Capitolo 24

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Marinette sospirò, mentre entrava nella cucina, sorridendo alla vista della madre che, seduta sopra uno sgabello, stava annusando il contenuto della tazza che teneva tra le mani: «Cos'è?» domandò la ragazza, fermandosi e allungando il collo per vedere cosa la donna stava bevendo.
«Long Jing. Me lo ha spedito lo zio dalla Cina» spiegò Sabine, sorridendo: «C'è un biglietto anche per te. E' in cinese.»
«Lo farò tradurre ad Adrien.»
«Dice che è felice per te e che è contento che tu sposi Adrien.» dichiarò la madre, bevendo un piccolo sorso: «A quanto pare allo zio è piaciuto fin da subito» continuò, posando la tazza e allungandole il biglietto sul tavolino: «Dentro c'è anche il regalo dei tuoi nonni e dello zio. In Cina sono soliti donare denaro, sai?»
La ragazza annuì, prendendo la busta rossa e osservando la mazzetta di banconote al suo interno: «Mamma, ma...»
«Beh, non avevano euro, ovviamente. Basterà andare in una banca e scambiarli, tesoro.» dichiarò la donna, sorridendo alla vista delle banconote cinesi: «E' una vita che non le vedevo» mormorò, prendendone una e sorridendo al volto stampato di Mao Tse-tung: «Sarebbe bello se tuo padre si prendesse un po' di ferie e andassimo a trovare i miei.»
Marinette sorrise, sistemandosi davanti alla madre: «Sai com'è papà, no?»
«Sì, e lo amo anche per questo.» dichiarò Sabine, rimettendo la banconota a posto: «Com'è andata la serata? Quando le ragazze sono venute a prenderti non c'ero e...»
«Abbiamo festeggiato in perfetto stile di Parigi.»
«Oh, quindi vi siete...»
«Troppo freddo, mamma.»
«Almeno ti hanno fatto fare le prove?»
«Quelle sì: ho miagolato, ho detto a dieci persone che amo Adrien, ho urlato che i Bourgeois sono la rovina di Parigi...» mormorò Marinette, sorridendo: «Poi ho posato con un boa di struzzo, ho cercato un ristorante, ho flirtato con un ragazzo e sono entrata in uno strip-club.»
«L'ultima è la prova di Lila, vero?»
«No, quella di Lila era il flirtare con un ragazzo.» dichiarò Marinette, ridacchiando: «Lo strip club me l'ha proposto Xiang.»
«Xiang?»
«E' la quasi-ragazza di Alex.»
«E' cinese?»
«S-sì.»
«Quel ragazzo deve avere una qualche passione per la Cina.» sentenziò Sabine, ridendo: «Qualche tempo fa mi aveva chiesto se conoscevo qualche ragazza originaria del mio paese...beh, sono felice che alla fine abbia trovato qualcuno che gli piace.»
«E' solo Xiang che deve ancora accorgersene. Credo.»
«Prevedo tempi duri per il povero Alex, allora.» dichiarò Sabine, alzando la tazza e sorridendo malinconica: «Mi mancherà averti per casa, tesoro. Ma sono felice per te: Adrien è sempre stato importante per te e, per una madre, non c'è niente di più bello che vedere la propria figlia realizzare il proprio sogno d'amore.»
«Mamma...»
«Poi Adrien ti adora e ti venera. Si vede lontano un miglio. Non posso essere più felice: hai trovato un ragazzo fantastico che ti ama esattamente come tu ami lui.»
Marinette sorrise, chinando il capo e rimanendo in silenzio per una buona manciata di minuti, mentre la madre continuava a sorseggiare il proprio the: «Vado a dormire» sentenziò dopo un po', alzandosi e avvicinandosi alla madre, baciandole le guance: «Domani dovrei andare a sentire una professoressa e poi...»
«Poi devi riposarti o arriverai al matrimonio con due occhiaie degne di un panda!»
«Sì, certo.»
«Ah, dev'essere caduto qualcosa.» mormorò Sabine, alzando la testa verso l'alto: «Prima ho sentito un tonfo.»
«Sarà caduta una delle scatole che sono rimaste...» risposte Marinette, alzando le spalle: «Wei ha detto che domani è libero e ci darà una mano a portare le ultime cose. Sarà brutto dormire domani e dopodomani: la stanza vuota, le mie cose sparite...»
«Pensa a dove sarai fra due giorni, tesoro.»
La ragazza sorrise, baciando nuovamente la madre e dandole la buonanotte, salendo poi le scale e, una volta giunta in camera, si accucciò e chiuse la botola dietro di sé; si morse il labbro inferiore, cercando di non ridere mentre si rialzava e si dirigeva alle scale del soppalco, sedendosi poi sul letto e legandosi i capelli in due codine: «Oh! Chat!» esclamò, vedendo il biondo, che aveva volutamente ignorato da quando era entrata, salire i gradini che portavano al letto: «Qual buon vento?»
«Qual buon vento?» ripeté il ragazzo, portandosi la mano guantata di nero al setto nasale e prendendoselo tra l'indice e il pollice: «Hai solo questo da dirmi?»
«Dovrei dirti altro?» domandò la ragazza, inclinando il capo e fissandolo in attesa: era dura, maledettamente dura, non sapeva se sarebbe riuscita a portare a termine la commedia che aveva improvvisato, soprattutto se lui continuava a guardarla cauto e con le orecchie feline abbassate ai lati della testa.
Mancava solamente che sbattesse nervosamente la coda per terra...
«Non posso farcela» mormorò Marinette, lasciandosi andare sul letto e iniziando a ridere, tenendosi le mani sulla pancia, sotto lo sguardo confuso di Chat Noir: «Hai una faccia...»
«Per caso avete bevuto? Fatto uso di sostanze? Hai battuto la testa e nessuno me l'ha detto?»
«Chat, ti prego...»
«No, Marinette. Ti prego io. Mi hai trovato in quel locale e ridi?»
«Non farmi pensare alla faccia che hai fatto!» esclamò la ragazza, iniziando nuovamente a ridere e rotolandosi sul letto: «Era troppo comica! Sembrava che avessi visto un fantasma.»
«Avrei avuto meno paura nel caso...» commentò il biondo, scuotendo la testa e scivolando sopra la ragazza, prendendole i polsi e trattenendoli contro il cuscino: «Devo dedurre che non rischio la vita, giusto?»
Marinette sorrise, muovendo un poco le mani e Chat la lasciò libera, socchiudendo le palpebre quando lei gli carezzò il viso e piegando le labbra in un sorriso, quando sentì quelle della ragazza sulle proprie: «Vi abbiamo rovinato il divertimento, eh?»
«Se per divertimento intendi fare amicizia con Cerise...beh, sì. Per la cronaca, Cerise era la barista e, mentre ci serviva – per la cronaca penso di aver sviluppato una certa simpatia per la Bonnets Rouges – ci ha raccontato un po' della sua vita, della sua compagna...»
«Capito.»
«E tu? Ti sei divertita con le ragazze?»
Marinette annuì, spingendo leggermente il giovane e facendolo sdraiare sul letto, salendogli poi in grembo e prendendo la mano dove teneva l'anello, togliendolo e socchiudendo gli occhi davanti alla luce della trasformazione: «Lila ti ha mandato il video, vero?» domandò, carezzando il volto senza maschera di Adrien.
«Sì. Voglio che miagoli per me.»
«Miao.»
«Eri più convincente nel video...»
«Miao. Miao. Miao. Miao.» mormorò Marinette, chinandosi e strusciandosi contro il ragazzo, ridacchiando quando sentì le braccia di Adrien stringerla per la vita: «Miao. Miao. Miao. Miao.» continuò, crogiolandosi nelle carezze del fidanzato e fermandosi quando lui tastò la tasca della felpa che lei indossava: «Ah. Me l'ha dato mamma.» esclamò, sistemandosi di fianco a lui con la testa poggiata contro la spalla: «L'ha spedita lo zio Cheng.»
«Sono soldi?»
«In Cina è usanza regalare soldi agli sposi, così ha detto mamma.»
Adrien annuì, prendendo il cartoncino rosso all'interno della busta e sorridendo a ciò che era stato scritto: «E' un peccato che non può venire...» mormorò il ragazzo, sistemando il cartoncino all'interno della busta e posandola per terra, girandosi poi verso la ragazza e giocherellando con i capelli: «Che altro ti hanno fatto fare poi?»
«A parte entrare in un certo locale e miagolare?»
«A parte quello sì.»
«Ho dovuto dire a dieci persone che Marinette ama Adrien, poi ho dovuto urlare davanti l'albergo dei Bourgeois che sono la rovina di Parigi...ah!» Marinette si allungò, recuperando il cellulare che aveva abbandonato vicino la cesta dove erano soliti dormire Tikki e Plagg, armeggiando poi con la galleria delle foto: «Voilà!»
«Hai un futuro come modella.» sentenziò Adrien, osservando la foto e baciandole poi la tempia: «Perché il boa?»
«Era la prova di Juleka.»
«Poi?»
«Ho dovuto trovare un posto dove sfamarci e...niente.»
«Niente?»
«Altre cosette.»
«Marinette...»
«Prometti che non ti arrabbi o diventi isterico?»
«Marinette...»
«Promettilo.»
«Lo prometto.»
La ragazza annuì, inspirando profondamente: «Houtofliareconuno.» mormorò tutto d'un fiato e sorridendo impacciata allo sguardo confuso del ragazzo: «Adrien?»
«Non ho capito cosa hai detto.»
«Devo ripeterlo?»
«Sì.»
«Ho dovuto flirtare con uno.»
«Cosa?»
«Adrien, hai promesso.»
«Prima di...» Marinette gli mise entrambi le mani sulla bocca, osservando lo sguardo verde arrabbiato e aspettando che il biondo si fosse calmato: «Quindi è per questo che non hai fatto storie per il locale, eh? Sapevi di essere colpevole anche tu.»
«Veramente non avrei fatto storie lo stesso.» bofonchiò Marinette, fissandolo male: «Anche se devo ammettere è stato divertente vedervi terrorizzati.»
«Beh, sai com'è...allora, questo tipo con cui...»
«Ciao, mi chiamo Marinette. Fai finta di stare al gioco perché le mie amiche mi hanno chiesto di flirtare con te. Ah, fra due giorni mi sposo. Ciao.» borbottò velocemente la ragazza, sospirando: «Gli ho detto così.»
«Questo non è...»
«Non è niente di cui preoccuparsi, vero?»
Adrien annuì, sistemandole una ciocca dietro l'orecchio e si chinò verso di lei, baciandole la punta del naso: «Ti ho già detto che ti amo, my lady?»
«Mh. Non ricordo.»

Miraculous Heroes 3 {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora