Chapter 49

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~Logan's Pov

Mi svegliai e sbadigliai, stropicciandomi gli occhi.

Diedi un'occhiata al cellulare: 8:04 P.M.... Ora di cena.

Volsi lo sguardo alla mia piccola che dormiva sul mio petto: sul suo viso era impresso un piccolo sorriso.

Sentii che rise di poco... Pensai che si fosse svegliata, invece stava sognando.

Bofonchiò ridendo qualcosa nel sonno "Sei un scemo"

D'un tratto la risata cessò, per dare spazio a un dolce sorriso; mi strinse ancora di più "Ti amo anch'io" sussurrò.

Sorrisi come un ebete... Probabilmente in quel sogno c'ero anch'io.

"Logan" disse ancora, ma stavolta la sua voce era agitata "Logan ti prego stai come me" ripeté "LOGAN NO" urlò svegliandosi e mettendosi supina sul letto... Era sudata.

Mi alzai e appoggiai le mani sulle sue spalle.

Sobbalzò, girò il viso verso di me; sembrò sorpresa di vedermi.

"Tu... Tu stai bene" balbettò.

La guardai confuso.

"Cos’hai sognato?" chiesi.

Poggiò il capo sul mio petto; le accarezzai i capelli.

"Ricordi quando ti ho parlato degli ultimi minuti che ho passato con mia mamma in ospedale, quando lei è morta?" domandò.
"Si" risposi semplicemente.
"Li ho rivissuti nel sogno. Ma al posto suo c'eri tu. Prima era tutto così bello: noi due ci rincorrevamo su una spiaggia... Eravamo felici insieme. Un attimo dopo, tu eri in un letto d'ospedale, io vicino a te che piangevo... E poi" disse, ma non continuò, tirò un forte respiro e rimase in silenzio.

La strinsi al mio corpo, stampandole un bacio sulla tempia.

"C'è qualcosa che devi dirmi?" chiese lei guardandomi.
"No... Perché?" balbettai sudando freddo.
"Di solito quando faccio questi incubi, succede qualcosa al soggetto del sogno" mi spiegò, non distogliendo lo sguardo da me.

Mi morsi il labbro inferiore.

"Sai che puoi dirmi qualsiasi cosa" mi disse dolcemente lei, accennando un sorriso.

Sospirai.

"Andiamo a cenare? Ho fame" dissi cercando di cambiare argomento.
Mi gettò un'occhiataccia "Ok" mugugnò lei.

Ci alzammo dal letto e scendemmo in cucina.

Si mise ai fornelli; mi sedetti a tavola, rimuginando su quell'argomento.

Mi sentivo così cretino a non dirglielo.

Mi ripetevo che non dovevo avere paura della sua reazione... Era stata lei stessa a dirmi che mi sarebbe stata sempre accanto; ma non mi fidavo del tutto... E non riuscivo a capire il perché.

"Ecco qui" disse mettendomi il piatto con la cena davanti.
"Sembra delizioso" dissi guardando quel ben di Dio.

Fece un mezzo sorriso e si sedette vicino a me.

Mangiammo in silenzio, nessuna parola, nessuno sguardo.

"Logan" mi disse sparecchiando.
"Mhm" mormorai.
"Facciamo l'albero?" chiese con un barlume di speranza.
"Certo... Dove sta?" domandai alzandomi da tavola.
"Vieni" disse facendomi strada.

Salimmo le scale e arrivammo fino alla fine del corridoio.

Aprì una porta davanti a noi: una specie di ripostiglio.

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