Siamo arrivati a 30 mila. È una cosa surreale, pazzesca, vi voglio tanto bene. Quindi...in questo capitolo c'è una cosa che aspettavate da tanto. Spero vi piaccia...fatemi sapere. Lily
Ron si fermò ad osservare la casa di Hermione esalando potenti respiri. Era sicuro di quel che voleva fare ma totalmente terrorizzato, un'eccitazione mista a paura gli tingeva il cuore di mille colori diversi al contempo, il suo corpo fremeva per farla finita in fretta per molteplici motivi.
Mise una mano sulla tasca sinistra e schiacciò leggermente: la paura di essersi scordato l'anello si dissolse come il suo ultimo respiro in quella vietta tranquilla. Pensò a Harry che una mezz'ora prima, al Ministero, aveva praticamente urlato di gioia all'udire il vero intento del rosso e lo aveva minacciato di morte se si fosse fatto prendere dal panico, a Ginny, che si sarebbe messa a saltellare, ai suoi genitori che avrebbero sicuramente pianto e, non meno importante, ad Hermione.
Quanto era bella.
Avanzò finalmente verso la porta grigia tentando di darsi una calmata. Possibile che aveva più paura adesso rispetto a quando lui ed Hermione erano inseguiti da Nagini? Mai avrebbe creduto una cosa del genere, eppure era così. Sperava troppo in quel che sarebbe potuto accadere, si sentiva un adolescente in preda alla prima cotta.
Bussò più forte del normale e venne ad aprire la signora Granger con un gran sorriso.
- Ronald! Sei arrivato! Da quanto tempo non ci vediamo! -
- Ha ragione, signora Granger, sono imperdonabile. - rispose ridendo Ron, vedendo poi giungere da una porta laterale il padre di Hermione e lei.
- Ronald, che bello rivederti! - la stretta del signor Granger fu potente, ma Ron non vide il suo sguardo. Osservava Hermione con dei semplici shorts neri, una maglietta a maniche corte con una piccola stella al centro, una coda evidentemente rifatta due secondi prima e pochissimo trucco. Lei lo scrutava guardinga e un po' sulla difensiva anche se quasi invisibili fibre di felicità le attraversavano le iridi marroni.
Entrarono chiacchierando nel salotto sprovvisto di divano e da lì Ron scorse quello nuovo nel piccolo giardino sul retro che dava sulla strada a fianco di quella da cui lui proveniva. Nella sua mente balenò il pensiero Come ha fatto Hermione a non pensare che basterebbe un Reducio? ma poi si disse anche che era una benedizione che non ci avesse pensato.
- Beh, ragazzi, prima portate dentro quel divano prima ci sediamo e prendiamo un the, no? - esclamò la signora Granger - Prego, non vi disturberemo - e così lei e suo marito si avvicinarono alla parete opposta, e lì rimasero.
Ron non ce la faceva più, sentiva l'anello che urlava per uscire, voleva farle la proposta in quel momento esatto ma fece un respirone -Hermione lo fissò, gli occhi indagatori a capire il motivo di tutta quell'agitazione- e si calmò.
Uscirono, mossero la bacchetta lui verso destra e lei verso sinistra pronunciando Laxo! e i muri, elastici, si curvarono senza cadere come fossero una striscia di liquirizia, allargando notevolmente la porta. Ron mantenne la posizione, Hermione usò invece il Wingardium Leviosa per sollevare il divano azzurro e posarlo poi al posto giusto. Uno strano silenzio avvolgeva tutte quelle azioni: Hermione non capiva niente di quella situazione, Ron era più teso dei fili dei trapezisti e i signori Granger avevano ormai capito che c'era qualcosa di strano in entrambi i ragazzi. Ron abbandonò quella posa, la porta riprese le consuete dimensioni e lui rientrò, trovando i signori Granger che si stavano seduti sul divano.
- Hermione dov'è? -
- È andata ad accendere il bollitore per il the e a prendere i biscotti, tornerà subito. -
Una scarica di paura alternata a felicità fece sussultare Ron, che percepiva la scatolina nella tasca grande quanto un vulcano.
Adesso o mai più.
Sentì i passi di Hermione annunciare il suo ritorno, venne preso dal panico, non percepì più nulla se non la fretta, si parò davanti ai signori Granger, che lo guardarono perplesso.
Hermione fece capolino dalla porta tenendo il piatto di ceramica con i biscotti.
- Signor Granger, signora Granger, non sono mai venuto qui perché, quando io ed Hermione ci siamo fidanzati, mi sono ripromesso che la prima volta che l'avrei fatto vi avrei chiesto la mano di vostra figlia. Ora sono qui per questo. La amo più di quanto ami me stesso. -
Hermione registrò le parole, ma all'inizio non capì. I suoi genitori avevano interrotto un respiro a metà, Ron aveva il petto che si alzava e abbassava ad una velocità impressionante...
Oddio.
- Ronald, accettiamo la tua richiesta più che volentieri. - disse la signora Granger stranamente calma, stringendosi al marito - Sempre che Hermione sia d'accordo...e quel sorriso che ha mi dice che lo è. -
Il fragore del piatto in frantumi avvolse la sala, ma Hermione sentiva solo il tamburo che era il suo cuore e la consapevolezza di cosa stava accadendo schiacciarla in malo modo. Avanzò barcollando di qualche passo verso un Ron ora in ginocchio e con la scatolina aperta sulla mano, non percepì i cocci del piatto sotto le sue infradito e vide il ragazzo irrigidirsi dall'agitazione.
- Vuoi diventare mia moglie? - niente parole in più, niente discorso, ma a Hermione bastava quello. Si portò le mani alla bocca e le lacrime scesero copiose, sussurrò un sì carico di pura, purissima, reale felicità. Arrossì di gioia mentre Ron si alzava traballando e le infilava l'anello al dito, tremante.
Ad Hermione sembrò quasi di vedere la tensione uscire dal corpo del suo fidanzato e dissolversi per essere rimpiazzata da un sorriso che non aveva avuto neanche mentre facevano l'amore, non resistette più e gli passò le sue lacrime baciandolo come fossero soli nell'Universo. Nessuno dei due credeva di poter creare un bacio nuovo ma è quel che fecero, era il loro momento, si stringevano come quasi mai avevano fatto, consapevoli però che non sarebbero più andati da nessuna parte senza la coscienza di avere qualcuno che li aspettava.
Ron aprì gli occhi e osservò le ciglia bagnate della sua ragazza mentre si baciavano e l'unica cosa che poté fare fu di staccarsi un attimo e dirle: - Sei bellissima. -
Lei sorrise solamente, poi si allontanò di un passo e osservò per la prima volta il suo anello. L'argento brillava di una luce umile ma presente e lo zaffiro sembrava riflettere la profondità di quel sentimento che provava.
Un abbraccio dei signori Granger le ricordò che c'erano anche loro, si voltò e li strinse più forte mentre piangeva sempre più man mano che realizzava cosa comportava quell'anello che la faceva sentire alata. Poi anche Ron, visibilmente scosso ma felice oltre ogni limite, ricevette un abbraccio caloroso che non permise però ai suoi occhi di spostarsi da quelli di Hermione.
- Fa vedere, fa vedere, tesoro... - strillò la signora Granger riferendosi all'anello al dito di sua figlia, che se lo sfilò con cura e glielo porse, non lasciandolo però completamente nelle sue mani.
- È splendido, tesoro. - le disse sua madre, togliendo le mani.
Hermione fece per infilarselo nuovamente ma qualcosa la colpì.
Mentre solo Ron la guardava -i suoi genitori si erano andati a sedere, commossi dentro- avvicinò l'anello agli occhi e lesse una frase incisa nel metallo.
Miseriaccia se ti amo.
Una lacrima in più solcò le sue guance.
{dimanche 18 mars 2018}
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♡Love's magic
FanficPer chi ama Harry Potter, per chi vive ancora nel mondo magico e vuole continuare a farlo, per chi ama gli Hinny e i Romione, per chi va a scuola a Hogwarts, per chi vuole sognare ancora con i nostri amici, per chi vuole nuove avventure, per chi vuo...