La sfida

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Sofia

Il giorno seguente mi svegliai prima del solito,l'agitazione non smetteva di cessare e quindi decisi di farmi un bagno per calmare i bollenti spiriti.
Entrai lentamente nella vasca e al contatto con la pelle mi venne la pelle d'oca. Immersi lentamente tutto il mio corpo abituandomi al calore dell'acqua e a poco poco rilassandomi. Cercai per un attimo di dimenticare tutto quanto, sconettere la mente, ma non durò a lungo la sua immagine si fece strada verso di me. Solo al suo pensiero immersi la testa sott'acqua per vari secondi finché i polmoni me lo concessero e riemersi poco dopo con il petto che faceva su e giù 'Neanche un bagno riesco a fare' sospirai irritata.
Dopo essermi vestita mi preparai per dirigermi verso scuola, e come non scordarsi dell'ombrello imprestato lo misi dentro allo zaino e mi avviai verso senza fretta.
Camminai con cautela e arrivata al muretto della scuola decisi di nascondermi per evitare di incontrarla. Era un'azione piuttosto patetica da parte mia ma non avevo ancora metabolizzato l'avvenuto del giorno prima e avrei preferito dimenticarlo piuttosto che accettarlo a me stessa.
Poco dopo la vidi, indossava un maglioncino color sabbia accompagnata da una veste nera legata con una fascia e dei leggins ben aderenti. La osservai attentamente e mi accorsi che si stava guardando attorno, forse aspettava qualcuno o si aspettava di vedere qualcuno. Per un momento sperai che quel qualcuno fossi io.
Quando varcò il cancello ed entrò dentro la scuola uscì allo scoperto, mi appoggiai al muretto e buttai fuori un profondo sospiro 'Ma che sto facendo' pensai voltando il capo verso il cielo e perdermi a guardare il vuoto.

Driiiiiiin

Il rumore della campanella mi fece ritornare alla realtà e solo guardandomi attorno mi accorsi che ero tra le ultime ragazze ad entrare. Ero in ritardo e dovevo correre. Sapevo cosa mi aspettava e il mio cuore batteva forte ma adesso l'unica cosa che importava era non fare troppo ritardo, feci il prima possibile per non peggiorare la situazione ma ormai peggio di così non poteva andare.

Caterina

Ero in classe a fare l'appello, gli alunni erano felici di vedermi e la stessa cosa era per me, solo che mancava qualcosa, quando arrivai a quel nome sentì un vuoto, un velo di tristezza farsi strada dentro di me e ripensai a stamattina quando il mio sguardo la cercava sperando di trovarla al solito posto ma invano.
Poco dopo sentì bussare, "Avanti" dissi ad alta voce, "Oh mio... d-dio ditemi che non a-avete...fatto ancora l'a-appello..." disse con il respiro affannato, la sua voce era squillante ma al tempo stesso dolce e profonda.
Tutti gli occhi erano puntati su di lei, compresa la mia, e solo poco dopo sentì man mano le risate farsi strada sempre più forti e fu inevitabile che un sorriso mi comparse sul volto, cercai di nasconderlo con la mano ma non servì a tanto.

Sofia

Gli occhi erano puntati tutti su di me compresa la sua. Ci fu un attimo di silenzio quando all'impprovviso la classe piano piano si mise a ridere. Caterina cercava invano di  nasconderlo e si guardava in giro facendo finta di niente. Solo guardandola mi accorsi di quanto fosse bello il suo sorriso che arrabbiarsi dopo a quella vista era impossibile "Abbiamo una ritardataria" disse sorridendo accenando qua e là piccole risate "Questo lo sapevo già" risposi sbuffando "Però tempismo perfetto, sono al tuo nome Sofia" disse sorridendo dolcemente "Ah meno male" diedi un respiro di sollievo recandomi al mio bando, non volevo crearmi altri problemi e sopratutto non volevo riceve una ramanzina da lei
"Allora, avete portato e sopratutto fatto i compiti che vi avevo assegnato.. Oggi c'é il controllo" disse adesso seria rivolgendosi all classe che d'apprima rideva allegramente ed ora regnava il silenzio più totale.
Feci un piccolo sorriso perché ero sicura di essere stata l'unica ad averli fatti tutti giusti 'E non per ricevere complimenti da parte sua' esclamò il mio subconscio "Per niente" affermai con decisione per negare ma lo dissi senza accorgemmete ad alta voce che la professoressa sentì 'maledetto subconscio' pensai irritata "Sofia non li hai fatti?" mi domandò seria " No certo che li ho fatti!" la incalzai subito "Fammeli vedere" disse subito dopo.
Presi il mio zaino e tirai fuori i compiti ma rimasi allibita a quella vista "Allora c'è li hai o no?" esclamò con tono interrogativo ma rimanendo sempre seria "Eccoli... Cioè ecco cosa è rimasto" tirai fuori i miei compiti tutti bagnati a causa dell'ombrello che a quanto pare non si era asciugato "Che é successo?" esclamò incredula.
Il solo pensiero mi irrigidí all'istante. Raccontare alla classe ciò che era successo ieri e ricordarlo a me stessa e al mio cuore era troppo per me "Non lo so" diedi come risposta diretta e secca e con tono irritato che lei colse subito "Non é una frase che risponde alla mia domanda Sofia" esclamò più dura " Non accetto alunni che non eseguono i compiti che io assegno" continuò severa "Guardi che io li avevo fatti. Per questa classe la matematica è un taboo e rimprovera l'unica che ne sa qualcosa" le risposi a tono irritata dal suo modo di fare  "Oh guarda c'é qualcuno che si crede di essere più brava degli altri non facendo i compiti" disse sarcastica con uno sguardo più accesso. Osservandola con quel volto così arrabbiata una sorriso divertivo mi uscì spontaneamente come a sfidarla "Hai poco da ridere Sofia, oggi pomeriggio starai qua a scuola e farai i compiti che ti avevo assegnato" disse arrabbiata come a voler darmi una lezione  " E inoltre, quando avrai finito, sarò là per controllarteli e al minimo errore te ne daró altri; così impari a ridere di una professoressa" concluse con tono duro ma al stesso tempo divertito.
'In che guaio mi sono cacciata' pensai agitata mentre la vedevo ritornare alla cattedra con un sorriso di sfida.

Caterina

'Ora vedi chi comanda qua' esclamai forte nella mia mente.

Davanti a te non ho difeseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora