Chapter 52

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~Erika's Pov

Mi svegliai la mattina seguente. Mi alzai, lasciando Logan nel letto a dormire.

Mi vestii e scesi in cucina a bere un succo d'arancia.

C'era silenzio e odiavo il silenzio: mi incuteva timore.

Sentii il campanello suonare.

-Chi rompe alle 7 di mattina?!-

Andai ad aprire e rimasi a fissare la figura davanti a me.

Cercai di chiudere la porta, ma quell'uomo orribile, che credevo fosse mio padre, la spalancò facendomi cadere.

"Cosa vuoi?" domandai spaventata.

-Ti prego Logan, svegliati-

"Sai, la puttana che mi facevo quando tua madre era viva mi ha mollato. E ora ne sto cercando un'altra" sghignazzò.

Rimasi a fissarlo impaurita, mentre mi alzai.

"LOGAN" gridai, ma Peter mi coprì la bocca con la sua mano.
"Devi stare zitta. E ora cammina" disse iniziando a tirarmi verso l'uscita; tentai di opporre resistenza.

~Logan's Pov

"LOGAN"

Mi svegliai di colpo.

-Un brutto sogno?-

Guardai dall'altra parte del letto, ma Erika non c'era.

-E se non fosse stato un incubo?-

Mi alzai e scesi le scale fino a metà, senza fare rumore.

Vidi quell'uomo tirare Erika verso la porta, mentre le teneva una mano sulla bocca.

-Cazzo-

Ad un certo tratto,  lei gli pestò un piede e lui la lasciò a causa del dolore.

Corse verso le scale e appena mi vide, mi abbracciò.

"Ci penso io" dissi sicuro, scendendo.
"Chi si rivede" disse lui.
"Avevo detto che non volevo più vederti"
"Non ho ascoltato mentre lo dicevi" rise beffardo.
"Vattene prima che chiami la polizia"
"Moccioso, non ho niente contro te, ok? Lasciami prendere quella troia e non vedrai mai più"

Lo presi dal colletto, sferrandogli un pugno sulla guancia.

"CHI HAI CHIAMATO TROIA?!" gridai.
"Quell'inutile ragazza" disse a denti stretti lui.

Lo spinsi facendolo sbattere al muro.

"Il moccioso è diventato coraggioso" rise maleficamente lui.

Sentii i passi di Erika dietro me "Vattene" disse lei contro il 'padre'.
"Erika non ricordi più quando ti dicevo che dovevi scegliere un fidanzato intelligente?" chiese lui.
"Peter vattene" disse dinuovo lei.
"Altrimenti?" chiese avvicinandosi a lei, ma io mi misi davanti.
"Prova a sfiorarla e sei morto" dissi minaccioso.
"Non credo" rispose lui sicuro di sé.

Mise una mano nella sua tasca posteriore dei jeans e tirò fuori una pistola.

Rimasi immobile e con il mio corpo cercai di proteggere Erika da qualsiasi colpo.

"Va tutto bene" le sussurrai.
"Sicuro?" chiese quel mostro puntandomela contro.
"Sparami se hai il coraggio, ma guai a te se uccidi lei"
"Uh guarda sto tremando tutto" rispose lui sbellicandosi dalle risate per poi abbassare il cane: se avesse premuto il grilletto, sarei morto.

Mi guardai attorno, cercando qualcosa con cui proteggerci e la trovai.

Osservai il tavolino di ferro posto vicino a noi; avrebbe resistito ai colpi.

Presi la mano di Erika e, in meno che non si dica, mi gettai con lei vicino a quel tavolino, ribaltandolo mentre lui cominciò a sparare.

Gattonai insieme a lei fino alla cucina, chiudendo la porta a chiave; lo avrebbe rallentato per qualche minuto.

"Piccola, nasconditi là dietro" le dissi, indicando i fornelli.

Lei annuì e corse nella posizione da me indicata.

Afferrai la cornetta e digitai il numero del 113.

"Pronto polizia"
"C'è un uomo armato in casa mia"
"Mantenga la calma. Dove abita?"
"Via Shakespeare, n20"
"Stiamo arrivando" dissero attaccando.

Andai da Erika, mentre Peter sparò ripetute volte alla porta.

La abbracciai cercando di calmarla; nei suoi occhi c'era tanta paura.

"La polizia sta arrivando"
"Non voglio perderti" sussurrò piangendo e stringendomi forte.
"Non succederà. Ricordi che io voglio un bambino con te, no?" sorrisi posando una mano sulla sua pancia; a quel contatto, mi sentii strano, non riuscii a capire cosa mi stesse succedendo; una scarica di brividi invase il mio corpo, sentii un formicolio sotto la mia mano.

Lei annuì rifugiando il suo viso nell'incavo del mio collo.

Le diedi un bacio in fronte, prendendo un forte respiro.

La porta della cucina venne d'un tratto aperta.

Feci segno ad Erika di stare in silenzio.

"Dove siete?" disse Peter iniziando a perlustrare la cucina "Tanto vi trovo" continuò.

Strinsi di più Erika a me; non l'avrei persa così.

Me lo ritrovai davanti.

Mi alzai velocemente cercando di togliergli la pistola dalle mano; Erika rimase dietro il bancone.

~Erika's Pov

Non sapevo che fare; non volevo perdere Logan per colpa di quello stronzo.

I due ebbero una colluttazione, poi, all'improvviso, la stanza venne invasa dal rumore di un colpo di pistola.

Trattenni il respiro.

Mi alzai di scatto.

Entrambi erano per terra; vidi un lago di sangue invaderli.

Logan aveva la faccia piena di ferite, con il sangue che scendeva lungo il suo viso.
Peter era stato sparato alla gamba destra.

La pistola era vicino al lavello.

Poi lo vidi muoversi.

Mi precipitai vicino a lui, piangendo e prendendo il suo viso tra le mani, sporcandomi di sangue.

"Logan" sussurai.

Lui lentamente aprì gli occhi e sorrise leggermente, passando una mano sulla sua fronte.

"Non ti libererai così facilmente di me" sussurrò mettendosi supino.

Lo abbracciai forte.

"Ho avuto così tanta paura" confessai.
"Ci sono io, piccola. Ti proteggerò fino alla fine dei miei giorni" disse lui accarezzandomi la schiena.

Lo guardai e lentamente lo baciai.

La polizia venne subito dopo, con l'ambulanza.

Peter venne operato d'urgenza, ma era fuori pericolo; alla sua guarigione, lo avrebbero portato in carcere.

Dopo tutto questo trambusto, Logan si diede una sciacquata al viso e andò in discografia... Quel Sparks gli faceva paura... E non aveva torto in fondo.

Quando James seppe tutto quello che era successo la mattina, si offrì di rimanere a casa mia fino al ritorno di Logan.

Così, passammo tutta la mattinata a pulire casa, in special modo la cucina.

#SpazioAutrice#
Scuuuuusate se è corto, ma non ho idee... Comunque la storia sta per finire, credo.

~SleepwalkerH

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