Capitolo 67

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Sarah girò i cereali nella tazza, prendendo una generosa parte e, alzata la mano con la posata, si fermò a mezz’aria mentre leggeva veloce alcune righe dell’articolo che l’aveva interessata, allungando poi la mano libera verso il tablet e scorrendo la pagina verso il basso: «Buongiorno» mugugnò Rafael, entrando nella cucina e massaggiandosi il petto nudo, facendo dondolare il Miraculous che teneva appeso al collo.
Sarah s’infilò il cucchiaio in bocca, alzando la testa e sorridendo mentre masticava il generoso boccone, seguendo con lo sguardo il ragazzo mentre le si avvicinava e si chinava verso di lei, posandole un bacio fra i capelli: «Che cosa stai leggendo?» le domandò, guardando il tablet e ricevendo una risposta mugugnata e non capibile a occhio umano.
Sarah buttò giù il boccone, sorridendo all’espressione confusa di Rafael: «E’ un articolo su Le Figaro, chi l’ha scritto era un invitato di Kwon.»
«Mh» Rafael annuì con la testa, appoggiandosi con il fianco al tavolo e incrociando le braccia al petto: «Che cosa dice?»
«Per riassumere…» Sarah si fermò, scuotendo appena la testa e allungando nuovamente la mano al tablet, riportando l’articolo all’inizio: «Prima parla di quanto la festa è partita bene, poi dice che a un certo punto della serata ha notato l’assenza del padrone di casa e, poco dopo, c’è stato un blackout, seguito subito da quello che sembrava un terremoto e che ha scatenato il panico.»
«Tutto questo mentre noi…» Rafael si fermò, poggiando una mano sul tavolo e scuotendo il capo: «Mentre non so cosa ci stava succedendo: eravamo sotto sale?»
«Forse è meglio dire sotto Quantum.»
«Sarah…»
«Comunque poi continua, dicendo che Kun Wong è sparito e non ha lasciato nessuna traccia, iniziando poi a parlare di possibili intrighi con gente poco raccomandabile, concludendo che la festa a casa sua è stata semplicemente una copertura per un giro di droga e qualcosa è andato storto, tanto che tutti dovevano essere sotto stupefacenti» Sarah si fermò, storcendo la bocca: «Penso che quest’ultima parte l’abbia detta per motivare il fatto che la scossa è stata solo ed esclusivamente nella casa di Kwon.»
«Credo anch’io…» mormorò Rafael, grattandosi la guancia e sospirando: «Meglio questa spiegazione a quella…» si fermò, interrotto dal campanello dell’abitazione e alzò la testa, osservando la direzione in cui era la porta: «Fa che non sia quella di fianco.»
«Ehi, io stanotte non ho urlato.»
«Non la signora che si lamenta delle tue urla, Sarah. L’altra…»
«La tipa che ci prova con te?»
«Lei» borbottò Rafael, socchiudendo gli occhi quando il suono del campanello s’irradiò di nuovo per l’appartamento: «L’altro giorno mi ha fatto un agguato e ha aperto la porta di casa mentre stavo passando, con una cosa trasparente addosso…»
«Perché non me l’hai detto?»
«Perché non volevo venire ucciso o, peggio, castrato.»
«Tu devi rivedere le tue priorità…»
«Le mie priorità vanno benissimo. Grazie.»
«Fra le tue priorità io metterei anche gettare l’Unico Anello al Monte Fato» bofonchiò Flaffy, sbandando appena mentre fluttuava per la stanza: «Qualcuno apra quella porta, prima che liberi gli Uruk-hai.»
Sarah ridacchiò, osservando Rafael alzare il viso verso il soffitto e poi scuotere il capo, andando finalmente ad aprire la porta all’ospite mattiniero: «Come ti senti?» domandò la ragazza, osservando il kwami sistemarsi sul tavolo e allungare una zampetta verso la barretta di cioccolata che lei aveva preparato assieme al miele per Mikko.
«Meglio» borbottò il piccolo kwami, scartando l’involucro e addentando immediatamente il cioccolato, masticandolo velocemente: «Wayzz dice che è normale: abbiamo gettato fuori il Quantum e poi ripreso» si fermò, inclinando appena la testa e sbadigliando: «E’ una fortuna che non dovete trasformarvi.»
«Già, una vera fortuna…» mormorò Sarah, fermandosi e osservando Emile entrare come una furia nella cucina: «Ah…ehm…buongiorno…» pigolò, dando una veloce occhiata a Flaffy, che si era bloccato con la cioccolata a un millimetro dalla bocca e lo sguardo rosso che saettava da una parte all’altra.
«Sono sul divano, papà» borbottò Rafael, mettendosi davanti Sarah e Flaffy, la testa inclinata da parte: «E ti ricordo che non ti ho rubato niente, sei tu ad avermeli dati di tua spontanea volontà.»
«Io che mi separo dal lavoro della mia vita? Scommetto che è stata tua madre a ordinarti di farlo» Emile si fiondò sul divano, afferrando la borsa di pelle e stringendosela al petto: «Puoi dirmelo, non mi arrabbio.»
«Te lo ripeto: me li hai dati tu.»
«Non ho memoria di questo evento…»
«Non è colpa mia se soffri di demenza senile.»
«Buongiorno, professore» mormorò Sarah, alzandosi e aggirando il tavolo, in modo da affiancare Rafael: «Davvero non si ricorda di aver dato tutto a suo figlio?» domandò, scambiandosi una veloce occhiata con il compagno e poi riportando l’attenzione sul padre di questo.
«Mia cara Sarah» Emile schioccò la lingua contro il palato, scuotendo il capo: «I miei ricordi arrivano fino a poco prima di Natale, tutto il resto è confuso» si fermò, storcendo le labbra e lasciando poi andare un sospiro: «E’ come se fossi uscito da una sbronza veramente potente.»
«E conoscendoti…»
«Cosa vuoi insinuare, figliolo? Non sono io quello che si faceva tutti i locali di Parigi…»
«Posso confermare» mugugnò Sarah, sorridendo innocente quando Rafael le scoccò un’occhiata e tornò a fissare il professore: «Oggi ci sarà a lezione?»
«Ovviamente sì!»

Miraculous Heroes 3 {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora