Capitolo 49

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Yi allungò la mano sulla pozza d’acqua, avvertendo il potere del Quantum e osservando il riflesso nell’acqua mutare: non più il soffitto della stanza principale dell’abitazione, ma il panorama di Parigi; si concentrò, arcuando appena le dita e, quasi fosse uno zoom, l’immagine si restrinse su un’abitazione in particolare.
La sua vita.
Ciò che era quando il Quantum non la inondava con la sua forza.
Strinse ancora le dita, lasciando che l’immagine scivolasse nell’interno della casa: il suo ufficio dalle pareti candide come la neve, una seconda casa per lei che aveva considerato il proprio lavoro come vita; non era mai stata una donna vezzosa, amante della vita mondana, e il suo luogo di lavoro rispecchiava tutto ciò.
Bianco. Anonimo. Spoglio.
Era così che gli altri la vedevano?
Una donna senza interesse, senza una vita, al di fuori del suo impiego?
Eppure lui aveva visto qualcosa, l’aveva liberata da quelle catene che lei stessa aveva chiuso attorno ai suoi polsi e alle sue caviglie, e le dispiaceva che l’altra parte di sé non fosse a conoscenza di tutto ciò: come l’avrebbe presa? Cosa avrebbe pensato di quell’entità che viveva dentro di lei e che aveva sempre scalpitato, cercato di liberarsi in un modo o nell’altro?
Strinse le dita, sentendo le unghie conficcarsi nel palmo e osservò incantata la piccola goccia cremisi che scivolò verso il basso, increspando le acque e scacciando l’immagine che aveva evocato: «Disturbo forse?» domandò la voce di Kwon, apparendo dalle ombre della stanza come se fosse stato una di quelle: il sorriso tenue che aveva in volto era rivolto completamente a lei, mentre si avvicinava e alzava la mano, toccandole la guancia e scostandole con gentilezza uno dei petali dell’enorme fiore che le copriva parte della faccia: «Che stavi facendo, mia diletta?»
«Osservavo» mormorò la donna, voltando lo sguardo verso la polla d’acqua senza aggiungere altre parole e senza azzardarsi a posare lo sguardo sull’uomo: «Ho trovato il mio obiettivo, presto attaccherò» decretò, portando l’attenzione di Kwon su qualcosa che premeva parecchio a entrambi: «Vi porterò i Miraculous.»
«Non mi deluderai?»
«Non io, mio signore.»
Kwon la fissò in silenzio, annuendo poi lentamente con la testa e chinandosi poi su di lei, sfiorandole le labbra con le proprie: «Tu non potresti mai…» le bisbigliò contro la bocca, lasciandola andare e osservandola mentre barcollava leggermente: «Non deludermi, Yi» sentenziò per un’ultima volta Kwon, prima di voltarsi e tornare nelle ombre a cui apparteneva.
Yi rimase immobile, osservando il punto in cui l’uomo sembrava essere scomparso, ignorando i rumori alle sue spalle: «Che cosa bella essere la favorita, non è vero?» le domandò la voce lenta di Qiongqi facendola voltare nella sua direzione: l’uomo era fermo a pochi passi da lei, il volto coperto dalla maschera di metallo grigio e le labbra piegate in un sorriso pigro, mentre si avvicinava a lei e le sfiorava la spalla con la punta delle dita: «Ma in fondo, essere vicina a uomini potenti è sempre stata una tua prerogativa. Non è vero?»
«Si direbbe che tu mi conosci bene…»
«Diciamo che siamo vicini. Nell’altra tua vita» Yi rimase in silenzio, stirando le labbra e voltandosi, senza commentare le parole dell’altro e ascoltando la risata che sgorgò dalla gola di Qiongqi: «Volevo chiederti un favore, cara la mia preferita del nostro signore» continuò l’altro, posandole entrambe le mani sulle spalle e avvicinandosi a lei: «Lascia andare me contro gli eroi» le sussurrò all’orecchio, facendola rabbrividire leggermente per quel contatto.
Era sempre stata una donna così lasciva?
Non ricordava.
«Perché vuoi andare tu?» domandò la donna, cercando di mantenere la voce neutra, continuando a fissare le ombre avanti a lei, quasi come se da queste potesse uscire da un momento all’altro Kwon: «Non mi sembra che hai riportato grandi successi l’ultima volta.»
«Voglio solo riscattarmi» commentò l’uomo, ridacchiando appena e aumentando la stretta per un poco, prima di lasciarla andare e allontanarsi da lei: subito Yi sentì la mancanza del calore umano che aveva percepito fino a quel momento, voltandosi e osservando la maschera di Qiongqi.
«Non è solo questo…» mormorò, scuotendo il capo e vedendo l’altro sorridere: «Che cosa hai in mente, Qiongqi?»
«Divertimento? Distruzione? Desolazione?»
«Il nostro compito non è questo.»
«Lo so, la nostra missione di vita è portare i Miraculous al nostro signore» decretò l’altro, alzando le spalle e scuotendo la testa: «Ma non credi che, in tutto questo, un po’ di divertimento possiamo concedercelo?»
Yi alzò il mento, fissandolo con l’unico occhio libero fino a quando il sorriso dell’uomo non scivolò via dalle labbra: «Ti concedo di andare, Qiongqi» dichiarò austera, incamminandosi e superandolo, fermandosi a pochi passi da lui: «Ma non fallire.»
«Non lo farò.»

Miraculous Heroes 3 {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora