Adrien poggiò la penna sul quaderno, osservando il ragazzo dall’altra parte del tavolo e ignorando i due kwami che, incuranti dei propri umani, stavano gozzovigliando in mezzo al tavolo: «Rinfrescami la memoria, pennuto.» iniziò il biondo, incrociando le braccia al petto e sorridendo: «Perché sei venuto a studiare a casa mia?»
«Perché facciamo entrambi gli stessi corsi?» domandò di rimando Rafael, alzando la testa e fissando l’altro: «E poi Flaffy è impegnato con Plagg e non sta a tormentarmi tutto il tempo.»
«Dura la vita per chi ha un kwami tolkeniano.»
«Disse quello che l’ha fissato con Masterchef.» brontolò Rafael, passandosi una mano fra i capelli e sbuffando: «Devo chiedere a Sarah di tradurmi questo articolo.»
«Questo è barare.»
«Ti passo la traduzione.»
«Questa è amicizia.» dichiarò Adrien, abbassando lo sguardo sui suoi appunti: «Sinceramente preferirei affrontare un supercattivo, piuttosto che continuare a preparare questo esame.»
«Occhio a quel che desideri, amico.» sentenziò Rafael, alzando la testa e ascoltando il trambusto che si era levato al di là della porta della grande sala da pranzo: «Ma che…?» mormorò, osservando l’uscio spalancarsi e Marinette entrare velocemente nella stanza, chiudendosi il pesante legno e appoggiandovicisi contro.
Adrien sorrise, alzandosi dalla sedia e raggiungendo velocemente la ragazza: «Un’altra volta?» domandò, aiutandola a togliersi la sciarpa e il berretto, posandole poi le labbra sulla fronte: «Devo fare qualcosa, my lady?»
«Fuggire con me?» domandò speranzosa la ragazza, alzando lo sguardo azzurro su di lui e poi notando l’altro ragazzo nella stanza: «Ciao, Rafael.»
Il moro la salutò con un cenno della mano, sorridendo: «Vi faccio da diversivo mentre fuggite via?» domandò, osservando i due sedersi di fronte a lui e poi dando una veloce occhiata all’orologio, che teneva al polso: «Cioè, mi piacerebbe ma…»
«Ma i pennuti abbandonano la nave prima che affonda?»
«Quelli sono i topi, gattaccio. Sai quei cosi grigi che dovresti cacciare?» sbuffò Rafael, chiudendo il proprio libro e radunando le sue cose: «Comunque Sarah fra poco è libera: aveva un incontro con un professore e....»
«Oh. Giusto. Dovete recuperare…»
«Adrien!» strillò Marinette, dando una lieve manata alla testa del biondo, sotto lo sguardo soddisfatto di Rafael.
«Che ho detto?»
«Io vado, eh!» dichiarò il moro, agguantando il suo kwami e tirando fuori il ciondolo del pavone: «Flaffy, trasformarmi.» dichiarò, venendo investito dalla luce del Miraculous e diventando Peacock: «A domani, gattaccio.» sentenziò, una volta che la trasformazione fu completata e, recuperato lo zaino, uscì velocemente dalla sala da pranzo.
«E’ normale il fatto di aver visto Peacock uscire da casa mia come se nulla fosse?» domandò Gabriel, entrando nella stanza e rimanendo fermo sulla porta, lo sguardo rivolto all’androne dell’abitazione, mentre Nooroo volava all’interno della sala e si accomodava di fianco a Plagg.
«Vuoi davvero una risposta?» gli domandò il figlio, alzandosi e chiudendo la porta della stanza, sotto lo sguardo interrogativo del padre: «Mamma.» spiegò lapidale Adrien, indicando la fidanzata.
«Oh. Giusto.» Gabriel annuì, sistemandosi gli occhiali e facendo vagare lo sguardo su Marinette: «Cosa ha ideato stavolta?»
«Non lo so.» sentenziò la mora, giocherellando con una ciocca di capelli: «Appena Nathalie mi ha aperto sono entrata qui dentro.»
«Puoi fare qualcosa per fermare tua moglie?»
«E’ anche tua madre, figliolo.»
«Sì.» Adrien annuì, osservando il genitore intensamente: «Ma se tu la tenessi…come dire? Occupata? Ecco sì, se tu la tenessi…»
«Finisci quella frase e ti akumatizzo.»
«Non puoi.» borbottò Adrien, incrociando le braccia: «Se mi akumatizzi poi stai male. Vero che non può, Nooroo?»
«Beh, tecnicamente potrebbe. E’ ancora il mio Portatore.»
«Quand’è che mister Miyagi si decide a trovare il nuovo? Così almeno mio padre la finirà di minacciarmi di akumatizzarmi.»
«Potrei sempre rinchiuderti in casa…»
«Ho un kwami e non ho paura di usarlo, papà.»
«Ehi, moccioso! Non parlare di me come se non ci fossi.» bofonchiò Plagg, incrociando le zampine e assottigliando lo sguardo verde: «Potrei dire cose di te che farebbero impallidire le signore qui presenti.»
Marinette tossì, un sorriso che le si stendeva sulle labbra, alla vista dell’espressione imbarazzata di Adrien: «E’ camera mia.» ringhiò il biondo, osservando male il proprio kwami: «Sarò libero di andare…»
«Ok, non voglio sapere altro.» sentenziò Gabriel, scuotendo la testa e sospirando, voltandosi poi verso la porta della sala che veniva nuovamente aperta: «Sophie?» domandò, osservando la moglie affacciarsi e sorridere alla vista della ragazza.
«Marinette!» esclamò la donna, entrando e aprendo le braccia, stringendo la mora in un abbraccio: «Mi pareva di aver sentito la tua voce.»
«Ci siamo anche noi, mamma.» borbottò Adrien, affiancandosi al padre e sospirando: «E’ proprio vero che lo sposo non se lo caga nessuno.»
«Benvenuto nel club.» mormorò Gabriel, osservando la moglie iniziare a dire qualcosa su delle bomboniere che aveva visto, mentre Marinette fissava il fidanzato con uno sguardo supplichevole: «Dovresti aiutarla.»
«Sa cavarsela benissimo anche da sola.» dichiarò Adrien, sorridendo quando, non vista da Sophie, Marinette mimò con le labbra la parola aiuto: «Ok, forse stavolta non credo.»
«Vai a darle una mano, prima che tua madre la faccia impazzire del tutto.»
«Ti ricordo che è tua moglie.»
«Gli anni in Tibet l’hanno fatta impazzire.»
«Guardate che vi sento.»
«Scusa, mamma.»
«Scusa, Sophie.»
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Miraculous Heroes 3 {Completata}
Fanfiction[Sequel di Miraculous Heroes e Miraculous Heroes 2] La minaccia di Maus è stata sventata, ma non c'è pace per i nostri eroi: il mistero dell'uccisione degli uomini del loro nemico non è stato risolto e un nuovo nemico trama nell'ombra... #170 in...