Tu come lo chiameresti?

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Sofia

"Tiffany" esclamai con stupore guardando la figura davanti a me anch'essa al quanto sorpresa, 'non si può mai stare in pace' sussurrò il mio subconscio dandogli ragione. "Ohh ma chi si vede" esclamò felice guardandomi con attenzione "Non ti facevo così mattiniera cara" proseguì con tono seducente e divertito " Potrei dire la stessa cosa" le risposi distaccata . Non volevo apparire sgarbata nei suoi confronti ma ero così tranquilla prima. Il silenzio e il soffio del fumo che usciva dalle mie labbra, facevano da sottofondo alla mia mente, beandomi della mia solitudine e calma. Tutto così tranquillo che proprio lei doveva interrompere la mia quiete 'perché a chi pensavi.." incalzò subito il mio subconscio " A nessuno, non volevo nessuno" risposi a voce bassa per poi soffermermi alla foglia caduta per terra, per un attimo non feci caso a lei e svuotai la mente, ma quel momento durò poco " Che cosa hai detto..?" ripetè curiosa Tiffany gesticolandomi davanti al volto per richiamare la mia attenzione. Nonostante avessi quasi sussurrato riuscì a sentire lo stesso "Ehm.. niente, stavo farfugliando cose inutili" dissi subito cercando di essere credibile al suo sguardo attento e per mia fortuna non insistette "Allora..eri qua tutta sola al freddo" mi chiese interrogativa sgranando bene gli occhi "Già" risposi secca sistemandomi con la mano libera i capelli scompigliati dal vento "Non pensavo che fumassi, per quanto lo trovi sexy, non ti fa bene" mi disse premurosa avvicinandosi pian piano verso di me " Ma che.." esclamai di getto guardandola sfilare dalla mia mano la sigaretta, gettarla per terra ed infine calpestarla. "Mi ringrazierai un giorno per averti salvata da un futuro cancro" disse tra il giocoso e il serio avviandosi verso il cancello "Dai su entra non ti diranno niente visto che sei con me. Non c'era bisogno che fumassi per riscaldarti" mi disse divertita in cerca del mio sguardo " Pff.. non fumo una sigaretta per riscaldami" le risposi girando gli occhi per l'affermazione stupida che fece seguendola a pochi passi più indietro" Beh.. allora ti preoccupava qualcosa" finì lasciando in sospeso la frase sempre più curiosa " Una persona non può fumare e basta.." le risposi, innervosendomi della sua insistenza " Dai su che ti offro un caffè, non emani una bella aura, per te lo zucchero è anche in omaggio" disse allegramente facendomi l'occhiolino e apprendo la porta della scuola.
Varcai la porta dopo di lei e vidi per la prima volta una scuola così vuota e silenziosa. Essendo un'alunna ero obbligata ad entrare nell'orario scolastico come tutte le altre persone, era ovvio che il silenzio e la pace non erano sovrani nelle scuole, sopratutto quando la campanella suonava, ma d'altronde ero una di loro e non potevo biasimare di certo il casino della gioventù.
Mi avviai verso la macchina del caffè mentre Tiffany andò in aula professori per posare le sue robe " Io vado un attimo in aula insegnanti, intanto tu decidi" mi disse prima di lasciarmi da sola. Rimasi a contemplare la macchimetta per un po', vi erano vari tipi di caffè che manco conoscevo l'esistenza 'caffè al ginseng, caffè del nonno' pensai con stupore leggendo e scorrendo con il dito tutte le scritte che erano presenti.
Decisi di prendere una cioccolata calda, con il caffè mi sarei solo agitata e optai per una cosa più dolce e calda 'tutto sommato è stata carina, mi ha fatto entrare dentro e mi sta pure offrendo una cioccolata' pensai sorridendo, ' forse tutto sommato non è stata un male che arrivasse proprio lei' pensai 'alla fine è gentile con te e non ti fa' innervosire ed agitare come qualcun'altra' aggiunse il mio subconscio con tono saccente " Ma te ne vuoi stare zitto per una buona volta" esclamai con una smorfia "..Vedo che parli con una macchinetta" esclamò Tiffany confusa avvicinandosi lentamente a me "Non pensare che ti stessi osservando da un po' e neanche che penso che potresti diventare pazza" disse appoggiandomi una mano sulla spalla e guardandomi seria dritta negli occhi " Mi spiace dirlo ma le macchine non parlano" disse sussurrandomi all'orecchio e cercando di darmi conforto paccheggiandomi la spalla. La guardai storta con le sopracciglia basse e la faccia corrucciata, ricevendo come risposta una fragorosa risata e un'altra pacca sulla spalla "Dovevi vederti.. HAHAHAH" disse ridendo forte dandomi vari schiaffetti sulla stessa spalla che violentò varie volte, "Sembravi un ebete che non sapesse leggere, con quel dito a indicare le scritte e quell"espresione 'sono Sofia la gradassa' arrabiandoti con la macchinetta del fatto che non se ne stesse zitto" esclamò a tono alto alternando varie risatine compiaciuta "Che spasso HAHHA" concluse questa volta, per mia fortuna, spostando la mano verso la sua pancia per contenere il dolore provocato dalle troppo risate. "Primo, anche se la scena potesse risultare in qualche modo divertente non lo fù'" dissi seria cercando di risultare più matura possibile "Se..se.." incalzò Tiffany semi-seria cercando di trattenere le risate "Secondo, che ti ha fatto la mia povera spalla per subire tutte queste violenze da parte sua" chiesi corrucciata ma con sguardo un po' divertito.
"Mi spiace ma dovevo sfogarmi in qualche modo, la scena era troppo divertente, la tua espressione era di una patata lessa" disse con tono solenne ribadendo più volte 'patata lessa'. La situazione era al quanto stramba: lei continuava a ridere di me e a farmi vari complimenti tra ebete e patata lessa ed io ero la' a cercare di ricompormi. La guardai negli occhi, nei suoi occhi ancora divertiti e non potei trattenere una fragorosa risata. Ripensandoci bene era vero che tutto era alquanto divertente ma non mi diedero affatto fastidio le sue prese in giro. Le sue risate erano talmente contagiose che non potei non ridere anche io, ma per qualche mistero i miei momenti di pace e sorrisi erano sempre destinati a svanire..

Davanti a te non ho difeseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora