•Capitolo 18•

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- Ron -

Il ragazzo, non ancora accortosi della presenza di Hermione, al suono della sua voce si girò velocemente verso la Grifondoro con gli occhi speranzosi e leggermente spaventati.

- Ciao Hermione -

- Posso...possiamo parlare? -

- Oh, sì, certo. Siediti - lui era seduto sopra un mattone per non bagnarsi il sedere. Faceva freddo e la neve per terra di certo non era asciutta.

- Si, ma non c'è qualcosa su cui mi possa sedere - lui la guardò divertito, ridacchiando.

- Hermione, sei o non sei una strega? - la ragazza si vergognò per la figuraccia, ma nascose abilmente la cosa tirando fuori la bacchetta e dicendo "Accio mattone!". Una volta seduta, ripresero a parlare.

- Penso tu me l'avessi già detta questa frase - Hermione sorrise al rosso.

- Sì, l'avevo fatto - gli sorrise anche lui. 

Calò il silenzio.

E così è arrivata la resa dei conti, eh? Beh, almeno cerchiamo di non uscirne male, amore.

Sì, perché per Ron Hermione era ancora amore. Stessa cosa dicasi per la ragazza.

- Allora... -

- Sì... -

- Ok, Ron, ora dobbiamo dirci tutto, e...e risolvere questa cosa. -

Ron annuì debolmente.

- Inizia...parti tu -

Hermione chiuse un momento gli occhi, che poi rivolse alla superficie azzurro/grigiastra del lago ghiacciato. Sostenere un contatto visivo non era nemmeno supponibile.

- Ascolta, Ron...io non voglio continuare a non parlarti. Malgrado tutto, ti considero ancora uno dei miei migliori amici, e forse anche qualcosa di più -

Sì! pensò il rosso Forse abbiamo ancora una possibilità. Forse non ho rovinato tutto.

 - Ma non voglio essere la tua ragazza. Non posso. Non posso e non voglio nemmeno negarlo: mi hai delusa, come penso mai avevi fatto. -

- Più di quando vi ho abbandonati nella foresta? -

- Assolutamente e inequivocabilmente sì. Perché lì eravamo in un clima di tensione, paura, sconforto e disagio. Avevamo anche l'horcrux, che non migliorava di sicuro l'umore, e...e poi sei tornato, e...grazie al cielo sei tornato. Mancavi. Tanto. E io...io piangevo. Altrettanto. -

- Sì, me l'aveva detto Harry - la sua voce era flebile, ferita a morte da quello che gli stava dicendo la ragazza che amava, ma Ron sapeva che era solo colpa sua.

- Ecco...lì, anche se non avresti dovuto farlo, era accettabile. Qui no. Qui siamo a casa, mangiamo pasti eccellenti, dormiamo in letti caldi, andiamo a lezione, siamo fra amici, andava tutto bene. Santo Merlino, saresti dovuto essere al settimo, no che dico, all'ottavo cielo perché tua sorella e il tuo migliore amico erano -e per fortuna sono- dannatamente FELICI!!!  - la voce della ragazza si stava alzando Ma invece tu no, dovevi pensare a te stesso, senza badare alle emozioni degli altri. Dovevi, ancora una volta, lasciarti dominare e comandare dall'ira, manco fossi Achille, accidenti! Dovevi restare nella tua infantilità e non permettere ad Harry di fare le coccole a Ginny -

- Era un succhiotto, altro che coccole - aveva borbottato Ron, ma Hermione aveva sentito e si era girata verso di lui, con gli occhi fiammeggianti.

- Ronald, non.Puoi.Impedirlo. Sono grandi, fidanzati e felici. Devi lasciarli fare!! Prima o poi faranno ben altro che un succhiotto, te ne rendi conto?? - la sua mente volò alla scena della sera prima - E TU DOVRAI LASCIARLI STARE. -

♡Love's magicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora