Sofia
" Sofia" disse una voce dolce a un soffio dal mio orecchio " Perché scappi.." continuò dolcemente mantendo il suo corpo vicino al mio come per imprigionarmi dentro di sé. Il suo profumo era così inebriante, come ossigeno per la bocca che faticavo a reggermi in piedi.
La situazione era soffocante, le gambe tremanti e il corpo rigido rendevano il tutto un'agonia, queste sensazioni erano così strazianti che volevo che tutto finisse.
" Non ti farò del male.." sussurrò dolcemente accarezzandomi con le labbra il lobo dell'orecchio trapelando in quella frase una nota di tristezza
" Fidati di me" concluse per poi avvicinarsi sempre di più verso il mio volto...
" Sofia Grandi ti rendi conto di che ore sono" sentì urlare improvvisamente facendo rimbombare il grido in tutta la stanza " Alzati! Sai da quanto tempo che suona la sveglia.." continuò con tono arrabbiato dirigendosi verso di me "M-mamma ma che cavol..." dissi acida sollevando la testa dal cuscino " Vedi di muoverti che farai tardi" mi interruppe buttandomi giù dal letto con grande impeto " C-cavolo" esclamai intontita cercando di rialzarmi da terra ' il buongiorno si vede dal mattino' disse ironico il mio subsconcio iniziando così un nuovo giorno che si prospettava una vera schifezza.
Feci la mia solita routine mattutina preparandomi in poco tempo per non aggravare il mio ritardo che si faceva sempre più grande, scesi le scale velocemente e presi la merenda appoggiata sulla mensola " Strano che non ti si svegliata in tempo" disse improvvisamente mia madre perplessa
" Capita a tutti no.." dissi con indifferenza roteando gli occhi " Sicura che stai bene..?" chiese scrutandomi attentamente " Non farne una questione di stato, davvero" dissi velocemente cercando di concludere il discorso prima di iniziare ad infastidirmi " Come vuoi.." concluse arrendendosi con un lieve sorriso e lasciandomi così uscire di casa " Fai la brava" sentì dire in lontananza.
Giunta alla fermata l'autobus arrivò pochi minuti dopo, sarei arrivata in ritardo a scuola e questo mi infastidiva e agitava. Salì e mi sedetti sui posti laterali in fondo al bus e appoggiai la testa contro la finestra. Osservai il paesaggio muoversi veloce che non riuscivo a folizzarne i vari dettagli, tutto andava così veloce, troppo veloce come se il mondo ti concedesse mai una tregua o una pausa " Perché va tutto così veloce.." sussurrai piano come in attesa di una risposta che non mi sarebbe mai arrivata. Chiusi gli occhi e spensi un attimo la mente.Caterina
Era suonata la seconda campanella ma di lei ancora nessuna traccia. Stamattina avevo due ore da trascorrere con la 1F e questo comportava trascorrere due ore insieme a lei. L' impazienza e l'agitazione erano forti in me ma dovevo tenere e dimostrare un certo comportamento, ero pur sempre una professoressa e una donna adulta, certe emozioni erano da controllare e in certi momenti da nascondere. Il mio stato d'animo, nonostante avessi dormito meno di 5 ore, era così frenetico che dovevo darmi una calmata, il mio cuore palpitava come per avvisarmi di un eventuale pericolo che sarebbe avvenuto da qui a breve.
" Allora è ora di fare l'appello" dissi forzando un sorriso a quei occhi così addormentati e annoiati davanti a me, d'altronde chi poteva biasimarli anche io a quell'età non saltavo di gioia il lunedì mattina di scuola. Gli sguardi attorno a me erano così apatici che si potevano mischiare tra di loro, mancavano quegli occhi curiosi e pieni di lucentezza che andavano controcorrente, che mi attiravano verso di loro " Sofis Grandi.." dissi ad alta voce come a sperare una risposta " Assente.." risposero in coro alcuni ragazzi guardandosi in giro per accettarne il fatto " Sai per caso il motivo.." domandai a Dereck. Quel ragazzo per quanta tenerezza e gentilezza potesse avere era una frana nella mia materia. Vedevo l'impegno che metteva nello studio alla matematica ma rispetto agli altri era più in difficoltà nell'apprendimento, per fortuna come compagnia di banco gli era capitato Sofia che nonostante la sua arroganza e il suo essere scorbutico era brava a spiegare e aiutava chi fosse in difficoltà, una qualità molto da apprezzare. Notai che era l'unica persona a cui Sofia rivolgeva la parola e quindi pensai che forse doveva sapere qualcosa " I-io non lo so" disse con tono triste come se provasse il mio stesso stato d'animo " Finito l'appello. Oggi nuovo argomento, chi non sta nella pelle.." esclami forte accenando un sorriso a quei sgurdi sorpresi che guardadosi a vicenda si sforzarono a loro volta accennare un sorridere ' Che carini' pensai sospirando tristemente.
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Davanti a te non ho difese
RomanceLa storia racconta di un'alunna e la sua professoressa, rivela passo per passo tutta l'evoluzione del loro rapporto. Entrambi possiedono caratteri così diversi che fa nascere in loro ripetuti conflitti senza mai una fine ma accompagnati sempre da s...