenza irritare ancor di più "Bazzecole, lo domandi piuttosto alla classe " risposi seccata risultando un po' saccente. Non volevo comportarmi così, mostrarmi scontrosa nei suoi confronti, ma era più forte di me, la presenza di questo ragazzo suscitava in me un fuoco che mi bruciava al petto e quella sensazione di irritazione misto a rabbia cresceva sempre di più.
Pensandoci bene erano le stesse sensazioni che provavo quando ero sola con Caterina, però com'era possibile provare le stesse emozioni ma essere allo stesso tempo così diverse. Mi domandai se i sentimenti che provavo in questo momento e nei momenti in cui stavo con Caterina avessero un nome, pur essendo così uguali erano così differenti.
" Se vuole glielo spiego io alla classe" disse all'improvviso Kevin facendomi svegliare dai miei pensieri " Perché pensi che sia venuta qua scusa..?" lo incalzai acida facendo una mezza smorfia. Presi il gesso sulla superficie del tavolo e mi recai verso la lavagna "Quando vuole" dissi guardando verso la sua direzione con sguardo deciso, sicuramente avrei messo a tacere questo sbruffone.
Dopo che mi desse l'esercizio, cominciai a farlo senza esitazioni e mi accorsi che era simile a quello di prima con difficoltà media.
Mentre eseguivo tutti i passaggi la figura affianco a me, con sguardo furbo, non mi toglieva gli occhi di dosso "Carina che ti sei sentita minacciata dalla mia presenza" sussurrò a voce bassa non facendosi sentire dalla donna intenta ad osservare l'esercizio " Sai non dobbiamo per forza bisticciare, siamo grandi ed intelligenti entrambi.." proseguì sempre a voce bassa, attento a mantenere un tono di voce constante ed io a mantenere la concentrazione per eseguire l'esercizio " Non sono taccagno sai.. poi dal primo giorno in cui lo vista, le sue gambe, le sue coscie.. e il suo seno" continuò con tono malizioso e con un punta di lussuria negli occhi " Propio succulen..." non finì di dire l'ultima frase che il palmo della mia mano si scontrò forte contro la sua guancia echeggiando in tutta l'aula.
I suoi occhi spalancati e il suo sguardo sorpreso non erano gli unici in quel momento, tutti erano sorpresi del mio gesto.
Lentamente l'individuo davanti a me, pose la sua mano contro il rossore della sua guancia mugolando suoni di dolore, e improvvisamente il suo sguardo,d'apprima sorpreso, adesso ribolliva di rabbia pura.
Dal mio canto lo guardai con espressione schifata, tutto il mio autocontrollo si perse nell'ultima frase che non ebbe il tempo di finire. Cercai veramente di non perdere il controllo ma era troppo: il suo sguardo, la sua voce, le sue parole. La facevano sembrare solo un corpo, solo un oggetto sessuale senza darle quel bricciolo di umanità e personalità.
Non avrei mai permesso che qualcuno, sopratutto uno così infimo, parlasse di lei in questo modo, che potesse osservarla e bramarla guardandola come se fosse un trofeo da conquistare. L'udire della sua voce era ancora fortemente fissa nella mia mente, più lo guardavo e più la rabbia cresceva.
Mi avvicinai lentamente a lui con occhi freddi e gelidi " Hai ancora intenzione di continu.." questa volta fui io che non ebbi il tempo di finire la frase che in una frazione di secondo mi ritrovai accasciata a terra con il naso sanguinante " Smettetela subito..! " gridò all'improvviso Caterina, su tutte le furie, collocandosi in mezzo fra di noi. Il suo urlo catturò l'attenzione di tutta la classe, ma la mia era ancora fissa sulla figura di fronte a me " Non ci posso credere, ma dove credete di essere, siete delle persone non degli animali! " continuò dura fissandoci dritti dritti negli occhi
" Esigo delle spiegazioni da parte vostra" concluse ferrea.

DRIIIIINNNN

Il suono della campanella spezzò per un attimo la tensione che dominava nell'aria rimanendo tutti in silenzio, mentre Caterina alternava il suo sgaurdo tra me e Kevin. Mi accorsi, solo poco dopo, che il sangue che sgorgava dal naso mi avesse sporcato la maglia e che continuava ad uscire " Tu Kevin vai a farti dare del ghiaccio sotto in segreteria" disse seria Caterina " E tu Sofia vieni in infermeria con me" continuò autoritaria con sguardo severo e rigido.
Kevin con la guancia dolorante si diresse a passo svelto verso la scalinata e passandomi di fianco arrestò di poco il passo, mi sussurrò un ' stronza' per poi scendere le scale e scomparire dalla mia vista. In quel momento giuro l'avrei steso con un trattore, preso a martellate tra le palle, ma i miei pensieri furono svegliati da una voce assai dura " Sofia muoviti " eslamò sull'uscio della porta " Ma non può lasciare la classe scoperta" contrabbatei esitante per evitare di andare in infermeria " Tranquilla che arriverà la professoressa del cambio ora" mi rispose veloce con sguardo serio aspettando che la raggiungessi.
Usciti dall'aula calò il silenzio più totale e oltre all'imbarazzato che provavo, il sangue non smetteva di scendere e il bruciore non smetteva di dolere. Per evitare però di macchiare il pavimento cercai di bloccare il sangue con una mano , quando davanti a me , di sorpresa, vidi porgemi un fazzoletto "Tieni usalo" disse Caterina con tono serio, ma questa volta con un volto preoccupato " Non me lo sarei mai aspettato da te" iniziò a dire poco dopo che avessi tamponato la narice sanguinante " Sei una ragazza molto intelligente, perché abbassarsi a queste cose. Ho visto che non scorreva buon sangue tra di voi ma era il caso..?" mi domandò sospirando e notando una nota di delusione nel suo tono " Infatti quello con un naso sanguinante è lui" risposi ironica sbuffando all'ingiustizia delle sue parole " Sbaglio..o sei stata tu a dargli uno schiaffo prima" mi incalzò subito, alzando leggermente il tono della sua voce e osservandomi cercando di trovare una ragione al mio gesto.
Giungemmo finalmente davanti alla porta dall'infermeria, Caterina con fare delicato bussò più volte alla porta della stanza non trovando però alcuna risposta. Aspettò pochi minuti quando, alla fine, decise di entrare girando lentamente la maniglia della porta.
La stanza era vuota, vi era solo un lettino con affianco una tendina e i vari armadietti in cui erano riposte i vari medicinali " Siediti sul lettino con la testa all'insù" mi ordinò subito, mentre lei andò alla ricerca del set medico " Continuando il discorso di prima.. Eccolo trovato!" disse con tono serio per poi accennare un mezzo sorriso alla vista del set. Prese la cassetta rossa, posta sullo scaffale in basso al comodino, e con passo deciso si avviò verso di me. Prese tutta la roba necessaria e posò delicatamente il cotone, intinto con l'acqua ossigenata, sul mio naso " Ahhh" esclamai piano cercando di trattenere quel gemito di dolore " Che ti serva da lezione" mi disse severa ma con pizzico di divertimento per la mia espressione corrucciata dal dolore " Perché hai reagito così" chiese all'improvviso questa volta arrivando direttamente al punto " Cioè, tu non sei una persona così, cosa ti ha spinto a quell'azione così improvvisa" mi chiese con tono dolce e preoccupato, che al mirarla persi un battito
" In realtà il motivo.. Ahh" esclamai di nuovo, lasciando la frase a metà " Ohh...troppo liquido" esclamò con sguardo mortificato fermandosi con la mano. La vidi posare il cotone impregnato di acqua ossigenata e avvicinarsi lentamente a me " Stai ferma Sofia" mi disse lentamente sussurandomi poco distante dal mio volto. Con le labbra prese vari sospiri e soffiò sulla superficie del mio naso per alleviare il dolore che mi causò " Va meglio ora..?" mi chiese con un mezzo sorriso e con la sua espressione dolce, rimando sempre a un passo da me.
Troppo vicino, i nostri volti erano troppo vicini. Mai pensai di raggiungere una simile distanza con lei, e per quanto questo mi agitava lei sembrava così calma e rilassata, è ciò mi agitava ancor di più. Così con un gesto veloce voltai il viso dall'altra parte, lasciando la figura davanti a me con un'espressione confusa " Sofia che ti prende" mi chiese preoccupata sempre con quel suo tono così dolce ' cavolo la smetta perfavore' pensai esausta della sua infinita dolcezza.
Nel mentre ero ancora girata percepì una presenza farsi più vicina, con gesto delicato le dita della sua mano mi sfiorarono il mento facendomi girare il viso verso di lei in modo da far scontare i nostri sguardi. Affogai completamente nel suo mare oltreoceano senza opporre alcuna resistenza e senza pensarci le parole mi uscirono spontanee " P-per l-lei.."

Davanti a te non ho difeseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora