Thomas sferrò un pugno, storcendo le labbra quando Xiang lo parò senza problemi: «Ricorda» dichiarò la cinese, stringendo la presa sulla mano del ragazzino: «Devi agire, non reagire: non lasciare all’avversario il controllo del combattimento, ma prendilo. Detta i tuoi tempi…» Xiang lasciò andare la mano dell’amico, facendo un passo indietro e mettendosi in posizione di difesa: «Ora attaccami e prendi il possesso del combattimento.»
«Fosse facile…» mormorò Thomas, studiando la postura dell’avversaria: mise in avanti il piede sinistro, sferrando contemporaneamente un colpo con il pugno destro, venendo bloccato da Xiang; il ragazzino ruotò leggermente il fianco, calciando con la gamba destra e sbuffando, quando la cinese lo fermò nuovamente.
«Cosa ti avevo detto, Thomas? Devi prendere il controllo del combattimento.»
«Ma non so farlo!»
«Questo perché tu reagisci a me e non agisci!»
Il giovane sbuffò, muovendo leggermente il fianco e inducendo l’altra a mollare la presa sulla caviglia: «Non capisco.»
Xiang sorrise, lasciando la presa e osservando il suo allievo poggiare la gamba per terra e sciogliersi un po’ i muscoli: «Come dire…» mormorò la ragazza, voltandosi verso i due che, comodamente seduti sul divano, stavano osservando l’allenamento in religioso silenzio: «Felix?»
L’uomo sospirò, alzandosi in piedi e passandosi una mano fra i capelli biondi: «Quando combatti, Thomas, tu attendi che l’avversario faccia la sua mossa: se Xiang non attacca rimani a osservarla, fino a quando non si effettua il primo colpo e, se da una parte può essere snervante per l’avversario, dall’altra ti metterà sempre in una condizione di svantaggio» spiegò Felix, facendo un cenno con il capo a Xiang e prendendo il suo posto davanti a Thomas: «Anche prima hai studiato Xiang, hai aspettato e poi hai colpito…»
«E non va bene studiare l’avversario?»
«Sì, finché non ti mette in una posizione di svantaggio» dichiarò Felix, guardando Thomas e sorridendo: si spostò in avanti, sferrando un pugno e fermandosi a pochi centimetri dal volto del ragazzino: «Io ti ho studiato ed ho agito»
Thomas, a bocca aperta, annuì: «Non ce la farò mai» mormorò sconsolato, abbassando le spalle e raggiungendo Alex al divano: l’americano abbozzò un sorriso, passandogli la bottiglietta d’acqua e osservandolo bere avidamente: «Marinette e Adrien combattono da un casino di tempo; Lila uguale. Rafael, Sarah e Wei…beh, anche loro…»
«Ognuno di loro ha dovuto iniziare come te, però» dichiarò Alex, posandogli una mano sulla spalla: «E posso garantire che Sarah era tremenda le prime volte che combatteva!»
«Sei all’inizio, Thomas» dichiarò Felix, incrociando le braccia e sorridendo: «E stai già facendo un ottimo lavoro come Portatore»
«Ma…»
«Non pretendere di essere nato pronto, Thomas»
Il ragazzino annuì, abbassando le spalle e chiudendo la bottiglietta: «Dì Ren sta attaccando ed io…»
«Tu hai fatto un ottimo lavoro amico» dichiarò Alex, battendogli una mano fra le scapole: «Insomma, alla tua scuola sei stato un grande: hai reagito subito, mi hai chiamato e abbiamo salvato la situazione»
Thomas annuì con la testa, sorridendo mesto e poi lasciando andare un sospiro lugubre: «Io…»
«Tu sei parte integrante della squadra, amico» lo interruppe Alex, sorridendogli: «Al di là del tuo potere speciale, che permette a Xiang, Willie e me di combattere, tu sei un valido compagno»
«Vorrei solo fare di più…»
«E lo farai.» dichiarò Felix, poggiando una mano sulla spalla del ragazzino: «Ma ciò non significa strafare: continua i tuoi allenamenti con Xiang e a imparare a gestire più campioni – o, come li chiamate voi, akumatizzati – contemporaneamente…» il campanello dell’abitazione, mettendo in allerta il piccolo quartetto: «Aspetti qualcuno?» domandò il biondo, osservando la ragazza scuotere il capo.
«E chi scusa?» chiese Xiang, voltandosi verso Thomas e Alex: «Non saprei per me…»
«Butto lì qualche nome?» domandò Alex, sorridendo: «Marinette, Sarah, Lila, Wei, Rafael, Adrien…E ho solo detto i nostri eroi preferiti! Poi c’è il maestro Fu, Gabriel Agreste, Sophie Agreste…»
«Bridgette...»
«Penso che Bridgette si uccida, prima di venire qui» commentò Alex, sorridendo al biondo e spostandosi verso l’entrata nella sala dove Bo – o forse era Li? Ah no, De. Maledizione, li confondeva sempre! – si stava mettendo da parte per far entrare Willhelmina, con un piccolo trolley con sé: «O forse no. Babbiona del mio cuore!»
«Io vengo a vivere qui» dichiarò la donna, fissando seria il biondo e mettendo da parte il proprio bagaglio: «Non accetto repliche.»
«Bri, forse non te l’hanno detto…» mormorò Felix, avvicinandosi cauto alla donna: «Ma prima di andare a convivere ci sono alcune tappe da fare…»
«Chi ha parlato di convivenza?» domandò la donna, fissando l’altro: «Io voglio solo un posto dove nascondermi»
«E perché?»
«Kun Wong» Felix sorrise a quelle parole, voltandosi verso Alex e Thomas, entrambi negarono con la testa e Willhelmina sbuffò: «Kun Wong. Un cinese malefico che si è messo in testa di comprare una parte sostanziosa delle azioni del mio marchio» borbottò la donna, incrociando le braccia: «E quel genio di Maxime gli ha dato il mio indirizzo, per parlare. Certo, parlare…»
«Thomas…» mormorò Felix, sorridendo al ragazzino: «Akumatizzami.»
«E perché?»
«Devo andare a dire due paroline a questo tipo…»
«Perché no?» dichiarò Alex, sistemandosi meglio sul divano e sorridendo allo sguardo inorridito di Willhelmina: «Che c’è? Non l’ho ancora visto akumatizzare qualcuno! Ti ricordo che io ero nel mio covo, l’ultima volta.»
«Nooroo, trasformarmi» dichiarò Thomas, osservando il kwami venir risucchiato nella spilla, che teneva attaccata alla cintura e sentendo l’energia pervaderlo: ogni volta che si trasformava si sentiva più forte e potente, ne aveva anche parlato con gli altri e con il kwami, scoprendo che era una cosa comune a tutti; quando riaprì gli occhi, era consapevole di non essere più Thomas Lapierre ma Hawkmoth.
Inspirò, afferrando una delle farfalle bianche che erano comparse attorno a lui e la impregnò di energia, avvicinandosi poi a Felix e posandogli la mano sul petto, all’altezza del cuore: «Ah. Niente oggetto?» domandò Alex, osservando la situazione e guardando, alternativamente, Willhelmina e Xiang.
«No, Hawkmoth mette l’akuma direttamente nel cuore» spiegò Willie, osservando Felix venire avvolto da un velo di luce bianca che, si modellò alla forma dell’uomo e poi, dopo aver pulsato un poco, si dissolse: «Ovviamente non potevi che essere un gatto, eh?» domandò, sorridendo alla versione akumatizzata del biondo.
«Sembra un misto fra Papillon e Chat Noir…» mormorò Alex, alzandosi e avvicinandosi a Felix: «Però bianco…»
Felix sorrise, osservandosi le mani guantate di bianco e poi il completo candido che indossava; si sistemò il bastone da passeggio sotto al braccio e si toccò la testa, avvertendo le orecchie feline: «Chiamatemi Chat Blanc» dichiarò, ridacchiando e, presa la coda attaccata alla giacca, divertendosi a rotearla: «Interessante, pensavo di prendere una forma più particolare…»
«Nooroo mi ha spiegato che, di solito, viene assunta la forma con cui una persona si sente più potente: per esempio Sophie Agreste ritorna a essere Pavo e anche Alex…»
«Io divento Mogui.»
«Bri, perché tu…»
«Perché io ritorno a essere Coeur Noir e non Ladybug?» domandò la donna, fissando il volto, in parte coperto da una maschera bianca: Perché mi sento più forte quando sono Coeur, come Ladybug ho fallito su molti fronti e quindi non si può proprio dire che sia la mia forma più potente.»
«Bri…»
«Ho fallito come leader e come guerriera, Felix. E’ inutile dire il contrario, senza contare che ho ceduto al lato oscuro…»
«Ciao, Darth Vader.»
«E sapevo che dire così avrebbe scatenato Alex.» dichiarò la donna, osservando il ragazzo al suo fianco e dandogli una lieve spinta con il fianco: «Ti ho mai detto che sono andata alla prima?»
«Alla prima di quale dei tanti film?»
«Che domande, Alex! Del primo! Quello che adesso è diventato il quarto: ero seduta vicino a Harrison Ford, ti ho detto tutto.»
«Willie, sei appena diventata il mio idolo. Sappi che ti venero! Ti creerò una religione e…» l’americano si fermò, sorridendo: «Aspetta che lo sappia Wayzz!»
«Perché il kwami di Wei? E’ interessato a Star Wars?» domandò Hawkmoth, massaggiandosi la nuca e guardando Xiang : «Tu…»
«Quando abbiamo combattuto contro Maus, c’era uno dei suoi uomini che usava una spada laser ed io gli avevo messo il nome di Sith e…» Alex si fermò, incassando la testa nelle spalle: «Beh, Wayzz si è interessato, ho prestato i film a Wei e abbiamo creato un perfetto fan di Star Wars.»
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Miraculous Heroes 3 {Completata}
Fanfiction[Sequel di Miraculous Heroes e Miraculous Heroes 2] La minaccia di Maus è stata sventata, ma non c'è pace per i nostri eroi: il mistero dell'uccisione degli uomini del loro nemico non è stato risolto e un nuovo nemico trama nell'ombra... #170 in...