Malinconia e insicurezza

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Tiffany

Erano già passati oramai dieci minuti da quando ero entrata nell'aula insegnanti e il buio nel cielo si era fatto sempre più scuro " Mi ricordi me alla tua età.." sussurrai piano ripensando alla frase detta prima alla piccola Sofia.
Camminavo lentamente trascinando le dita della mano sulla superficie della cattedra e spostai il sedile della sedia poco distante dal tavolo, mi sedetti sul posto e accasciai dolcemente la testa sulla superficie fredda del legno facendo così rabbrividire la mia pelle.
Pensai che era da tanto tempo che non mi aprivo ad una persona e non mi aspettavo che tale persona sarebbe stata una ragazzina delle superiori, alla sua età non ero mai stata una ragazza docile e facile da controllare tanto meno brava ad esprimere e a parlare dei propri sentimenti. Tutti mi dicevano che ero sbagliata, che creavo solo guai e casini, in poche parole che ero solo un danno. I miei genitori erano i primi a non accettarmi per il mio essere, si vergognavano per le figure che li facevo fare e per non essere la figlia che avevano sempre desiderato. Per loro io ero la figlia ribelle e strana, la ragazza controcorrente e diversa.
Mi abituai alla loro assenza senza mai aspettarmi un gesto di aiuto o conforto. Scoprì che anche le altre persone erano come i miei genitori e così mi disillusi che forse avrei avuto una salvezza da qualcuno, ma il non avere il  sostegno dei propri familiari non faceva sperare di avere il sostegno dagli altri. Così con il tempo creai un guscio di protezione in modo da non essere ferita ancora e ancora e mi abituai a cavarmela da sola chiudendo il mio cuore.
I giorni passavano e più il vuota cresceva e più il mio guscio si feceva grande nutrendosi del mio rancore e dolore. Non trovavo nulla di buono nelle altre persone e mi rintanavo nella mia corazza chiudendomi da tutto e da tutti.
Così la mia adolescenza la passai tra solitudine e rancore fino a quando un giorno non incontrai lei.
Lei riuscì a frantumare tutte le mie insicurezze spezzando il mio guscio e aprendo il mio cuore, imparai ad amare ed essere amata.
Lei fù colei che mi insegnò l'amore e la dolcezza, mi comprese e mi aiutò, fù la mia salvezza e il mio appoggio, mi insegnò cosa volesse significare la felicità ma come le cose felici queste sono destinate e non durare per sempre. Come aveva curato il mio cuore riuscì a ferirlo, d'altronde era l'unica in grado di poterlo fare e ci riuscì bene. Oltre alla felicità mi diede un sentimento che conoscevo bene oramai da tanto tempo: il dolore.
La odiai, cercai di odiarla ma non ci riuscì, aveva ricostruito il mio cuore pezzo per pezzo prendendone alcune perti oramai custodite gelosamente in qualche parte del mondo, infatti semplicemente se nè andò dandomi una spiegazione che a quel tempo non riuscì comprendere.
Adesso capì il motivo della sua decisione, maturando e crescendo ero diventata una donna sicura che sapeva quello che vuoleva e saperva vedere il buono nelle persone: il mio cuore ora sapeva amare e prendersi cura delle altre persone e questo fù solo grazie a lei.
Una lacrima improvvisamente mi rigò il viso e  il contatto bagnato lungo su tutta la mia guancia mi fece rabbrividire, continuai a fissare il cielo blu e guardando la luna luminosa un sorriso malinconico si fece piano piano sul mio volto.
Rimasi pochi secondi ad assaporare quella malinconia oramai creduta di aver superata ma una sensazione di tristezza fece capolinea dentro di me " Su.. su.." dissi a me stessa facendomi forza e asciugando la lacrima sulla mia guancia, mi alzai dalla sedia e cercai di ricompormi, presi le mie robe e rimettei in ordine l'aula. Passarono altri dieci minuti prima di poter varcare la soglia della porta ed uscire, si era fatto tardi e non mi sarei mai aspettata di rimanere così a lungo a scuola, ero rimasta ore all'infermeria attendendo il risveglio di Sofia e ora ne risentivo la stanchezza, l'unica cosa che desideravo adesso era un bel bagno caldo per rilassarmi e una bella dormita per rigenerarmi.

Caterina

"Ahhh" esclamai al tocco del getto d'acqua fredda sulla mia pelle, l'acqua scorreva veloce e ogni goccia era una puntina affilata nel mio corpo, avevo bisogno di rinfrescare la mente e risvegliare il corpo. Tutti i miei pensieri erano confusi come il mio proprio essere ma l'acqua a quanto pare non serviva a fluire giù le mie angoscie e le mie preoccupazioni.
Pensai che potesse esser stato un sogno o un'allucinazione o semplicemente voleva prendermi in giro o farmi un dispetto, lei non era la Sofia di sempre l'avevo notato fin da subito che era diversa, dai suoi occhi. Tutto questo però era così sbagliato e fuori dalla mia portata, non riuscivo a pensare a nulla che potessi fare o di come dover reagire " Che cosa faccio" sussurrai stanca appoggiandomi al muro mentre l'acqua ancora scorreva. Posai delicatamente la testa contro il muro e chiusi gli occhi e lentamente portai la mia mano sulle mie labbra accarezzandole leggermente " Che cosa devo fare" sospirai esitante a voce bassa coprendomi il volto con le mani.
Fù la prima volta che baciai una ragazza, nella mia vita frequentai solo uomini tra cui colui che pensavo fosse l'amore della mia vita ma finì solo col spezzarmi il cuore. Sofrì per un lungo periodo ma la mia indole era quello di sollevarsi e andare avanti, pensai che non potevo rimanere a crologiarmi tutta la vita per un amore mancato così diedi una svolta alla mia vita e dopo aver superato la delusione d'amore decisi di distaccarmi dai rapporti sentimentali e di dedicarmi interamente solo al lavoro, non chiudendo però del tutto il mio cuore e lasciando quella piccola speranza ancora in vita.
Sul campo lavorativo da quando incontrai Sofia il mio ruolo di professoressa si fece più travagliato e più duro, era il tipico standard di alunna la quale non sopportavo e che volevo subito mettere in riga ma con il tempo imparai che lei non era quel tipo di persona strafottotente e volgare, forse poteva esserlo ma il suo vero essere era dolce e ingenuo, sicuro e testardo. Con lo scorrere del tempo scoprì altre sue varie sfaccettature  immergendomi nelle suoi varie  ' maschere' lasciandomi molte volte scottata, molte volte confusa e molte volte felice.
Il suo essere era caratterizzato anche dall'arroganza e dall' intelligenza  che però erano da stimolo alla mia persona, mi rendevano più sicura e più severa, mi aiutava a prendere posizione e a reagire, d'altronde con la piccola Sofia non si doveva mai abbassare la guardia, ma oltre a ciò vi era una parte più leggera e cauta che comprendeva la sua tenerezza e il suo imbarazzo.
Queste parti invece erano da stimolo al mio cuore, avevano un effetto ammaliante sulla mia persona. Mi piaceva stuzzicarla per osservare le sue reazioni e le sue azioni, volevo solo capire cosa c'era oltre al suo essere, cosa c'era oltre ai suoi occhi, ai suoi diamanti.
Con il tempo cominciai ad apprezzare quasi tutte le sue sfaccettature ma questa volta non sapevo cosa fare, cosa sentire, come sentirmi, questa Sofia era diversa da tutte le altre, questa Sofia era troppo per me.
Il tutto era così sbagliato ma dovevo mantentenere la calma, oltre a me in gioco c'era anche lei. Non volevo per nulla al mondo ferirla o farle del male, a questa età il dolore dei giovani può essere assimilato in modo sbagliato segnadoli l'adolescenza e provocando ripercussioni in futuro.
" Devo parlare con lei" dissi decisa staccandomi dal muro e chiudendo il manipolo della doccia, uscì velocemente dalle porte e misi l'accappatoio, mi specchiai allo specchio e osservai il mio volto ' andrà tutto bene' pensai esitante sforzando di fare un'espressione sicura. Mi guardai un'ultima volta prima di voltarmi per uscire dal bagno e recarmi a dormire ' Questa notte sarà una nottata lunga e piena di pensieri' sussurrò piano il mio subconscio.

Davanti a te non ho difeseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora