Capitolo 34

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Chiuse gli occhi, mentre si lasciava andare contro lo schienale della poltrona e la sua mente poteva viaggiare, collegandosi all’essere fatto di aria e vedere ciò che l’altra vedeva: lei stava dormendo nel suo letto e non si era accorta dello spirito che era entrato nell’abitazione, poteva vederla con le ciocche scure che le carezzavano il volto e il respiro tranquillo e regolare; lui la stava tenendo stretta a sé, una mano che le teneva il polso e il volto poggiato contro la spalla, abbracciandola da dietro.
Dormivano entrambi, persi nel mondo dei sogni e incuranti della sua presenza.
Allungò una mano e lo spirito fece lo stesso: voleva toccarla, voleva sentirla sotto le sue dita…
«Che cosa stai facendo?»
La voce del suo signore lo riscosse e Taowu si alzò immediatamente, chinandosi di fronte l’uomo che gli aveva donato tutto: «Non vi ho sentito, mio signore» dichiarò, abbassando la testa e non osando alzarla: «Io stavo…» si fermò, inspirando profondamente e sentendo lo sguardo di riprovazione dell’altro su di sé: «Io…»
«Taowu» mormorò Dì Ren, fissandolo dall’alto: «Il giorno in cui ti ho dato i poteri, ti ho anche raccomandato di non usarli e di non farti scoprire.»
«Mi dispiace, mio signore.»
«Se la toccavi tutto sarebbe stato perduto…»
«Vi chiedo perdono.»
«Taowu.»
«Sì, mio signore?»
«Non avevi perso questo sentimento per lei? Non era andato a morire il giorno in cui lei aveva scelto un altro?»
«Io…»
«Tu la vuoi. Posso sentirlo nella tua voce e vederlo nelle tue azioni, ma ciò ti porterà alla rovina» continuò Dì Ren, superandolo e dirigendosi verso la stanza che usava solamente lui, cui aveva dato l’accesso solo a Yi: «Ricordalo, Taowu» dichiarò, prima di chiudere la porta dietro di sé.
Taowu inspirò profondamente, issandosi su e socchiudendo nuovamente gli occhi: immediatamente tornò nella camera da letto e rimase a osservarla, finché non la vide aprire gli occhi e fissare il punto ove era l’essere fatto d’aria; arretrò di un passo, andando a sbattere contro la poltrona e sciogliendo così il legame che aveva con la propria creatura.
L’aveva visto?
Si era accorta di lui?

Marinette si tirò su a sedere, osservando la camera e sentendo Adrien svegliarsi al suo fianco: «Plagg?» domandò il biondo, massaggiandosi il volto e spostando l’attenzione sulla cesta, dove i due kwami stavano dormendo bellamente: «Marinette, che c’è?»
«Mi sentivo osservata…» mormorò la ragazza, scostando le coperte e alzandosi velocemente, sentendo Adrien sbuffare dietro di lei: accese la luce nel corridoio, andando a controllare il suo piccolo studio e il resto della casa. Non c’era nessuno, lo sapeva benissimo, eppure non poteva togliersi di dosso la sensazione di quello sguardo che la stava spiando.
«Marinette, stavi sicuramente sognando» dichiarò Adrien, raggiungendola nel bagno e osservandola, mentre si guardava attorno con le braccia strette attorno al corpo: «Vuoi la tua felpa?» le domandò, avvicinandosi e carezzandole le spalle, lasciate scoperte dalla camicetta da notte, fredde al tatto; sorrise quando lei assentì e corse nella camera da letto, recuperando l’indumento di Marinette.
«Che succede?» domandò assonnato Plagg, fluttuando davanti al ragazzo e seguendolo fino al bagno: «Io te l’avevo detto che tutto quel divertimento avrebbe portato a una bella forma di camembert in forno» dichiarò il kwami, diventando serio quando si accorse che nessuno dei due rispondeva alla battuta: «Che cosa sta…»
«C’era qualcuno, Plagg» dichiarò Marinette, scuotendo la testa e superando il marito, dirigendosi verso la cucina: «Lo so che è una follia, ma ho sentito una presenza» continuò la ragazza, accendendo la luce e controllando anche quella parte della casa, facendo vagare lo sguardo sulla piccola cucina e sulla grande stanza che funzionava da sala e ingresso: «Ho sentito…»
«Calma, principessa» mormorò Adrien, raggiungendola e passandole le mani sulle braccia: «Stavi sicuramente sognando…»
«Adrien…»
«In casa non c’è nessuno e non ci sono segni che indicano il fatto che qualcuno sia entrato» dichiarò il ragazzo, baciandole la fronte: «E poi il sistema di allarme non è entrato in azione, no? Quindi…»
«E se fosse stato qualcosa che non aveva bisogno di entrare?»
«Grazie, Plagg. Io sto cercando di tranquillizzarla e…»
«Le ombre!» esclamò Marinette, voltandosi verso Plagg e osservandolo: «Pensi che sia stata una di quelle?»
«Era un’idea.»
«Che fate tutti alzati?» pigolò Tikki, facendo voltare il trio verso la kwami rossa che, mentre si strusciava gli occhi, li fissava assonnata: «E’ già ora di alzarsi?»
Marinette sorride dolcemente, avvicinandosi alla kwami e prendendola tra le dita: «No, è ancora presto» bisbigliò, voltandosi verso gli altri due e facendo cenno loro di tornare in camera, mormorando poi qualcosa allo spiritello rosso.
Adrien sospirò, spegnendo le luci che Marinette aveva accesso e raggiungendo poi la ragazza a letto: «Sei tranquilla?» le domandò, baciandole la spalla e sistemandosi come era solito, con Marinette fra le sue braccia e il volto nascosto contro il collo di lei.
«Più o meno. Non me lo sono immaginata, Adrien.»
«Lo so, my lady.»
La ragazza inspirò profondamente, chiudendo gli occhi e cercando di dormire nuovamente, anche se poteva sentire ancora lo sguardo sconosciuto su di lei.

Miraculous Heroes 3 {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora