Marinette inspirò profondamente, osservando il proprio riflesso e posando le mani all’altezza dell’addome, sentendo la stoffa morbida e leggera dell’abito bianco: era stato frutto di una ricerca infinita, ma quando lo aveva indossato aveva sentito che quello era il vestito giusto.
Era un abito dalla linea semplice, con una scollatura a cuore e le spalle completamente scoperte; la stoffa candida si intrecciava nel corpetto ed era impreziosita da un ricamo floreale mentre, abbandonato sulla sedia, un piccolo bolero di lana bianca aspettava di essere indossato, onde evitare che morisse congelata nel tragitto dalla macchina alla chiesa.
Alzò una mano, toccandosi i capelli che erano stati acconciati semplicemente, in linea con l’abito: uno chignon all’altezza della nuca e poi i ciuffi che le incorniciavano il volto erano stati arricciati, mentre il lungo velo era stato appuntato all’acconciatura, senza coroncine ma con un semplice fermaglio, che riprendeva il ricamo dell'abito.
«Sei bellissima…» mormorò Sabine, prendendo la figlia per le spalle e sorridendo al riflesso che rimandava lo specchio.
«Mamma» bisbigliò Marinette, voltandosi e osservando gli occhi lucidi della donna.
«La mia bambina si sposa…»
Tom entrò nella stanza, strattonandosi la giacca scura e allargando le braccia: «Come sto?» domandò, sorridendo titubante alle due: «Pensate…»
«Tom, i pantaloni.»
«Non vanno bene?»
«Non li indossi.» dichiarò paziente Sabine, lasciando la figlia e tirando il marito in mutande verso la camera da letto, sotto lo sguardo divertito della figlia.
Marinette tornò a guardare il suo riflesso, prendendo il bouquet che aveva abbandonato sul tavolo e stringendolo fra le mani: «Va tutto bene, Marinette.» mormorò Tikki, facendo capolino tra i fiori: «E tu sei semplicemente bellissima.»
«Sarai con me, Tikki?»
La kwami scosse il capo, sorridendole serena: «Non oggi. Sarò vicino a te, ma è il tuo giorno: non hai bisogno di una kwami millenaria, che sospirerà per tutto il tempo»
«Ma…»
«Non sarai sola, Marinette. Ci sarà Adrien con te.»«Qualcuno lo blocchi.» dichiarò spazientita Lila, fissando torva il biondo e suscitando l’ilarità del gruppetto: «Wei, fermalo, prima che lo uccida.» continuò, voltandosi verso il proprio ragazzo e indicando Adrien che, accorgendosi di essere al centro dell’attenzione, si fermò sul posto.
«Che c’è?»
«Che c’è? Lo domandi anche?»
«Amico…» sospirò Nino, passandogli un braccio attorno alle spalle e sorridendo conciliante: «Stavi per creare un solco. E non penso che al prete di questa chiesa possa piacere un solco proprio qui.»
«Ah. Non me n’ero accorto.»
«Il nostro Adrien è in preda al nervosismo? Non l’avrei mai detto.» scherzò Rafael, ridacchiando: «Tranquillo, devi solo ripetere quello che dice il prete e poi dire sì, infili l’anello e festa finita.»
«Rafael, gli anelli.»
Il moro sorrise, tastandosi le tasche del completo scuro mentre l’espressione allegra scivolava via, sostituita da una di puro terrore: «Sarah.» esclamò, voltandosi verso la bionda al suo fianco: «Gli anelli.»
«Li ho io» sospirò l’americana, prendendo la borsetta e tirando fuori la scatolina che conteneva le fedi nuziali: «Me li hai dati ieri, perché avevi paura di perderli.»
«Ho perso dieci anni di vita.»
«Tu? Tu hai perso dieci anni di vita?» tuonò Adrien, passandosi le mani fra i capelli e suscitando un moto stizzito da parte di Lila: «Che ho fatto?»
«Ci ho messo un’ora a sistemarti quelle ciocche e tu che fai? Ci passi tranquillamente le mani!» sbottò l’italiana, costringendolo a sedersi e sistemandogli i capelli: «Provaci di nuovo e ti uccido. E uccido anche voi, se non la smettete di muovervi.» dichiarò, indicando Alex e Thomas, impegnati ad armeggiare con i cellulari.
«C’è un Dragonite.»
«Thomas, dimmi che non stai giocando…»
«Ehi, mi sto annoiando.»
«Alex?»
«Mi sto annoiando anche io.»
Lila sbuffò, scuotendo il capo e portandosi poi gli indici alle tempie: «Non ci arrivo a fine giornata con voi, non ci arrivo.» sentenziò, poggiando la testa contro la spalla di Wei e biascicando qualcosa che solo il giovane cinese capì: «Fra quanto arriva Marinette?»
«E’ in ritardo? E se ha cambiato idea?»
Lila ringhiò, recuperando la propria pochette dalle mani di Wei e dando un colpo allo sposo: «Non ci sono ancora tutti gli ospiti, genio! Ti sembra sia in ritardo?» sbottò, voltandosi poi verso l’entrata della chiesa e sorridendo a Willhelmina, che stava entrando con Gabriel e Sophie, mentre subito dietro loro facevano la loro comparsa Xiang, Felix e Fu.
«Perché Manon Chamack è qui?» domandò Thomas, alzando lo sguardo dal cellulare e notando la ragazzina, che si stava accomodando di fianco alla madre in quel momento.
«Conosci Manon?» domandò Adrien, voltandosi e osservando anche lui la piccola: «Marinette le faceva da babysitter quando era piccola.»
«E’ nella mia scuola.»
«E’ la tua fidanzatina?»
«No, mi odia. Però le piace il mio migliore amico.»
«Jérèmie?» domandò Alex, sorridendo: «Potevi portarlo, alla fine avevi un più uno anche tu.»
«Non gli interessava e ho evitato di portare mia sorella: sarebbe stato imbarazzante.» mormorò il ragazzino, scuotendo il capo: «Molto imbarazzante, dato che è fan di questi due.» spiegò, indicando Adrien e Rafael: «Quindi immaginate cosa avrebbe fatto…»
«Ci siete tutti?» domandò Fu, avvicinandosi al gruppetto assieme agli altri e poggiando una mano sulla spalla di Thomas: «Aiuta questo povero vecchio, giovanotto, e portami a sedere.»
«Sei vecchio quando ti pare, Fu.» mormorò Felix, scuotendo il capo e regalando un sorriso a Nino: «Non penso ci abbiano presentato: Felix Blanchet, molto lieto.»
«Rottura di scatole è più indicato.» sbuffò Willhelmina, ignorata dai due e suscitando una risata in Sophie, che si sistemò vicino al figlio con Gabriel.
«Nino Lahiffe.» mormorò il ragazzo, stringendo la mano che gli era stata offerta dall’uomo e osservando stranito quel gruppo così variegato: conosceva Felix Blanchet di nome, lo aveva letto molto spesso negli articoli che parlavano delle imminenti elezioni del sindaco di Parigi, ma non riusciva a capire come mai fosse così intimo di Adrien, da presenziare al suo matrimonio.
E il ragazzino?
E l’anziano?
Forse erano tutte conoscenze degli Agreste…
Sorrise, ascoltando distrattamente le chiacchiere del gruppo attorno a lui e osservando poi Alya correre, per quanto glielo permettessero i tacchi, verso di loro: «La sposa sta arrivando! Non è un’esercitazione! La sposa sta arrivando! Ripeto: la sposa sta arrivando!» annunciò trillante e quelle parole dettero il via a tutto: gli invitati iniziarono a sistemarsi nelle panche della chiesa, il parroco si sistemò la toga e la stola attorno al collo, mentre Adrien si alzava e si sistemava il completo scuro, sotto lo sguardo divertito degli altri e raggiungendo l’altare con Rafael al seguito.

STAI LEGGENDO
Miraculous Heroes 3 {Completata}
Hayran Kurgu[Sequel di Miraculous Heroes e Miraculous Heroes 2] La minaccia di Maus è stata sventata, ma non c'è pace per i nostri eroi: il mistero dell'uccisione degli uomini del loro nemico non è stato risolto e un nuovo nemico trama nell'ombra... #170 in...