Caterina
Giunti in infermeria notai che cercò più volte di evitare l'argomento e così decisi di cambiare strategia.
Prima di entrare nella stanza, bussai più volte alla porta capendo infine, che non vi era nessuno all'interno. Entrammo a passo lento, prima io e poi lei " Siediti sul lettino con la testa all'insù" le dissi subito autoritaria, ma questa volta con un pizzico di dolcezza. Era inutile rimproverarla ed essere dura con lei, la sua testardaggine non poteva essere combattuta con la mia, ci voleva un carattere dolce e premuroso in questo caso. Notai che forse poteva essere il punto debole della cara Sofia.
Andai alla ricerca del set medico per curare la ferita al suo naso, e per un attimo mi persi nei miei pensieri: per quanto Sofia avesse sbagliato a iniziare con lo schiaffo, il gesto di Kevin non era stato da meno anzi, come osò picchiare una donna al tal punto di farla sanguinare.
Pensandoci ora Sofia non aveva tutti i torti, come aveva detto 'quello con un naso sanguinante' era lei, ma non riuscivo a togliermi dalla testa il motivo per la quale l' avesse spinta a reagire così, lei non era cosi. Ci sarà stato per forza una ragione per lei così valida per fare il gesto che fece.
Presi tutto il necessario appoggiando la cassetta con i vari materiali sul lettino, intinsi il pezzo di cotone con l'acqua ossigenata e delicatamente lo passai sulla superficie della ferita " Ahhh" esclamò piano Sofia, cercando di trattenere il piccolo gemito di dolore e chiudendo leggermente gli occhi, il che mi fece inevitabilmente sorridere. Era una nuova espressione quella che vidi in Sofia, un viso corrucciato con postura rigida e gli occhi chiusi cercando inutilmente di resistere al dolore come una bambina capricciosa che voleva dimostrare qualcosa. Una cosa strana fù però, che si lamentò più per una semplice medicazione che a un pugno ricevuto al naso. Valla proprio a capire questa ragazza.
Al suo gemito allentai un poco il movimento della mano " Che ti serva da lezione" le dissi severa ma sempre con quel pizzico di divertimento per la sua espressione corrucciata, ma questo non mi distrasse dal mio obiettivo " Perché hai reagito così" chiesi decisa, andando direttamente al punto " Cioè, tu non sei una persona così, cosa ti ha spinto a quell'azione così improvvisa" le domandai con tono dolce e preoccupato, concentrandomi sia sulla ferita che sull'argomento mentre con la mano rimpregnai il cotone con l'acqua ossigenata " In realtà il motivo.. Ahh" disse a metà frase quando un altro gemito di dolore le strozzò le parole e mi accorsi solo in quel momento che avevo utilizzato troppo liquido. Fui talmente focalizzata sulla conversazione che non feci attenzione a ciò che stavo facendo " Ohh... troppo liquido" esclamai con sguardo mortificato.
Allontanai il cotone dalla ferita ponendola all'interno della cassetta e mi avvicinai lentamente verso di lei focalizzandomi sulla zona che le doleva " Stai ferma Sofia " le dissi piano surrandole poco distante da lei, presi vari respiri e con cura soffiai sulla ferita per alleviarle il bruciore del liquido.
Mi sentì leggermente in colpa per quello che feci, fui talmente focalizzata dal mio obiettivo che mi dimenticai della figura davanti a me concentrandomi solo sulle sue parole. Mentre soffiavo con delicatezza, il mio sguardo si posò su di lei , su i suoi smeraldi verdi e notai che era la prima volta che fossimo così vicine. Potevo sentire il suo respiro e il suo calore, ero letteralmente a un soffio da lei.
" Va meglio ora..?" le chiesi con un mezzo sorriso, ancora dispiaciuta dell'avvenuto, ma regalandole un'espressione dolce ed osservandola bene la vidi agitarsi di colpo, i nostri corpi erano ancora molto vicini, forse non era abituata a stare così vicino ad una persona, d'altronde a Sofia non le era mai piaciuto il rapporto ravvicinato.
Al contrario di lei a me piaceva il contatto, contemplare i gesti, gli sguardi, i tocchi. Mi dava la possibilità di scrutare al meglio la persona davanti a me ed individuarne i propri particolari e caratteristiche. In questo caso stando a stretto contatto con Sofia, avevo la possibilità di cogliere quelle sfumature nascose di verde platino.
Il momento però non durò tanto che con un movimento veloce il viso di Sofia si voltò dall'altra parte lasciandomi con un'espressione confusa "Sofia che ti prende" le chiesi preoccupata non capendo cosa le stesse passando per la testa in quel momento.
Aspettai vari secondi ma non ricevetti nessuna risposta, il suo sguardo era basso e nervoso, tralasciava una nota di insicurezza e imbarazzo. Guardai la sua figura dolcemente e non potei non pensare a quanto bella e tenera fosse, in più quella situazione la rendeva più dolce e indifesa che mai. Mi uscì spontaneo un piccolo morso fra le labbra accenando un dolce sorriso e delicatamente con la mano sinistra mi avviai verso la sua figura, con i palmi delle dita le sfiorai il mento e con un gesto accurato le girai il viso verso la mia direzione facendo sì che i nostri sguardi si scontrassero.
I suoi occhi adesso sui miei, erano più vivi che mai, erano così penetranti che per un momento mi destabilizzarono e non potei smettere di essere affascinata da questa figura "P-per l-lei" disse all'improvviso come se le parole le uscirono di bocca senza volerlo. Il suo sguardo era incollato al mio e i suoi occhi, fissi sui miei, mi crearono un leggero nervosismo, il timore che mi potessero spogliare e scrutare l'anima da un momento all'altro, una dote che poche persone avevano su di me, prese il sopravvento. In qualche modo lei era l'unica capace di provocare in me tutto questo effetto.
" C-che cosa hai detto" le chiesi sussurando, sempre a un passo da lei, con occhi lucidi e incanti dai suoi bellissimi smeraldi "Che cosa hai detto Sofia" chiesi una seconda volta ma non ricevendo nessuna risposta da parte sua. Mi guardava e basta ,con occhi decisi ma esitanti allo stesso tempo e con espressione persa, il mio sguardo invece era dolce sincero e perso completamente in lei, mentre i miei gesti e le sensazioni di quel momento presero il sopravvento su di me, come se avessero avuto vita propria.
In quell'attimo percepì l'intensità dei nostri sguardi persi nell'una e nell'altra e dolcemente cullati dal momento, estremamente vivi " I-io.. i-io" sussurrò all'improvviso Sofia con tono dolce ma sempre esitante, i suoi occhi mi scrutavano pieni di tenerezza, come se volessero dirmi qualcosa " I-io in realtà.." continuò prendendo ora maggior coraggio però fermandosi a metà frase " Scusate se mi sono assentata per un attimo" disse all'improvviso una terza voce poco distante dalla porta dall'infermeria.
Mi accorsi che fui talmente immersa e persa tra i suoi occhi che non mi accorsi dell'entrata dell'infermiera, non udì nemmeno il rumore della porta aprirsi. Guardai la figura davanti a me accennando un sorriso imbarazzato mentre Sofia con gesto lento si allontanò leggermente da me.
La situazione in qualche modo si era fatta tesa, all'improvviso mi sentì imbarazzata e con una strana sensazione, mai prima d'ora mi era capitato figuriamoci poi a scuola. Il mio cuore iniziò a palpitare e non capì bene per quale motivo reazionai così, lo spavento della donna poteva essere la causa, be' almeno delle mie palpitazioni ma come spiegare la situazione di prima e questa mia sensazione. La frase in sospeso di Sofia e il momento interrotto mi tornarono in mente, che cosa mi avrebbe voluto dire e che cosa interruppe di preciso. Tutti questi pensieri che mi ronzavano in testa non smettevano di girare.Sofia
Mi persi completamente in lei che le parole mi uscirono senza volerlo, ero talmente persa nei suoi occhi che non mi accorsi della frase che dissi.
Tutta la mia attenzione si rivolse solo al suo bellissimo sguardo e potei notare un leggero nervosismo da parte sua " C-che cosa hai detto" mi chiese subito con tono flebile rimanendo sempre a un passo da me mentre i suoi occhi si fecero più luminosi e accesi.
La mia mente si svuotò persa completamente in lei, e più cercavo di allontare questa sensazione e più questa cresceva, passai fin troppo tempo a mirarla che solo dopo mi accorsi delle sue parole "I-io.. i-io" sussurrai poco dopo con tono dolce ma sempre esitante, non sapevo cosa dirle, ero ancora intenta ad assimilare la sensazione di quel momento che continuai ad osservarla scrutandola dolcemente, in modo che fossero i miei occhi a trasmetterle quello che sentivo " I-io in realtà.." dissi all'improvviso sotto al suo sguardo speranzoso di ricevere una risposta.
Dovevo essere sincera per una volta sia con me stessa che alla donna di fronte a me, raccontarle il motivo delle mie azioni e cercare di spiegare la ragione di tale sentimento anche se in fondo non era ben chiare nemmeno a me, ma ci dovevo provare. Presi tutto il coraggio per cercare di formulare una frase di senso compiuto che esprimesse ciò che sentivo quando all'improvviso una voce interruppe il momento " Scusate se mi sono assentata per un attimo" disse la figura davanti a noi accenado un sorriso. Al mirarla, tutta la mia preoccupazione e coraggio andarono a scemare in un sospiro liberatorio e un senso di sollievo si fece pian piano in me 'Salvata al calcio d'angolo' sussurrò all'improvviso il mio subsconcio e approfittai della situazione per prendere un po' di distanza da lei.
La figura affianco a me invece era come se si fosse incantata da qualcosa, come se l'avesse rapita un altro mondo con un'espressione confusa
" Ha già fatto la metà del lavoro, basta solo un cerotto alla ferita per tamponare anche il sangua" affermò l'infermiera ignara della tensione di imbarzzo che si creò all'improvviso, facendo sì che le mie gote si colorassero di rossastro.
" V-va bene quindi siamo apposto" disse all'improvviso esitante Caterina, ritornando alla realtà, scendendo velocemente dal lettino e dirigendosi verso l'uscita. Era la prima volta che la vidi così, i suoi movimenti e la sua espressione erano insicuri e il suo sguardo perso, mi sembrava quasi un'altra persona "R-riprenditi Sofia" disse a un soffio di voce prima di uscire con foga dalla stanza e lasciarmi da sola con espressione sorpresa.
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Davanti a te non ho difese
RomanceLa storia racconta di un'alunna e la sua professoressa, rivela passo per passo tutta l'evoluzione del loro rapporto. Entrambi possiedono caratteri così diversi che fa nascere in loro ripetuti conflitti senza mai una fine ma accompagnati sempre da s...