Distacco

1.5K 59 8
                                    

Sofia

Tiffany aprì la porta e subito i miei occhi si posarono su di lei, era seduta al lato della lavagna leggermente appoggiata al braccio della sedia con postura ferma ed elegante sopresa della mia presenza.
Catturai il suo sguardo blu nel mio ma anche un terza figura era presente in quel momento " Mi spiace informarla che abbiamo una ritardataria, di nuovo" disse Tiffany con tono serio rimarcando il " di nuovo" come a voler stuzzicare ' poteva anche evitarselo' affermò subito il mio subconscio dandogli ragione come sempre " Lo vedo, accomodati pure Sofia" disse Caterina gentile accenando un lieve sorriso prima di prendere il registro ma lasciando trapelare nel volto uno sguardo preoccupato.
Varcai di poco la soglia della porta e subito lo sguardo di Kevin si appoggiò sul mio " Alla buon ora" sussurrò piano lui facendosi sentire solo da me e Caterina la quale però lo rimpoverò con lo sguardo e all'udire della sua voce però un miscuglio di sensazioni confuse pervasero dentro me: il ricordo della discussione, la rabbia, il bacio di Kevin e poi..
Quello che successe dopo era solo un'immagine bianca e vuota, un ricordo imperscrutabile come se la mente avesse eliminato o non se lo volesse ricordare, cercai di sforzarmi per un lieve ricordo ma nulla, ogni sforzo era vano. L'unico ricordo impresso nella mia mente ancora vivida dentro di me era solo il risveglio e la delusione provata in quel momento, lei non era rimasta accanto a me e questo era l'unica cosa che mi importava e che non potevo cambiare e all'improvviso quel malinconico sentimento di tristezza si riscaturò in me mentre mi stavo dirigevo verso il banco.
Giunta alla mia postazione il mio sguardo si spense nel vuoto e desiderai di aver scelto di saltare anche la seconda, non capivo perché ogni volta questa sensazione di malessere doveva sorgere e farmi stare in questo stato, cosa avevo fatto di male per meritarmi questo e perché la sua presenza mi doveva condizionare in questo modo così profondo, non capivo.
" E-ehi Sofia" sentì dire all'improvviso da una voce svegliandomi così dai miei pensieri " Spero tu stia bene " chiese gentile la voce di Dereck mantenendo un tono di voce bassa per non farsi sentire e con lo sguardo fisso su di me " Hm.." gli risposi semplicemente senza mezze parole disostogliedo il contatto visivo per fargli capire di essere voluta lasciata in pace " V-va bene..." rispose lui titubante cogliendo il messaggio tralasciando una nota di tristezza che però non colsi perché in quel momento stavo assimilando la mia di tristezza.
Spostai il mio sguardo verso la lavagna con la testa appoggiata su una mano mentre con l'altra ticchettavo la superficie del banco per la noia e poco interesse alla lezione, Kevin invece eseguiva l'esercizio con minuziosa attenzione e pensai che per quanto potevo odiarlo era innegabile la sua bravura in matematica, forse era al mio livello. Magari se avesse avuto un altro carattere avrei potuto almeno tollerarlo ma purtroppo non era così.
Mi girai distrattamente verso la finestre per ammirare il cielo azzurro di quella mattina ma subito me ne pentì e distolsi lo sguardo soffermandomi invece sugli alberi e la natura che circondava la struttura della scuola " S-sai cosa.. possiamo andare a prendere una cioccolata calda dopo" disse la stessa voce di poco fa come al solito insicura e imbarazzata " C- come scusa.." gli chiesi subito stranita dalla sua proposta alzando un sopracciglio " Ti ho vista triste e pensavo ti avrebbe fatto piacere un po' di compagnia" rispose lui sempre insicuro ma con tono dolce e preoccupato " N-non mi devi per forza raccontare, penso che... solo una cioccolata calda possa rallegrare a tutti una giornata brutta" disse titubante forse per la troppa invadenza ma infine concludendo con una voce più serena.
La sua richiesta mi spiazzò, nessuno aveva mai provato ad invitarmi a uscire da qualche parte o per proprio timore o perché sapevano come io fossi fatta, infatti non ero mai stata una persona di grande affetto o che si volesse fare amici, ero sempre stata una ragazza diffidente con le relazioni.
Ero solo una ragazza di prima liceo ma sapevo come girasse il mondo o almeno ci provavo, ero convinta che la maggior parte delle persone agivano per un proprio fine o per la propria gratificazione, tutto era così losco e impuro nelle anime delle persone che era difficile trovare del buono e del puro. La prevalenza di certi soggetti impediva alle anime chiare e limpide di brillare facendo prevalere così nel mondo solo il male e il brutto sovrastando così quella piccola. Io invece cercavo solo di vivere senza difficoltà e senza alcun sentimento che mi potesse mutare o affliggere o farmi preoccupare delle preoccupazioni delle altre persone, mi bastava solo me stessa, io non ero nessuno per cambiare le persone, il bene esisteva come il male, la ricerca utopistica di un mondo perfetto in continua lotta tra la supremazia del bene e male per me era indifferente al contrario invece di coloro che volevano dare un senso alla loro vita con quest'ideologica e colonna portante della filosofia, io mi accontentavo di stare nel mio e non sbilanciare e mutare questa condizione, a non mutare la mia condizione. Io stavo bene così.
Alla richiesta di Derick però, così spontanea e pura , fece quasi crollare la mia convinzione, lui voleva solo aiutarmi, le sue intenzioni erano buone e nei suoi gesti non ci vedevo nessun secondo fine. Forse lui faceva parte di quella piccola minoranza ignara del male e della meschinità del mondo, nei suoi occhi riuscivo a cogliere la purezza di un'anima gentile e dolce, non riuscivo a spiegarmi il motivo ma la sua preoccupazione lentamente mutò quel sentimento di tristezza che speravo se ne andasse " Grazie" dissi con tono dolce mostrando tutta la mia sincerità e gratitudine di quel semplice gesto, lo guardai fisso ancora un po' negli occhi e lui lentamente cominciò ad arrossire e ad agitarsi mentre con gesti impacciati cercava di darsi un contegno ' Carino' pensai teneramente e un altro sorriso mi uscì spontaneo.

Driiiiiiiiiiinnnnnnnnnnn

Caterina

Era suonata la campanella e tutti velocemente se ne stavano andando gioiosi e vivaci della fine della lezione e a rimanere in classe furono solo tre persone.
Osservai Kevin riordinare le sue cose lentamente mentre Sofia e Dereck parlavano animamente riponendo anche loro le robe negli zaini, focalizzai il mio sguardo verso di loro facendo attenzione a non farmi vedere e mi sorprese il vederli insieme, Sofia era solita a stare per conto suo e a rivolgere poche parole con le persone mentre il timido e goffo Dereck faceva fatica a interagire con gli altri ma la loro conversazione sembrava così vivace e animata che potei vedere chiaramente nel volto di Sofia un gran sorriso, in qualche modo il ragazzo era riuscito a a sollevarle il morale e a strapparle un sorriso.
Distolsi leggermente lo sguardo davanti a quei sorrisi e una nota di dispiacere si scaturò in me, un sentimento che all'improvviso sempre più in giù, più profondamente andava a creare una sensazione di amarezza. Lei ora era felice e questo era una cosa positiva ma perché dentro di me ero preoccupata, io desideravo solo il suo bene e per qualsiasi problema l'avrei aiutata come meglio potevo ma questo peso nonostante tutto continuava a espandersi senza che io lo volessi.
Ero abituata a vedere Sofia preoccupata e turbata e assimilavo ogni suo sensazione per aiutarla ed avere anche l'opportunità di conoscerla e di comprenderla ma questa volta ero stata preceduta, era riuscita a risolverlo senza di me.
Ferita, tristezza, dispiacere non importavano questi sentimenti quando Sofia era sorridente e calma, e come professoressa dovevo pensare solo al benessere dei miei alunni, la cosa migliore ora era osservare senza intervenire " Buon pomeriggio ragazzi" dissi dolcemente accenando un lieve sorriso e catturando solo gli sguardi dei due ragazzi " Se vuole l'aiuto prof.." intervenne poco dopo una voce dal fondo.
Kevin con tono gentile mi ofrì il suo aiuto per posare le robe in sala professori pero in qualche modo quella cortesia mi destabilizzò ma non mi sembrava carino rifiutare una proposta così gentile " V-va bene" dissi titubante fermandomi sulla soglia della porta attendendo che arrivasse ma nel mentre si stava dirigendo fù fermato da una mano " Che cosa stai facendo" chiese subito Kevin con tono sorpreso e infastidito al tocco sul suo braccio " Io.." disse piano Sofia come se non si fosse accorta del suo gesto " N-non volevo.. " disse in fretta ritirando subito la mano e guardando da una un'altra parte con aria confusa " Sarà meglio" affermò lui poco dopo con tono saccente superando Sofia e giungendo da me
" Andiamo" affermò Kevin con aria fiera dopo aver preso alcuni libri e dato un'ultima sguardo ai due ragazzi " Si.." gli risposi io lasciando la parola in sospeso ' Che cosa le sarà preso alla piccola Sofia ' pensai confusa prima uscire dalla porta e lasciare l'aula.
La sua azione insieme alle sue numerose azioni precedenti erano sempre imprevedibili e nuove in tutto e per tutto, il significato dei suoi gesti erano difficili da comprendere e metabolizzare e subito il ricordo del bacio si scaturò in me come un fulmine a ciel sereno. Non riuscivo a dare un significato a quel gesto come alle sensazioni provate di quell'avvenuto ma a quanto pare Sofia sembrava non ricordarne e forse era un bene, tutto doveva rimanere nel silenzio e nel passato.

Davanti a te non ho difeseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora