Chapter 40

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~Logan's Pov

Anche l'ultima ora volò, così mi precipitai subito fuori dopo aver accennato un saluto a Ken, Los e Jay.

Corsi verso l'esterno andando addosso a 3/4 ragazzi.

Scesi le scale, varcando la porta d'ingresso, e finalmente mi ritrovai nello spiazzo difronte scuola.

Andai fino al cancello e la vidi: era lì, poggiata ad una colonna, mentre aveva gli occhi fissi sul telefono.

Le feci una foto e gliela inviai.

Lei, dopo averla vista, alzò lo sguardo e mi avvistò accennando un sorriso.

Mi avvicinai a lei che mi venne incontro.

Le stampai un bacio in fronte e poi rimanemmo a guardarci.

Si... Innamorarmi è stata in assoluto la cosa migliore che mi potesse capire.

Ero cambiato tanto da quando la avevo conosciuta: ero riuscito a superare la morte di papà e mi impegnavo di più a scuola.

Tutto grazie a lei: la mia Erika, la ragazza più bella e dolce dell'intero universo.

"Ehi" disse lei "A che stai pensando?" continuò.
Sorrisi "A te"

Sorrise anche lei dandomi un bacio sulla guancia.

"Andiamo?" chiesi.

Annuì.

Le presi la mano e arrivammo fino alla moto.

Dopo aver sistemato gli zaini nel cofanetto sotto il sedile, partimmo.

Qualche volta accelleravo solo per sentire lei stringermi più forte.

Arrivammo a casa mia e scendemmo dal veicolo prendendo gli zaini.

Aprii la porta, con le chiavi che avevo, ed entrammo.

"Salve ragazzi" disse mamma asciugandosi le mani con il grembiule "Logan i tecnici sono venuti e hanno sistemato tutto" mi informò.
"Quali tecnici?" chiese Erika.
"Segreto" le sussurrai.
"Dai, ti prego... Voglio saperlo" disse curiosa.

Scossi la testa divertito.

"Uff" disse mettendo il broncio.
"È una sorpresa per te"  dissi mettendo le braccia sui suoi fianchi e dandole un bacio a stampo.

Lei mi guardò con la coda nell'occhio, ma poi annuì rassegnata.

"Dia andiamo a mangiare" disse mia madre.

Ci sedemmo a tavola e pranzammo guardando il telegiornale... Sempre le stesse notizie di cronaca.

"Ragazzi... Oggi ho fatto il dolce" disse mamma euforica andando in cucina.

Sorridemmo tutti e due divertiti.

Misi un braccio sulla spalliera della sedia di Erika e le diedi un bacio sulla tempia.
Lei poggiò delicatamente la sua testa sulla mia spalla e mi cinse la pancia con le sue braccia.

"Logan" sussurrò.
"Dimmi piccola" risposi.
"Devi per forza partire?" chiese alzandosi da me.

Rimasi in silenzio, annuii e abbassai il viso.

"Ho paura che tu ti dimentichi di me" disse guardando per terra.

In quel momento mi sentii morire dentro.

"No piccola... Non mi dimenticherò mai di te... Ti amo... E questo sarà per sempre" dissi quasi piangendo mettendo una mano sotto il suo mento girando il suo viso verso me.

I suoi occhi erano pieni di lacrime.

"Non è la distanza che farà cambiare i miei sentimenti per te" dissi incrociando il suo sguardo "Quando ritornerò, riprenderemo da dove abbiamo lasciato" continuai.

Lei si fiondò tra le mie braccia... La nostra separazione sarebbe stata imminente e non avrei saputo come saremmo andati avanti.

Forse io sarei stato distratto dalla chemioterapia e da tutte le cure, ma lei cosa avrebbe fatto?

"Erika, promettimi che non ti taglierai, non diventerai anoressica e che non ti chiuderai in te stessa" le sussurai sulla sua spalla.
"Te lo prometto" disse lei stringendomi.
"Non dimenticarti che io ti amo, ok?" chiesi prendendo il suo viso tra le mie mani.

Annuì e la baciai delicatamente sfiorando le sue labbra... Sarebbe stata una delle ultime volte che avrei sentito tutti quei brividi che solo il contatto con lei mi creava nel corpo.

"Sai anche tu che tutto questo non è vero... Che tu non ritornerai" disse lei mentre le lacrime rigavano il suo viso, poggiando la fronte alla mia chiudendo gli occhi.

Rimasi in silenzio e mi limitai a stringere gli occhi per evitare l'uscita di lacrime e passai le sue mani dai suoi fianchi alle sue guance accarezzandole.

"Io" cercai di dire... Ma niente, lei aveva ragione: il giorno in cui sarei partito, ci sarebbe stato un addio tra noi due.
"Io morirò senza di te" disse lei singhiozzando portando le sue mani sulle mie tenendo sempre gli occhi chiusi.
"Erika... Io non ritornerò, ma ti prego, trova un altro ragazzo che ti ami e ti copra di attenzioni più di quanto lo faccia io, sposati e crea la tua famiglia... Fai finta che io non sia mai entrato nella tua vita" dissi con voce rotta.
"E come faccio? Sei la prima persona che ho veramente amato in tutta la mia vita, l'unica per cui vivo" rispose.
"Un giorno ci rincontreremo" sussurrai.
"Dove Logan... Dimmi dove" controbattè lei.
"Non ha importanza" dissi scuotendo il capo "Io sono stato solo un capitolo del tuo libro... Nient'altro" continuai.
"Il capitolo più importante e con il quale il mio libro si concluderà" rispose lei stringendo le mie mani.
"No Erika... Io faccio parte del tuo passato ormai... Pochi giorni ci separano dalle nostre nuove vite. Guarda al futuro... Pensa a quando avrai un bambino con tuo marito"

Le parole uscivano da sole... Ero sul punto di dirle tutto... Del mio tumore, delle mie paure e delle poche probabilità di rivederla da vivo; ma non lo feci... Stava già soffrendo parecchio.

"È con te che voglio il mio futuro" mi sussurrò aprendo gli occhi e baciandomi con passione senza darmi il tempo di parlare.

Mi staccai rudemente dal bacio e mi alzai da tavola.

Salii in camera mia senza dirle una parola o rivolgerle uno sguardo.

Mi gettai sul letto a fissare il soffitto mentre pensavo a tutti i momenti passati con lei.

Dopo una manciata di minuti sentii dei passi e successivamente qualcuno bussò alla porta.

"Chi è?" domandai.
"Io" rispose Erika dall'altra parte del legno.
Tirai un sospiro "Entra"

Mi sedetti sul letto e lei entrò; aveva in mano un piatto con dentro una crostata.

"Te la manda tua madre" mi disse dandomela.

Fissai quel dolce per qualche secondo e, poi, posai il piatto sul comodino.

"Grazie" dissi girando i pollici.

Lei si guardò attorno, notò i suoi vestiti puliti e lo zaino su una sedia; si avvicinò e li prese.

"Io me ne vado a casa" mi informò.
"Cosa? Perché?" chiesi allarmato.
"Dobbiamo prenderci una pausa" rispose.

Rimasi a guardarla per qualche secondo, che a me parvero ore, e mi limitai ad annuire.

In fondo, aveva ragione: sarebbe stato meglio per entrambi non sentirci per un po'... Sarebbe stato più facile superare la mia partenza e magari non ne avremmo sofferto.

Mise lo zaino sulla spalla e si avvicinò alla porta.

"Erika aspetta" dissi alzandomi.

Lei si girò e le diedi un bacio lungo e lento.

"Sappi che continuerò ad amarti" le sussurrai dandole un bacio in fronte.
"Ti amo anch'io" sussurrò aprendo la porta e andandosene.

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