Capitolo 36

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Poteva sentire il respiro lieve contro il collo e questo la faceva sorridere mentre rimaneva immobile, ascoltando il russare sommesso dell’altro occupante del letto e accentuando maggiormente il sorriso, quando lui la strinse più forte: era vero? Stava veramente vivendo tutto ciò?
Lo sentì tirare su con il naso, prima che la stretta attorno ai suoi fianchi si fece più decisa: «Ci siamo svegliati bene, sergente Norton?» domandò, voltandosi leggermente all’indietro e sorridendo all’uomo, che le catturò la bocca con la propria.
«Decisamente sì» dichiarò Felix, posandole le labbra contro la spalla nuda, lasciando andare un sospiro mesto: «E mi piacerebbe anche ampliare questa felicità ma…»
«Il lavoro chiama.»
«Già.» sospirò l’uomo, dandole un secondo bacio e poi alzandosi, completamente a suo agio con la sua nudità: «Tutta colpa di Bourgeois» Bridgette sorrise, tirandosi a sedere e coprendosi con la coperta, strinse le ginocchia con le braccia, fissandolo mentre si preparava per la giornata lavorativa: «Hai in mente di rimanere tutto il giorno a letto, Bri?»
«Sto aspettando che tu te ne vada.»
«Veramente sarebbe tutta roba che ho già visto e rivisto.»
«Felix…»
«Bri.»
«Non mi alzerò, finché non sarai uscito da quella porta.»
L’uomo sbuffò, finendo di annodare la cravatta: «E se me ne vado e poi mi ricordo che ho dimenticato qualcosa?» domandò, incrociando le braccia e sorridendo divertito: «Potrebbe succedere. In fondo ho quasi duecento anni, la vecchiaia inizia a farsi sentire…»
«Ti conviene prendere tutto, perché troverai la porta chiusa a chiave.»
«Donna impossibile.»
«Lo so, e ne vado fiera.»
«Ti aspetto per la colazione» sospirò, avvicinandosi al letto e chinandosi, sfiorandole le labbra con le proprie: «Anche se continuo a pensare che potresti…»
«Vai, Felix.»
«Malvagia.»
«Lo sono stata sì.» dichiarò Bridgette, ridacchiando e vedendolo scuotere la testa bionda, prima di raggiungere velocemente la porta della camera e uscire, mentre lei poggiava il mento sulle ginocchia, facendo vagare lo sguardo per la stanza: era impersonale e anche molto, se non fosse stato per i pochissimi oggetti personali di Felix avrebbe pensato che si trattasse di una camera degli ospiti e non quella del padrone di casa.
In vero, tutta l’abitazione dava un che di casa da catalogo – un po’ come il suo appartamento –, non fosse stato per la vibrante energia che c’era dentro le mura: era quella che faceva la differenza e l’avvertiva nelle voci attutite dalla porta, mentre si alzava e cercava i propri indumenti. Felix doveva aver detto qualcosa di troppo a Xiang, dato che la voce della ragazza risuonava per il corridoio e passi concitati le fecero capire che presto avrebbe avuto compagnia.
La giovane cinese entrò come una furia, sbattendo la porta in faccia a Felix e fissandola: «Non lo sopporto» dichiarò in un modo così bambinesco, che la fece ridacchiare: «Pensa di poter fare le veci di mio padre. Mio padre!»
«Che cosa è successo?»
«Li l’ha avvisato che sono tornata tardi.»
«Ed è una cosa gravissima, sì» dichiarò la donna, ridacchiando e infilando la gonna e la camicia del giorno prima: «Veramente gravissima.»
«Bridgette, ti sento! Non dare ragione alla bambina!»
«Bambina? Ho più anni di tutti voi messi insieme, Felix! E conto anche il maestro Fu.»
«E a parte gli ultimi mesi li hai passati a Shangri-la! Sei una bambina per questo mondo!» sbottò l’uomo, dalla parte dell’uscio: «Xiang, apri la porta.»
«Non posso, Bridgette si sta preparando.»
«Xiang.»
«E tu sei in ritardo.»
«Anche tu.»
«Non ho lezione alla prima ora, te l’ho detto ieri quando mi hai chiamato per assicurarti che la mia virtù fosse indenne.»
«Felix!»
«Ehi, non mi fido del moccioso americano! Maledetto yankee!»
«Cos’è uno yankee?»
«Roba del milleottocento» sospirò Bridgette, abbottonandosi la camicetta e sospirando: «Sergente, vorrei ricordarle in che secolo siamo.»
«Lo so, in che secolo siamo.»
«E vorrei anche ricordarti…» continuò la donna, avvicinandosi alla porta e aprendola con un sorriso zuccheroso in volto: «Che sei in ritardo, caro. Ti ricordi? Bourgeois…»
«Non è finita qui, Xiang. Me ne frego se hai quattromila e passa anni.»
«Felix…»
«Sì, sì. Vado.»
«Buon lavoro, tesoro.»

Miraculous Heroes 3 {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora