Caterina
" Perché crede che gli abbia tirato uno schiaffo o reagito così dopo al suo bacio" domandò Sofia adesso con espressione curiosa mantenendo sempre uno sguardo accesso, non sapevo cosa dirle, più il discorso prolungava e meno riuscivo a capire, era la prima volta che vedevo una Sofia così sicura senza il suo fare titubante.
La osservai per vari secondi e un qualcosa nei suoi occhi si accese, potei sentire una sensazione strana, erano così e profondi e luminosi come non li avevo mai visti prima, mi spaventai.
Senza che me ne accorgessi il mio corpo iniziò a indietreggiare, forse in cerca di spazio, mentre i suoi occhi erano fissi nei miei. Volevano dirmi qualcosa cercare di trasmettermi qualcosa che peròi miei occhi temevano, che non volevano captare. Il mio corpo cercava disperatamente distanza tra di noi.
Mi accorsi però che lo spazio terminò quando il mio corpo sbatté contro il muro e posando delicatamente le mani contro la parete notai che vi era solo il muro; alzai leggermente lo sguardo e la figura davanti a me mi osservava attendendo che dicessi qualcosa " Gliela faccio semplice.." disse prendendo la parola notando il continuo silenzio " Il motivo è sempre stato lei" sputò di getto guardandomi dritta negli occhi e catturando così la mia attenzione " C-cosa.." esclamai sorpresa rispondendo al suo sguardo non più con insicurezza ma solo confusione " C-cosa centra il bacio con me" chiesi stranita sforzando di apparire più sicura possibile ma tradendomi con la mia espressione.
All'udire di quelle parole un vortice di confusione si impossessò di me: perché ero la causa di quel bacio, cosa avevo a che fare con loro due, perché Sofia si comportava così; tutte queste domande che ronzavano nella mia testa aumentavano solo la mia voglia di scoprire la verità " Ma davvero.." chiese all'improvviso ironica Sofia alzando di tanto la voce con un pizzico di rabbia facendomi così sobbalzare, non mi sarei mai aspetta questa reazione.
I suoi sbalzi d'umore mi soprendevano ogni volta, il timore di fare una mossa sbagliata e di poterla ferire in qualche modo mi faceva sempre paura, Sofia era una ragazza particolare e nel suo modo di essere era speciale, in qualche modo era una calamita per i miei occhi, volevo veramente scoprire tutte le sue sfaccettature e questo comportava affrontare sia i suoi aspetti positivi che negativi.
" Sofia c-calma" le dissi con tono esitante e con occhi preoccupati cercando di avvicinarmi per calmarla, volevo tranquillizzarla e cercare di farla ragionare, non poteva urlare e arrabbiarsi in qualsiasi momento senza una ragione precisa
" Sa quanto è facile rubare un bacio come se niente fosse" esclamò all'improvviso dura dritta nei miei occhi " C-cosa centra.." le chiesi sorpresa dall'affermazione arrestando lentamente la mia mano verso di lei " Questo.." rispose in un sussurro che quasi non sentì.
Con un movimento veloce Sofia si gettò verso di me e fece combaciare i nostri corpi perfettamente, scontrò il suo petto contro il mio e mise la sua gamba in avanti premendo così nel mio interno coscia immobilizando tutto il mio corpo e spingendomi maggiormente contro al muro. Cercai di respingerla ma il suo corpo era schiacciato contro il mio e la presa era ben salda "S-sofi.." esclamai con tono debole e insicuro, il suo corpo e la sua gamba premevano su di me ed io non riuscivo a liberarmi nonostante tutto il mio sforzo. La mia forza era superiore alla sua ma ero inerme sotto al suo tocco, e al pronuncire del suo nome non riuscì nemmeno a finirlo che le mie labbra furono soffocata dalle sue lasciando finire il suo nome nella sua bocca.
Rimasi a occhi aperti, le sue labbra premevano sulle mie e il mio corpo era incastrato con il suo. Non riuscivo a liberarmi e per quanto ci provassi ogni mio gesto era contrastato dal suo, le sue labbra continuavano e insistevano sulle mie e il mio respiro di faceva sempre più pesante che per un attimo mi dimenticai di come fosse iniziato tutto " F-fermah.." dissi con tono flebile cercando ora di fare più forza "D-davve..Uhm..mm" sussurrai con voce più stridula rilasciando prima che finissi la frase un gemito nella sua bocca, l'intensità dei baci si stavano facendo sempre più caldi e la mia forza si stava perdendo poco a poco, i miei occhi si stavano per chiudere.
Lentamente Sofia, notando la mia resa, spostò le mie braccia verso l'alto e congiunse le nostri mani in una stretta solida, spinse il ginocchio leggermente più all'interno fecendo così rabbrividire tutto il mio corpo che di getto si incurvò. Mi aveva bloccata del tutto e non riuscivo a fare un qualsiasi movimento, continuava solo a baciarmi e a spingere ed io mi stavo quasi arrendendo sotto al suo tocco. Le sue labbra, feroci e passionali, mi provocavano sospiri e gemiti che non riuscivo a trattenere e catturavano la mia bocca mangiando le mie parole e arrestando le mie difese " B-basta..ahh" dissi in un sospiro stringendo la presa delle nostre mani per farle percepire il mio volere, mi sentivo così stanca e impotente, la mia mente non era in grado di pensare e tutto questo era così confuso
"E-ecco" disse all'improvviso Sofia staccandosi dalle mie labbra e appoggiandosi delicatamente alla mia fronte, il suo respiro era affannato e le sue gote erano rossastre come le sue labbra " Ecco cosa le voleva fare Kevin" sputò con un pizzico di acidità al pronunciare quel nome.
Il suo sguardo era così profondo e lucido, aveva un'espressione strana in volto, esitante e dolce ma allo stesso tempo affaticato e stanco che
faceva fatica a respirare " E-ecco cosa le voleva far..." ripeté una seconda volta ma non riuscì a finire la frase che i suoi occhi si chiusero abbandonando il suo corpo sul mio, le sue braccia che prima mi tenevano saldamente erano ora accasciate a peso morto insieme al suo esile corpo " C-che ti prende Sofia" esclamai subito allarmata del suo svenimento. Scesi lentamente a terra facendo attenzione che non cadesse e appoggiai la sua testa sul mio petto " Ma tu stai bruciando" esclamai sorpresa al contatto della mia mano sulla sua guancia " I-io.. non-n volev.." sentì sussurrare dalla sua bocca a fatica, esitante e con gli occhi chiusi, ma io non la ascoltai nemmeno, la mia unica preoccupazione in quel momento erano le sue condizione. Come non avevo fatto ad accorgermene prima del suo stato, i suoi occhi erano strani e lucidi e non i suoi soliti brillanti smeraldi, forse era stato il delirio della febbre che l'aveva fatta impazzire: le sue azioni fuori controllo, lei fuori controllo e il suo corpo ardente.
Con delicatezza cercai di sollevarla per un fianco e appoggiai il suo braccio attorno al mio collo e con forza cercai di camminare verso la porta dell'aula, misi più forza che potessi ma riuscì a fare solo pochi passi " C-cavoli.." sospirai sonoramente accasciandomi per terra e facendo attenzione al piccolo corpo che non si facesse male appoggiando la sua testa di nuovo sul mio petto.
Non avevo più forza ed ero stanca, tutta la mia energia era stata tutta prosciugata da lei e dalle sue azioni, posai il mio sguardo sul suo viso, coperto dai vari capelli, e l'accusai per la mia mancanza di forza, le spostai le varie ciocche di capelli e le ritoccai la fronte, la febbre non voleva sentirsene di scendere.
Il suo viso, ora appoggiata sulla mia spalla, aveva un'espressione stanca e contratta e il suo respiro affannato e continuo facevano sì che il corpo facesse su e giù, all'improvviso il suo sospiro entrò a contatto con il mio orecchio e al percepire di quel tocco il mio corpo subito sobbalzò.
Le mie orecchie si tinsero di rosso e la mia agitazione prese il sopravvento, allontanai il contatto fra le nostre spalle e Sofia cadde con la testa appoggiata fra le mie gambe. Non capì bene perché fossi così nervosa ma osservando la figura sotto di me ricevetti la risposta.
Tutto quello che successe era stato così veloce e confuso, non avrei mai pensato che Sofia potesse fare o sapesse fare quelle cose. Tutto questo era così sbagliato, davvero poteva essere solo la febbre la causa del suo delirio o c'era altro, il mio affetto per Sofia era delimitato dalla mia professionalità e dalla mia etica morale, era una mia alunna e queste cose non dovevano mai accadere, però perché la mai forza non riuscì a contrastarla, la differenza di forza era evidente ma perché ero stata così indifesa sotto al suo tocco, poi quei baci così soffocanti, i sospiri e l'affanno della sua bocca nella mia, il ricordo del mio gemito. Il solo pensiero mi fece imbarazzare completamente.
Perché il mio corpo aveva reagito così, non era normale che provassi tutto ciò, non era normale tutta la situazione ' È normale che il corpo reagisca così, lei non smetteva di..' intervenne all'improvviso il mio subconscio facendomi ripensare alla scena e imbarazzandomi maggiormente.
Che cosa le era preso a Sofia e cosa avrei dovuto fare, queste domande ora avevano preso sopravvento nella mie mente offuscando però la priorità del momento " Sofia" esclamò all'improvviso una terza persona allarmata " Che cosa è successo" chiese interrogativa e con una nota di aggressività che trapelava dalla sua bocca " Si è sentita male e ha la febbre molto alta " le risposi guardando Sofia distesa sulle mie gambe, allungai le mani per sollevarla ma altre braccia mi precedero " Che ci fa accasciata a terra " mi domandò preoccupata osservando Sofia e aiutandola ad alzarsi facendola appoggiare su di lei " Te lo già detto Tiffany.." dissi arrestando la frase per un momento ".. Si è sentita male " conclusi infine cercando di nascondere il mio nervosismo al pensare a tutto quello che fosse successo " E non ce la facevi a prenderla e portarla in infermeria.. ma che cosa ci facevate voi qui piuttosto " mi chiese interrogativa volendo assolutamente sapere la risposta con sguardo accesso
" Non sono affari che ti riguardando, piuttosto pensiamo alla cosa più importante" dissi con tono fermo soffermandomi alla figura dagli occhi smeraldo che faceva fatica a stare in piedi, con un braccio la aiutai insieme a Tiffany a scendere le scale e a dirigersi in infermeria.
Giunti davanti alla porta mi staccai dall'esile corpo di Sofia e mi dirissi verso la porta, entrati all'interno ci accorgemmo però che non vi era nessuno " Ma è possibile che non c'è mai nessuno" sbuffai nervosa mentre Tiffany, che sosteneva ancora Sofia, si dirisse verso il lettino e delicatamente l'aiutò a sdraiarsi facendo attenzione che non cadesse " G-grazie" disse Sofia a filo di voce con gli occhi semi aperti prima di distendersi e chiudere gli occhi " Puoi andare mi occupo io di lei " mi disse con tono autoritaria appoggiandosi sul lettino dove Sofia si stava riposando " Che cosa.." le chiesi stupita da quell'affermazione più che saccente e imperativa " Da quando sei diventata l'infermiera di questa scuola " chiesi ironica avvicinandomi verso di lei " Partendo dal fatto che non sei riuscita a portarla in infermeria.." disse lei soffermandosi verso Sofia e accarezzandole i capelli " ..Deduco che tu non sia in grado di aiutarla" terminò posando ora il suo sguardo verso la mia direzione.
Per quanto mi desse rabbia aveva ragione, io ero l'ultima persona che poteva aiutarla o esserle di conforto in questo momento, figuriamoci quando si fosse ripreso del tutto. La mia mente era ancora confusa e tormentata da tutto l'accaduto e Sofia in questo momento si doveva solo riposare e stare tranquilla, forse solo con la mente riposata di entrambe si poteva pensare di parlare dell'accaduto e risolvere le cose, si perché era successo qualcosa di sbagliato e troppo instintivo da parte di Sofia che poteva mettere in seri guai sia lei che me.
Captai lo sguardo serio di Tiffanny e subito dopo spostai il mio sguardo sulla piccola e tenera sagoma di Sofia che ora era dormiente sul lettino sempre con espressione contratta e stanca, osservandola mi domandai se fosse la stessa Sofia di qualche momento fa. Più ci pensavo e meno riuscivo a comprendere questa persona tanto misteriosa di fronte a me, quante Sofia potevano esserci la dentro e quante Sofia dovevo ancora scoprire.
Mi persi nei miei pensieri quando il rumore della maniglia della porta mi riportò alla realtà " Scusate per l'attesa " disse l'infermiera con tono pacato dirigendosi alla scrivania, la seguì con espressione infastidita ma a quanto pare lei non notò nulla " Non si preoccupi" intervenne subito Tiffanny rivolgendole un cordiale sorriso.
Guardai Tiffany che ora posò il suo sguardo alla piccola Sofia e inevitabilmente i miei occhi si posarono anch'esso su di lei e accenai un lieve sorriso. La mia presenza a quanto pare non era più necessaria e per quanto mi desse fastidio, la presenza di Tiffanny bastava e insieme all'infermiera potevo stare tranquilla, prima di allontanarmi e dirigermi lentamente verso la porta d'uscita diedi un'ultima sguardo verso la direzione di Sofia e come ultima immagine vidi Tiffany che accarezzava dolcemente i capelli della figura con gli occhi di smeraldo.
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Davanti a te non ho difese
RomanceLa storia racconta di un'alunna e la sua professoressa, rivela passo per passo tutta l'evoluzione del loro rapporto. Entrambi possiedono caratteri così diversi che fa nascere in loro ripetuti conflitti senza mai una fine ma accompagnati sempre da s...