Capitolo 50

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Ladybug atterrò sul tetto di uno dei palazzi che si affacciavano sull’ampio spazio aperto che ospitava uno dei monumenti simbolo della capitale francese, avvicinandosi poi al bordo e osservando la distruzione che regnava nella strada sottostante: l’anello di asfalto che circondava la piazza con l’Arco di Trionfo era un inferno di lamiere: «Tortoise. Volpina» i due eroi scattarono sull’attenti al suo richiamo: «Aiutate più persone possibili» ordinò la coccinella, spostando lo sguardo sulla figura in abiti candidi che stazionava sopra l’Arco: «Peacock, Hawkmoth. Vedete di farlo scendere da lassù. Jian, Bee e Chat Noir, voi occupatevi…» Ladybug si fermò, osservando la creatura di Quantum: un essere con quattro braccia e il fisico veramente muscoloso e una faccia che ricordava molto una maschera che aveva visto a casa del Maestro Fu.
Una volta ne aveva presa una in mano e il Maestro Fu le aveva dato delucidazioni in merito: si chiamavano Mianju, per l’esattezza, che veniva indossata durante le funzioni religiose o gli esorcismi.
Ladybug rimase a osservare le line del volto della creatura, così mostruosa e familiare al tempo stesso: gli occhi a palla, il naso che dominava gran parte del volto e la bocca piegata in un sorriso, che mostrava le zanne affilate: «Devo ammettere che hanno fantasia nel creare le creature di Quantum» mormorò, sorridendo appena: «D’accordo. Vediamo di salvare Parigi anche oggi.»
«Non è quello che facciamo sempre, my lady?» le domandò Chat Noir, affiancandola e regalandole un occhiolino, prima di saltare, seguito da Jian e Bee; anche gli altri scattarono mentre la coccinella rimase immobile, osservando la distruzione che regnava sovrana: «Mogui, quanto tempo è trascorso prima di avvisarci?» domandò, portandosi la mano all’auricolare e attendendo la risposta dell’amico.
«Veramente poco» dichiarò Alex con un sospiro nella voce: «Ho ricevuto la chiamata dell’agente e…» si fermò, ridacchiando delle sue stesse parole: «Usiamo i termini corretti: ho intercettato la chiamata e vi ho contattato immediatamente.»
Una decina di minuti scarsi, decretò Ladybug, socchiudendo gli occhi e rendendosi conto della forza distruttrice di quella creatura: le macchine ribaltate e distrutte, gli alberi sradicati circondavano l’Arco di Trionfo che, solitario, si ergeva sopra tutto. Alcuni poliziotti aveva cercato di costruire una barriera nella parte più esterna dell’anello, in modo da contenere tutto quanto, ma era certa che se il generale avesse comandato alla sua creatura di ampliare il suo raggio di azione, a nulla sarebbero serviti gli sforzi degli agenti.
Ladybug lanciò il proprio yo-yo verso il monumento, usandolo come punto di appoggio e poi lasciandosi andare nel vuoto, atterrando in un punto dell’asfalto sgombro e guardandosi attorno: Tortoise stava usando il suo scudo e la sua forza per aiutare le persone rimaste intrappolate, mentre Volpina aveva creato alcune illusioni di se stessa, spedendole contro la creatura: Ladybug rimase a osservarla, mentre invocava il potere speciale del suo Miraculous e creava una strada di fiammelle azzurre, indicandola poi alle persone e aiutandole così a mettersi più velocemente al sicuro.
Poco distanti da loro, Peacock e Hawkmoth stavano lanciando le loro armi contro il generale che, con una risata divertita che risuonava nell’aria, si divertiva a evitare ogni loro colpo, saltando poi a terra; Ladybug trattenne il fiato, mentre osservava il generale caricare contro Hawkmoth, ma venire intercettato da Peacock, che lo reclutò in uno scontro corpo a corpo, parando i colpi dell’altro e mettendolo velocemente in una posizione di svantaggio.
Sul volto di Peacock comparve un sorrisetto sfrontato, mentre apriva entrambi i ventagli e li usava per parare l’assalto, meno sicuro e più goffo dell’altro: il generale caricò e Ladybug vide il compagno chinarsi mentre un boomerang di Hawkmoth colpì in pieno volto il nemico, prima di ritornare fra le mani del giovane membro.
Qiongqi si portò una mano alla parte del volto libera dalla maschera, abbassandola poi e mostrando le labbra storte in una smorfia, tornando poi alla carica con un urlo feroce e cercando di raggiungere il piccolo Hawkmoth ma venendo nuovamente ingaggiato da Peacock in uno scontro.
Non avevano bisogno di lei, a quanto pareva.
Sarebbero stati capaci di trattenerlo da soli.
Ladybug si voltò dalla parte opposta, osservando Chat Noir e Jian attaccare sui due fronti opposti la creatura, ma sia spada che bastone vennero bloccate da due delle quattro mani della creatura: «My lady, pensi di stare guardare o ti unisci a noi?» le domandò Chat, mentre con una smorfia liberava la propria arma, balzando poi indietro e assottigliando lo sguardo verde, tenendolo fisso sulla creatura: «Ci servirebbe veramente qualcosa che lo tenesse fermo.»
«Stavo controllando se Peacock aveva bisogno di aiuto» dichiarò la coccinella, affiancando il felino e sorridendo all’espressione che si era palesata sul volto del ragazzo: «Che c’è? Fa parte della squadra o non l’hai ancora capito?»
«Beh, sai che se c’è da aprire la ruota e mostrarla al mondo intero, il pennuto lo fa sempre e volentieri.»
«Guarda che ti sento, gattaccio» esclamò Peacock, poco distante, colpendo con la spalla l’avversario e spedendolo poco più avanti: «Non sono sordo.»
«Mai detto il contrario, pennuto.»
«Qualcuno ci salvi da voi due» sentenziò Bee, sparando alcuni pungiglioni contro la creatura e colpendola in pieno petto, facendola arretrare di un passo ma senza provocare alcunché nel nemico; Jian ne approfittò, balzando di lato e affondando la spada nella carne della creatura, facendola uggiolare di dolore prima che l’afferrasse e la spedisse lontano, facendola scivolare sul piastrellato alla base del monumento.
Bee sparò altri pungiglioni, storcendo le labbra quando nuovamente non riuscì a realizzare nulla: «Che facciamo?» domandò, voltandosi verso Ladybug e Chat Noir: la coccinella strinse lo yo-yo fra le dita, lasciando andare poi un lungo sospiro e girandosi verso il compagno, vedendolo annuire con un sorriso tranquillo sulle labbra, lo sguardo rivolto completamente verso di lei.
«Chat, Jian» mormorò Ladybug, inspirando poi profondamente mentre serrava maggiormente la presa sullo yo-yo: «Continuate a distrarlo. Bee, appena ho evocato il Lucky Charm, crea una frusta con il tuo potere speciale» si fermò, osservando i compagni annuire e poi lanciò in aria la sua arma, osservando il potere speciale attivarsi e un piccolo contenitore spray.
Ladybug se lo rigirò fra le mani, sorridendo convinta quando capì di cosa si trattava, si voltò e osservò Bee già all’opera, mentre modellava l’energia gialla del suo potere speciale: muovendo le mani a mezz’aria, l’eroina iniziò a creare un lungo serpente canarino che crepitava e scoppiettava, afferrandone poi un’estremità e guardando l’altra, rimanendo in attesa. La coccinella le indicò il nemico e Bee annuì, facendo schioccare la frusta sul pavimento, indirizzando poi la punta verso la creatura, storcendo le labbra quando questa saltò all’indietro, evitando il suo assalto.
Bee avanzò di qualche passo, muovendo la frusta attorno a sé e osservò Jian ingaggiare uno scontro con la creatura: l’eroina rimase in attesa, seguendo i movimenti di entrambi e attendendo il momento giusto per colpire; sorrise quando vide Chat Noir balzare in avanti e dare man forte a Jian, aiutato da Ladybug che, con il suo yo-yo, aveva ingaggiato uno scontro a distanza con le braccia superflue della creatura.
Era il momento propizio.
Fece roteare la frusta sopra la testa, allungando poi il braccio in avanti e osservando l’energia, circondare il corpo della creatura, imprigionando tutte e quattro le braccia: «Ladybug! Ora!» esclamò, voltandosi appena verso la coccinella e osservandola scivolare in avanti, il Lucky Charm stretto in mano e raggiungere velocemente il nemico: allungò il braccio in avanti, le dita ben serrate sul meccanismo dello spray e premette, spruzzando sul volto della creatura lo spray urticante.

Miraculous Heroes 3 {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora