Mi ricordi me

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Sofia

" Hey" sentì sussurare con tono dolce " Ben risvegliata" continuò accarezzandomi i capelli delicatamente,
il tocco morbido e il tono dolce mi suscitò un sorriso spontaneo, tenevo ancora gli occhi socchiusi per godermi quella sensazione di benessere ma lentamente aprendo gli occhi l'immagine che vidi non era quello che mi immaginavo ' o che volessi' mi incalzò subito  il mio subconscio
" Tiffany" dissi con voce sottile tralasciando una nota di delusione " M-ma dove sono" chesi subito confusa guardandomi attorno e riposando poi lo sguardo di nuovo su di lei " Sei in infermeria cara Sofia.." mi disse sorridendo e guardandomi teneramente " E nei sei contenta.." chiesi perplessa al vedere il suo sorriso e il suo volto sereno " Certo che no, sono contenta del fatto che tu ti sia svegliata" rispose con tono dolce accarezzandomi un'altra volta la testa.
Il suo tocco era delicato e caldo, mi guardava con sguardo apprensivo ma allo stesso tempo dolce, non credevo che anche lei potesse essere  carina.
Lentamente cercai di alzarmi dal lettino per appoggiare la schiena contro il cuscino mentre Tiffany mi continuava ad osservare " Perché sono qui" chesi con tono interrogativo accenando un piccolo sguardo anche all'infermiera  " Ehm..secondo te " rispose con un mezzo sorriso appoggiandosi il volto sul palmo della mano e inclinando leggermente la testa " Suppongo che chi è in infermeria é perché qualcuno sta male.." dissi con aria pensierosa "..Quindi sono stata male" conclusi la frase guardandola con un sopracciglio alzato " Hai avuto uno svenimento a causa dell febbre" disse lei con tono preoccupato accavallando ora le gambe e incrociando le braccia " D-davvero" risposi sorpresa dalla risposta.
Non sono mai stata una persona che si ammalasse o in genere che stesse male, arrivare al punto di svenire e dimenticare cosa fosse successo era davvero una sopresa " Strano.." dissi più a me stessa che a Tiffanny " Strano è il fatto che fossi con Caterina" mi incalzò subito con tono annoiato roteando gli occhi e al pronunciare di quel nome tutta la mia attenzione si focalizzò su di lei " P- perché ero con Caterina.." chiesi titubante con voce bassa " Questo dovresti dirmelo tu" rispose lei con tono interrogativo tralasciando una nota di curiosità ben visibile nel suo sguardo " Io in realtà.. non lo so.." dissi piano quasi sussurando.
Rimasi vari secondi in silenzio cercando di capire o meglio ricordare quello che fosse successo, l'affermazione di Tiffanny mi lasciò davvero confusa, che cosa ci facevo con Caterina, perché non mi ricordavo nulla, e sopratutto perché lei non era qui. Era presente quando ero svenuta ma  perché non l'ho trovata al mio risveglio " Perché lei non è qui" dissi senza volerlo come se il mio pensiero avesse preso parola propria" S-se ne voluta andare quando ti abbiamo portato all'infermeria" disse Tiffany con tono esitante abbassando leggermente lo sguardo. All'udire di quella frase una sensazione strana mi pervarve in tutto il corpo, un mix di delusione, dispiacere, tristezza si fecero strada dentro di me, questi sentimenti così vividi mi provocarono un dolore fastidioso che fisso nel petto creavano una voragine, si era sempre preoccupata per me anche quando non era necessario o quando non me lo meritavo, la sua dolcezza, il suo modo di fare, la sua testardaggine, erano gesti di preoccupazione e tenerazza che non avevo mai chiesto: per questo motivo faceva male.
" Ti dispiace.." sentì dire all'improvviso da Tiffany rompendo il silenzio e facendomi ritornare alla realtà " C-cosa.." chiesi titubante cercando di fingere di non aver sentito " Ti dispiace perché se ne andata.." ripeté una seconda volta facendosi leggermente più seria " M-ma figurati, perché dovrebbe dispiacermi.." dissi cercando di essere il più sicura possibile mostrando un volto indifferente ' Io lo so perché ti dispiace' incalzò subito il mio subsconcio mostrandosi sempre nei momenti meno opportuni " Va bene" rispose infine lei accenando un sorriso e dirigendosi verso l'infermiera, a quanto pare se l'era bevuta anche se non capì bene il motivo della sua frase.
" Vedo che hai ripreso pienamente le forze" sentì dire dall'infermiera avvicinandosi lentamente a me " Il tuo svenimento è stato provocato da troppo stress accumulato, ha innalzato il flusso sanguigno del cervello che unendosi allo stato di febbre ha provocato uno squilibrio del tuo corpo facendoti dunque svenire" concluse prendendo un foglietto e una penna dalla tasca " Ti ho prescritto dei farmaci per lo stress" riprese il discorso con voce serena porgendomi il fogliettino davanti a me " Non ne ho bisogno grazie" risposi veloce scendendo dal letto e sistemandomi i vestiti " Il tuo svenimento non è una cosa da prendere sotto gamba, alla tua età non è normale accumulare così tanto stress al punto di svenire" disse ora con tono severo e una nota di preoccupazione " Le ho già detto che non.." ripetei una seconda volta ma fui interotta dalla voce preponderante di Tiffany " Me lo dia a me grazie" disse con tono cortese prendendo prima il fogliettino e poi girandosi mi lanciò uno sguardo corrucciato " Ora andiamo che i tuoi genitori saranno preoccupati" continuò lei salutando l'infermiera e dirigendosi verso l'uscita della porta, la seguì dietro a passo svelto accenando un saluto all'infermiera che rispose con uno sguardo severo ' ma che tipa' pensai prima di uscire dalla porta.
Giunti fuori mi accorsi che si era fatto buio " Ma che ore sono" chiesi sorpresa guardando le luci del corridoio e le finestre che mostravano un cielo scuro " Saranno le sette di sera e tra un po' la scuola deve chiudere" disse lei serena mentre apriva il foglietto prescritto dall'infermiera
" Adrenalux in capsule.." sussurrò con tono pensieroso ripiegando il foglietto e guardando nel vuoto " Ma dici sul serio.. non sono mai stata malata in tutta la mia vita e per uno svenimento succede una catastrofe" esclamai roteando gli occhi e incrociando le braccia " Non fare così, solo perché adesso ti senti invincibile non vuol dire che non puoi ricrollare" disse lei scherzosa rifocalizzando il suo sguardo su di me, camminammo verso le scale per scendere nel primo piano e dirigerci nella mia aula, ero poco distante da Tiffany ma riuscì a captare il suo mezzo sorriso anche da dietro " Sa.. anche i migliori cadono" risposi saccente con un mezzo sorriso accelerando il passo e diminuendo la distanza tra di noi " Ma anche i migliori si lasciano aiutare..non credi" disse con tono dolce appoggiandosi sulla soglia della porta giunti all'aula mentre io mi dirigevo per prendere lo zaino.
"Perché è carina con me" chiesi all'improvviso senza pensarci avviandomi verso di lei con lo zaino in spalle, mi domandai varie volte perché lei si preoccupasse per me ma non ci avevo mai dato troppo peso però adesso che eravamo sole una nota di curiosità si fece dentro di me.
Lei ne frattempo era ancora appoggiata sul  bordo della porta e alla mia all'udire della mia domanda alzò un sopracciglio " Davvero lo vuoi sapere" ribatté con una nota di sorpresa incrociando le braccia " Si" risposi d'impulso con tono fermo arrestando il mio corpo davanti a lei
" S-sai.. tu mi ricordi un sacco me quando avevo la tua età.." rispose dolce avvicinandosi leggermente e piegandosi all'altezza del mio volto "..peccato che non c'era nessuno che si preoccupasse per me " finì la frase tralasciando una nota di amarezza e incrociando il suo sguardo il mio volto si riempì di tenerezza " Ecco la risposta... adesso è meglio che ci sbrighiamo" disse di fretta cercando di nascondere il suo imbarazzo accelerando il passo verso le scale per il piano terra.
Per tutto il tragitto ci fu solo silenzio ma non il silenzio scomodo e imbarazzante, era un silenzio piacevole e di sostegno, era un silenzio che parlava da sé, anche se non sono mai stata brava con le parolera questo silenzio mi aiutava a comunicare.
Arrivammo davanti alla porta dell'aula insegnanti ma prima che Tiffany se ne andasse la chiamai per un'ultima volta " P-per fortuna che io ho avuto te" dissi dolce accenado un sorriso mentre Tiffanny da parte sua mi lanciò uno sguardo sorpreso misto di felicità e tenerezza " Grazie" sussurrò lei infine prima di varcare la soglia e scomparirci al suo interno.
Uscendo dalla porta della scuola ripensai al discorso di Tiffany, davvero le ricordavo io alla sua età, chissà come sarà stato senza nessuno aiuto o nessun tipo di sostegno. Era la prima volta che qualcuno si aprisse con me e non avrei mai pensato che potesse essere una mia professoressa ma il fatto che io le ricordassi lei ha creato quel tipo di empatia e fiducia.
Varcai il cancello della scuola e rilasciai un sospiro profondo " Ritorniamo a casa".

Davanti a te non ho difeseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora