Rafael si svegliò, allungando una mano sul materasso e sentendolo vuoto ma ancora tiepido al tatto: «Sarah si è alzata da poco.» lo informò Flaffy, volando verso di lui con una barretta di cioccolato fra le zampe: «Ha pensato di farti dormire, visto che stavi riposando tranquillo…»
Il ragazzo annuì con la testa, mettendosi seduto sul letto: «Ora mi alzo…» sentenziò, passando una mano sul volto e sospirando: anche quella notte aveva avuto l’ennesimo incubo, la visione che aveva dominato gran parte del periodo in cui era stato solo, ora era tornata in maniera prepotente.
«Stai bene?»
«Sì» mormorò Rafael, carezzando il capino del kwami e sorridendogli: «Mi sto solo trasformando in una specie di Kang, direi. A breve vedrò tutto il futuro anche io e inizierò a tessere le mie trame…»
«Non capisco perché ti stia succedendo questo» mormorò Flaffy, addentando la barretta e masticò lentamente il boccone, scuotendo poi la testa: «Più ci penso e più non capisco: nessuno dei miei Portatori ha avuto simili problemi.»
«Qualche altro dei tuoi Portatori ha provato a usare il tuo potere per scoprire i numeri del Lotto? O avere in anticipo i risultati della Ligue 1?» dichiarò il ragazzo, alzandosi in piedi e dando un’occhiata al pavimento, alla ricerca dei suoi indumenti.
«No, quello no.»
«Forse è il prezzo che devo pagare per avere usato il potere per uso personale» mormorò Rafael, recuperando i pantaloni del pigiama dal pavimento: «Non ho un malessere come Gabriel, perché ho fatto così per meno tempo rispetto a lui, ma questo è un…Flaffy, che c’è?»
«Niente. Ho solamente capito perché Plagg si lamenta tanto del fatto che Adrien gira per camera nudo.»
Rafael abbassò lo sguardo, abbozzando un sorriso e indossando velocemente i pantaloni che teneva in mano: «Scusa. Ero sovrappensiero…» mormorò, massaggiandosi il petto nudo e guardandosi nuovamente attorno: «Dov’è la mia maglietta?»
«Ce l’ha Sarah.»
«Eh?»
«Quando si è svegliata se l’è messa.»
Rafael annuì, uscendo dalla camera e raggiungendo velocemente la cucina, fermandosi sulla porta: Sarah era in piedi davanti ai fornelli, intenta a preparare la colazione per entrambi, con i capelli biondi raccolti e la sua maglia che le lasciava scoperto le gambe e parte del sedere.
Sorrise, raggiungendola e posando il capo contro la sua spalla, sentendola sobbalzare: «Mi hai spaventato!» lo riprese lei, dandogli una leggera manata sul bicipite e allontanandosi di qualche passo, fissandolo male.
«Perdono, perdono» sentenziò Rafael, avvicinandosi e prendendola fra le braccia: «Buongiorno, apetta» dichiarò, chinandosi e sfiorandole le labbra con le proprie: «Dormito bene?»
«Questo dovrei chiederlo io a te.»
«Sto bene…»
«Rafael.»
«Sto bene. Davvero» sospirò il ragazzo, posandole nuovamente la testa contro la spalla e sentendo la mano di Sarah accarezzargli i capelli: «Non è bello vedere sempre Parigi distrutta nei propri sogni, ma ci sto facendo l’abitudine. Davvero» mormorò, voltandosi e baciandole il collo: «Se poi mi sveglio e trovo un simile spettacolo…»
«Spettacolo?»
Rafael sorrise, imprigionando Sarah contro il bancone e piegandosi verso di lei, sfiorandole il lobo con le labbra: «Tu, con la mia maglietta addosso e una bella visuale del tuo sedere…» dichiarò, sorridendo e osservandola in volto: «Se non dovessi andare in facoltà, avrei recitato alla perfezione il ruolo di uomo di caverna.»
«Mi avresti preso come un sacco di patate e portato nel tuo antro?»
«Esattamente, apetta» dichiarò il moro, osservando i preparativi della colazione e aggrottando lo sguardo: «Dove sono i tuoi cereali?»
«Li ho finiti.» dichiarò la ragazza, abbozzando un sorriso: «Pensavo di averli finiti a casa mia e non qui.»
«Sarebbe veramente più comodo vivere nella stessa casa…» buttò lì Rafael, allontanandosi da lei e iniziando ad armeggiare con il bricco dell’acqua: «Quindi prendi anche tu il the?» domandò, allungandosi verso il pensile e recuperando due bustine di infuso: «Sarah?»
«Ah. Eh? Sì. Anche io.»
«Che hai?»
«Nulla, nulla.»
«Sarah.»
La bionda si morse il labbro inferiore, alzando le spalle: «Quello che hai detto…» pigolò, notando lo sguardo grigio e confuso di Rafael posarsi su di lei: «Sulla casa.»
«Ah» Rafael si voltò verso di lei, giocherellando con il ciondolo a forma di pavone: «Ecco, io…»
«Immagino che l’hai detto sovrappensiero, no? Insomma, noi…»
«Io lo vorrei» dichiarò il parigino, fermandola e sorridendo dolcemente all’espressione confusa: «In pratica già lo facciamo, no? Vivere assieme. Se non sono io da te, sei tu qui e…» si fermò, lasciando andare il Miraculous e massaggiandosi il collo, sospirando: «Niente, era un pensiero che mi è venuto quando sei tornata dall’America. Ma immagino che per te sia presto e quindi non ti ho mai detto nulla.»
«Mi vorresti davvero qui con te?»
«O verrei io a vivere da te» mormorò Rafael, abbozzando un sorriso: «Certo, sarebbe più comodo qui: questa casa è dei miei genitori, quindi non c’è un affitto da pagare, poi è in una bella zona e tu adori Sacre Coeur; inoltre ho una connessione migliore della tua: immagina vedere i tuoi drama senza dover aspettare che si carichi la barra del video…»
«Stai provando a convincermi?»
«Non so. Ci sto riuscendo?»
La ragazza sorrise, allungando una mano e carezzando il gioiello che Rafael teneva al collo, facendo poi scivolare i polpastrelli sulla pelle liscia: «Io...io…»
«Non voglio una risposta, Sarah» mormorò il moro, abbozzando un sorriso: «Solo pensaci. Ok?»
«Ok.»
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Miraculous Heroes 3 {Completata}
Fanfiction[Sequel di Miraculous Heroes e Miraculous Heroes 2] La minaccia di Maus è stata sventata, ma non c'è pace per i nostri eroi: il mistero dell'uccisione degli uomini del loro nemico non è stato risolto e un nuovo nemico trama nell'ombra... #170 in...