Caterina
Guardai in silenzio la scena, guardai Sofia fra le braccia di Tiffany, guardai i loro sguardi, sopratutto quello di Sofia e una strana sensazione si insidiava pian piano dentro me. "Che sta succedendo" esclamò il preside facendomi sobbalzare, "Ah mi scusi, questa signorina dovrebbe fare più attenzione" rispose divertita Tiffany dopo aver aiutato Sofia ad alzarsi.
Osservai Sofia e feci un lieve sorriso che non contracambiò 'ma che le passa' pensai.
"Tu signorina non dovresti avere lezione" disse severo il preside "In realtà io..." rispose scontrosa Sofia ma fu interrotta da Tiffany " Non la sgridi sono stata io a chiederle aiuto e ad accompagnarmi" disse in modo gentile. "Tutto bene Sofia ti sei fatta male" le chiesi ricordandomi del suo grido, "S-si.. bene" mi rispose, non subito, 'forse non si aspettava la mia preoccupazione' pensai sorridendo e quando la riosservai vidi che rispose al mio sorriso 'che ragazza particolare'.
"Va bene ora che è finito ognuno a il suo lavoro" disse per concludere il preside, " Grazie per la sua compagnia" le risposi per terminare la conversazione e andare nella mia classe "Oh.. fuguriamoci grazie a lei" mi incalzò felice a trentadue denti.
"Va bene finisco io, tu vai in aula che inizia la seconda ora" sentii dire da Tiffany a Sofia, la quale le fece un cenno di approvazione.
"Sofia aspetta" le esclamai salendo le scale, " Sicura tutto bene" le rivolsi con espressione rassicurante "Si glielo già detto.." mi rispose con un sospiro " Ma sempre si deve mettere in mezzo?" mi domandò con aria scocciata ma che tralasciava un po' di tenerezza "Be io direi più preoccupata che 'mettersi in mez.." non finì la frase che mi incalzò subito "Ecco! Non deve" esclamò subito,quasi titubante, "Ma è il mio lavoro preoccuparmi per i miei alunni e poi a me piace farlo" le dissi teneramente 'sopratutto se sei tu' pensai sincera.
Sofia mi ispirava tenerezza e tanta voglia di proteggerla, anche se si mostrava forte e dura,ragazza quale è, aveva quel lato dolce e fragile che volevo osservare per vedere le sue reazioni, le sue emozioni.
L' accompagnai fino alla sua classe, anche per controllare che non si fosse fatta male sul serio. Durante il tragitto non potei evitare di guardarla sott'occhio, fui molto prudente, anche per evitare che si infastidisse.
Non potei non pensare che fosse una bella ragazza, carina pur essendo permalosa, intelligente pur essendo superficiale; ma la cosa che mi colpiva di più di lei, erano i suoi occhi. Quei occhi, estensioni di praterie, sfumature di verdi, due calamite che non potevo evitare di osservare.
"È-è sulle nuvole o cosa" mi svegliò una voce insicura "Oo-hooo" eclamò con più decisone Sofia.
"S-si" le risposi un po' intontita e disorientata, la quale sorrise di gusto e non cercò neanche di nasconderlo, "Ma cosa ridi" esclamai facendo la finta permalosa, "Di lei" disse con tono divertente "Io non ci trovo nulla di divertente" la incalzai sbuffando e guardando all'aria "Sono arrivata" mi interruppe all'improvviso "Lo vedo" le risposi, guardandola sulla sogliola della sua aula "Cerca di fare più attenzione Sofia, mi raccomando" dissi con troppa gentilezza e preoccupazione che la fecero imbarazzare al quanto "M-ma la smette, cavolo" bisbigliò con tono seccata per non farsi sentire "Adesso chi è quella divertente" esclamai ridendo di gusto "Comun.." feci per terminare che fui interrota dal suo sguardo, misto tra dolcezza e seccatura, 'cavolo che occhi' pensai e mi venne un brivido lungo la schiena.
"Ciao" disse per terminare " Si dice arrivede..." non feci per concludere che entrò in aula rivolgendomi solo la schiena ' Sofia ' pensai tra un sorriso e un mezzo sospiro, guardai verso la sua direzione e con una mezza giravolta mi girai per andare verso la sala professori.Sofia
Non le lasciai neanche il tempo di finire che entrai in classe, sentì solo una mezza parola lasciata incompleta. Dovevo andarmene da lei , rimanere insieme non mi faceva bene all'umore 'o al cuore' mi incalzò subito il subconscio. Feci finta di nulla e lasciai che le lezioni proseguiessero fino al loro termine.
Una volta suonata la campanella, presi la mia roba e come al solito fui l'ultima ad uscire.
Scesi lentamente le scale fino alla porta d'uscita, percorrendo il corridoio e l'atrio immersa nei miei pensieri. Immersa completamente che non feci caso della voce che mi chiamò " Eh.. m.. S-sofia" disse balbettando, misi a fuoco i miei occhi per vedere la figura davanti a me " E tu saresti?.." dissi sarcastica ottenendo come espressione una smorfia delusa "Ma.. no scherzavo" mi scusai senza ragione "So chi sei però effettivamente non conosco il tuo nome" affermai per rimediare, questa volta ottenendo un mezzo sorriso "S-sono Riccardo, il ragazzo che hai aiutato la scorsa volta in matematica" disse con più tranquillità " Si il ruba zaini, siamo nella stessa classe, mi ricordo di te" risposi non curante e avviandomi alla porta "Aspe.. volevo dirti una cosa" esclamò raggiugedomi a passo deciso "Volevo ringraziarti come si deve, mi hai proprio salvato quella volta, sai non sono bravo davanti alla gente tanto meno davanti alla lavagna" continuò con parole decise " Quindi grazie..." concluse improvvisamente questa volta con un tocco di imbarazzo 'che strano tipo' pensai e guardandolo dritto negli occhi vidi il suo volto, d'apprima coperto con i capelli, "Non sei affatto male.." sussurrai, "C-cos-saa.." esclamò il ragazzo di getto diventando tutto rosso, e non potei non trattenere una risata "Ma che cavolo, non riesci a mantenere un colore naturale..?" esclamai sorridente mentre lui era ancora rosso per la vergogna "E strano ricevere complimenti sai.." disse riprendendosi dall'imbarazzo e ricoprendosi il volto dai capelli "Beh chissà come mai" dissi retorica avvicinandomi a lui "C-che s-stai facendo.." balbettò di nuovo imbarazzato "Ecco, così va meglio" dissi dopo che spostai i suoi capelli verso l'alto lasciandoli un po' ondulati "Ecco da ora in avanti non avrai più problemi" dissi soddisfatta "Non mi devi ringraziare sai.." dissi scherzosa avviandomi al cancello della scuola "P-pensi veramente che il problema sia questo..?" esclamò seguendomi dietro "Penso che sia più che altro la tua timidezza e goffaggine, però già un passo l'abbiamo fatto..non credi?" dissi curiosa "Guarda sta tutto nello sguardo.. quando guardi gli occhi di una persona, guardi la sua anima, gli occhi parlano, non devi avere paura" lo incitai decisa " Gli occhi abbattono qualsiasi muro, sia il tuo che della persone che stai guardando" affermai con decisione, feci per proseguere che mi incalzò una voce piuttosto familiare ed irritante " Che saggio consiglio, lo penso anche io" disse sorridente "Ma che cav.. ma lei deve fare sempre gli agguati" sputai acida, agitandomi della sua presenza "Anche se penso che l'educazione e le buone maniere servano" esclamò con sguardo deciso ma sempre dolce " E questo che cosa c'entra... anzi che cosa c'entra lei in tutto ciò" dissi con prepotenza guardando adesso il ragazzo che se ne stava zitto ma allo stesso tempo divertito "Questo era un consiglio per te.. e poi era interessante il tuo discorso che stavi facendo, avviandomi al cancello non ho potuto evitare di ascoltarvi" disse serena "Peccato che quando ti parlo, come in questo momento, non mi degni manco di uno sguardo" continuò decisa " Predichi ma non applichi" esclamò divertita ottenendo un sorriso da Riccardo.
Tutta la situazione si stava facendo al quanto pesante e irritante 'perché irrita così tanto questa donna' esclamai con forza dentro di me, "Non so come lei riesce veramente.." dissi abbassando leggermente il capo " A essere così dannatamente fastidiosa" esclamai irritata alzando questa volta il capo e guardandola dritto negli occhi, nei suoi oceani di quel blu immenso.CATERINA
Finita anche questa giornata di duro lavoro, dopo 4 ore lezione, la stanchezza e la salivazione si facevano sentire. Sistemato le varie scartoffie e i documenti da sistemare mi misi giubbotto,borsa e via. Ero l'ultima ad uscire, preferivo fare le cose con tranquillità e pace, spensi le luci e chiusi la porta. Mi avviai verso la porta d'uscita e vidi due figure in lontananza, una non sapevo ben chi fosse, ma l'altra la riconobbi all'istante 'Sofia' sussurrò il mio subconscio 'ancora qua..?" pensai stranita. Mi diressi nella loro direzione a passo lento, per non farmi sentire. Anche se era stupido da parte mia seguirli la curiosità prevaleva però una voce dietro mi fermò all'improvviso "Caterina" esclamò la voce con troppa felicità "Signor Preside" esclamai riconoscendolo con non troppa felicità " Quando la scuola finisce mi può chiamare Andrea" disse troppo gentile "Ah, va bene Andrea, voleva qualcosa in particolare " gli risposi gentilmente "Avevo sentito la porta chiudere e immaginavo fosse lei, volevo solo salutarla, mi ha fatto piacere prendere un caffè con lei, però la prossima volta glielo offro io" disse speranzoso" Ma certo mi farebbe piacere, beh grazie del pensiero.. a domani" conclusi gentilmente " A domani Caterina" mi sorrise dolcemente rimanendo a fissarmi per non poco tempo, accortosi del tempo passato si agitò per l'imbarazzo e con fare veloce corse verso la porta ed infine mi sorrise prima di entrare e chiudere la portai dell'ufficio. Ripresi il mio tragitto e non potei trattenere una risata ripensando al preside 'Andre, ha voluto togliere già le formalità' pensai divertita 'che strano tipo, carino ma un po' troppo invasivo' pensai dentro di me. Persa nei miei pensieri e avviandomi al cancello, l'udire di una voce mi riportò alla realtà "Guarda sta tutto nello sguardo.. quando guardi gli occhi di una persona, guardi la sua anima, gli occhi parlano, non devi avere paura" ascoltai non poco distante da loro essendo loro di spalle non potevano vedermi, ma io potevo ascoltare chiaro e tendo 'Però.. la ragazza sa il fatto suo' esclamò il mio subconscio dandogli ragione, 'il tuo sguardo può abbattere qualsiasi muro Sofia' pensai poi guardandola da dietro "Non è difficile, basta focalizzarti sulla pers..." non ebbe il tempo di proseguire che con un passo veloce li raggiunsi
"Che saggio consiglio, lo penso anche io" dissi sorridendo salutando prima il ragazzo e in seguito guardando Sofia " Ma che cav.. ma lei deve fare sempre gli agguati" sputò acida facendomi sorridere, sapevo come fosse fatta ma nonostante ciò non potevo non riprenderla "Anche se penso che l'educazione e le buone maniere servano" esclamai con sguardo severo però con un tocco di dolcezza " E questo che cosa c'entra... anzi che cosa c'entra lei in tutto ciò" disse con prepotenza guardando il ragazzo per evitare il mio sguardo e cercando di nascondere l'imbarazzo che tralasciava dai suoi gesti e parole. Il ragazzo in tutto ciò se ne stava zitto ma allo stesso tempo si divertiva "Questo era un consiglio per te.. e poi era interessante il tuo discorso che stavi facendo, dirigendomi verso il cancello non ho potuto evitare di ascoltarvi" dissi curiosa "Peccato che quando ti parlo, come in questo momento, non mi degni manco di uno sguardo" continuai decisa " Predichi ma non applichi" conclusi divertita ottenendo un sorriso da Riccardo,
'vediamo che fai cara Sofia' pensai divertita accennando vari sorrisi innocenti. Guardai Sofia abbassare il capo, come se si fosse stancata "Non so come lei riesca veramente..." disse con capo abbassato quasi sussurrando, "A essere così dannatamente fastidiosa" esclamò irritata alzando di getto il capo e guardandomi dritta negli occhi, i suoi bellissimi occhi, immense praterie di varie tonalità erano dritti nei miei occhi, come se volessero scrutarmi fino a fondo, scrutarmi l'anima. Fui presa alla sprovvista, il mio cuore fu preso alla sprovvista. Riuscì a rubarmi un battito e a farlo prigioniero.
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Davanti a te non ho difese
RomanceLa storia racconta di un'alunna e la sua professoressa, rivela passo per passo tutta l'evoluzione del loro rapporto. Entrambi possiedono caratteri così diversi che fa nascere in loro ripetuti conflitti senza mai una fine ma accompagnati sempre da s...