Capitolo 14

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Lila posò la tazza sul piattino di ceramica, osservando le varie riviste che la mora stava sfogliando, rispondendo alla conversazione del tavolo con risposte monosillabe e vaghi accenni del capo, anche Sarah si era accorta dello strano comportamento dell'amica e più volte, lo sguardo nocciola della bionda, si era fermato sull'italiana: «Marinette?» domandò quest'ultima, osservando la copertina di un catalogo di mobili che la compagna stava sfogliando, segnando una pagina con un piccolo post-it rettangolare: «Marinette!»
«Che c'è?»
«Devi dirci qualcosa?» domandò Lila, con un sorriso angelico in volto e indicando con un cenno della mano le riviste: «Magari qualcosa che riguarda mobili e...»
«Abiti da sposa» aggiunse Sarah, prendendo una rivista e dandole un'occhiata veloce, soffermandosi su una pagina segnata dall'amica: «Bello questo!»
«Allora?»
Marinette fece vagare lo sguardo sulle due ragazze, posando il catalogo che aveva in mano e stringendo forte il bordo del tavolo del café, ove si erano rifugiate quando il temporale che stava imperversando per Parigi aveva messo fine alla loro giornata di shopping: «Ci sposiamo.» mormorò, sentendo le guance andare a fuoco.
«Vi sposate nel senso che, con calma, iniziate a pensare al matrimonio e a tutto quello che lo riguarda o...»
«Adrien ha lasciato i documenti in municipio, quindi massimo quaranta giorni e...»
«E potremo chiamarti Madame Agreste!» esclamò Lila, battendo le mani e sorridendo allegra: «Ho già un bel po' di battute da fare! Ci sto lavorando da quando te lo ha chiesto!»
«Lila...» sospirò Sarah, scuotendo la testa e allungando le mani verso quelle della mora, stringendole affettuosa: «Sono tanto, tanto, tanto, tanto, tanto felice per te, Marinette!»
«Grazie...» mormorò la mora, chinando la testa e mordendosi il labbro inferiore, sotto gli sguardi delle amiche: «Io...io...»
«Ancora non ti sembra vero, eh?» concluse per lei Lila, portandosi la tazza alle labbra e bevendo l'ultimo rimasuglio di caffè: «Beh, penso sia normale. Anche se stai sfogliando riviste per il matrimonio e cataloghi di mobili. A proposito, perché?»
«Adrien ha comprato una casa...»
«Cosa? Quando? Come? E Perché? No, aspetta. Il perché lo sappiamo.»
«Vi ricordate il giorno in cui Thomas ha akumatizzato sua sorella?»
«Come dimenticarselo...» sospirò Lila, scuotendo il capo: «Non capita tutti i giorni, sai?»
«Mentre stavamo correndo per raggiungere il luogo dell'incontro, ci siamo fermati nei pressi di una casa e Adrien ha scoperto che era vuota, così dopo il combattimento lui è tornato e...»
«L'ha comprata?»
«Sì.»
«Che carino. Il micetto ha comprato la cuccia per sé e la sua micetta.»
«Lila, perché tutto quello che dici ha qualcosa come una ventina di doppi sensi?»
«Perché tu stai troppo tempo con il piumino» dichiarò l'italiana, indicando la bionda che aveva posto la domanda, spostando poi il dito sull'altra ragazza: «E tu troppo tempo con il micetto.»
«Io non ho detto niente!»
«Parlando di cose serie...» continuò Lila, poggiando il viso contro i pugni chiusi e gongolando: «Testimone?»
«Alya.»
«Ottimo! Mi è sempre piaciuta: sa divertirsi e sa fallo bene. Addio al nubilato? Ci pensa lei?»
«Non lo so.»
«La chiamo. Ho in mente due o tre localini che faranno impazzire tutte.»
«Lila, mi stai facendo paura.»
«Fidati di me, sposina.»

Xiang sbuffò, uscendo dall'edificio che chiamavano scuola, non curandosi delle occhiate di quelli che dovevano essere suoi compagni: era stata costretta da Felix ad andare alle lezioni, ma non le aveva imposto niente sull'essere amichevole con chi la circondava.
In classe se ne stava sempre in disparte, ascoltando svogliatamente le lezioni, trattenendosi dallo sbadigliare e dall'addormentarsi.
I professori la ignoravano e i suoi compagni...
Beh, loro la odiavano: alcuni avevano provato a rivolgerle parola nei suoi primi giorni in quella prigione - perché di quello si trattava - ma avevano smesso, guardandola con astio, quando avevano capito che i loro tentativi erano ripagati con l'indifferenza più totale.
Si fermò in mezzo al marciapiede, osservando un gruppetto di ragazze a poca distanza da lei: sapeva di comportarsi in maniera sbagliata, più e più volte Felix le aveva detto di quanto poco si amalgamasse alla realtà che la circondava.
Ma cosa poteva fare?
Le chiacchiere vuote non la interessavano e gli unici altri esseri umani, con cui aveva avuto a che fare, erano l'ex-Portatore del Gatto Nero e Kang.
Ah, giusto.
Anche con Dì ren, sempre se poteva considerarlo umano.
E poi c'era Alex...
Alex che avrebbe dovuto rapire, per chiedere come riscatto i Miraculous.
Un piano semplice e ben pensato, ma che non aveva coraggio di mettere in atto: Alex riempiva le sue giornate, con le sue chiacchiere allegre di videogiochi, serie TV e altre cose di cui lei non sapeva neppure l'esistenza, anche se era bello sentirlo parlare della trama dell'ultimo gioco e di quello che aveva dovuto penare per combattere il boss finale.
«Che cosa sto facendo?» mormorò fra sé, osservando la macchina scura, che si era fermata a pochi metri da lei: Felix aveva di nuovo mandato il suo autista a recuperarla; si sistemò meglio lo zaino sulle spalle, avvicinandosi alla vettura e aprendo lo sportello posteriore: «Ni hao, Li» mormorò, abbozzando un sorriso al cinese smilzo che Felix aveva preso a lavorare con sé, assieme ai due fratelli.
Li aveva trovati per strada, giunti a Parigi dalla Cina sotto il comando della nonna e, dopo una serie di avventure, erano giunti fino a loro: Xiang era rimasta impressionata dalla quantità di sfortuna che, in una manciata di giorni, i tre fratelli avevano avuto appena messo piede sul suolo parigino e sperava che, una volta messi da parte abbastanza soldi, avrebbero potuto compiere il volere dell'anziana che li aveva spediti lì.
«Ni hao ma?» fu la risposta di Li, che la fece sorridere, rispondendo nella sua lingua natia mentre l'uomo si immetteva sulla strada e ascoltava, annuendo con la testa di tanto in tanto.
Finito il resoconto, Xiang si accomodò sul sedile, voltandosi e osservando le persone che vivevano la loro quotidianità: aveva trascorso gran parte della sua età millenaria a Shangri-La, osservando la città affievolirsi e morire sotto ai suoi occhi mentre lei cresceva e, quando il suo corpo aveva smesso di cambiare e modificarsi, tutto ciò che le era rimasto erano le rovine di un'antica gloria e uno straniero che vedeva il futuro.
Adesso poteva vedere l'effimera vita umana e quanto poco durasse, facendole apparire strano quella frenesia che prendeva le persone: facevano tutto di corsa, senza prendersi il giusto tempo per assaporare le cose e capire cosa era veramente importante.
Succedeva perché avevano una vita relativamente breve o forse perché il mondo era cambiato così tanto, da quando lei aveva avuto il suo ultimo contatto con esso?
Erano domande che si poneva di tanto in tanto.
Lo aveva chiesto anche ad Alex e la risposta che aveva avuto era stata abbastanza soddisfacente: si corre perché il tempo va veloce e bisogna pensare al traguardo. Come quando incontri uno di quei dungeon a tempo e sai che devi farlo alla svelta, senza perderti in esplorazione o altro. Dritto alla meta!
Non aveva capito il paragone, però aveva fatto presente che, con quel modo di pensare, ci si perdeva tante cose.
Alex aveva sorriso, sistemandosi gli occhiali e scuotendo la testa: di norma in quei dungeon c'è roba di poco conto, fidati. E' bene non perderci tanto tempo.
Lei lo aveva guardato per un secondo, osservandolo mentre la superava e si appoggiava alla balaustra, guardando le acque tranquille della Senna: era stato un buon momento, poteva colpirlo e portarlo a casa, ricattando così i Portatori. Ma non lo aveva fatto.
Stupidamente lo aveva affiancato e gli aveva domandato in quale dungeon si trovava in quel momento.
Alex aveva sorriso e le aveva risposto che era in uno di quelli dove poteva prendersi tutto il tempo che voleva per l'esplorazione.
Stupida. Era una stupida.
Doveva rapirlo, non perdere del tempo prezioso: Dì ren si stava sicuramente organizzando e presto avrebbe attaccato, lo sentiva.
C'era troppa calma e non le piaceva.
La prossima volta...
La prossima volta avrebbe messo in atto il suo piano.

Miraculous Heroes 3 {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora