Chapter 46

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~Erika's Pov

Quella dannata sveglia suonò puntuale come suo solito.

Aprii un occhio e in seguito l'altro, sbadigliando per circa un minuto.

Mi spostai leggermente verso sinistra e toccai qualcosa con la schiena.

Solo in quel momento, mi ricordai che Logan era nel letto a dormire.

"Lo" sussurrai quasi senza voce.
"Lo" ripetei dinuovo, tossendo in seguito.

Mi girai e lo ritrovai con un'espressione a dir poco adorabile: aveva i capelli arruffati, gli occhi serrati e le labbra socchiuse; sulle guance erano poco visibili le sue fossette. Aveva una mano sul cuscino e l'altra sotto lo stesso.

"Logan" dissi passando le dita di una mano tra i suoi capelli.
"5 minuti" sussurrò lui, voltando la testa dall'altra parte.
"Ti amo" gli sussurrai nell'orecchio.
"Anch'io" rispose lui, con il mio stesso tono.
"Allora sei sveglio scemo" dissi dandogli un pizzicotto sul braccio.

Ottenni una risata soffocata da parte sua.

Si mise di fianco rivolgendomi lo sguardo e, ancora in uno stato di dormiveglia, mi sorrise.

"Di prima mattina sei stuprabile" ammisi divertita.
"Solo di mattina?" chiese lui mordendosi il labbro.
"Sempre" risposi sfiorando il suo naso con il mio.
"Mio Dio che sbronza ieri sera" si lamentò chiedendo gli occhi, passando una mano sulla sua fronte.
"Ti è servita da lezione" ribattei sarcastica.
"Non credo" rispose, mettendosi a pancia in su, guardando il soffitto, con un braccio sotto il capo e l'altro sul materasso.

Mi sollevai, sedendomi e rimasi a riflettere: ma eravamo in vacanza, o no?

"Logan... Quando ne abbiamo?"
"E tu lo chiedi a me, reduce da una bevuta galattica?" chiese lui ironico.

Afferrai il cellulare, cancellando tutte le notifiche, senza neanche dare un'occhiata, e guardai sullo schermo la data: 20/12, sabato.

"Siamo in vacanza" esultai.
"Ritorno a dormire" rispose lui.
"E dai... Facciamo qualcosa" dissi entusiasta, mettendomi a cavalcioni su di lui.
"Se proprio insisti" rispose lui maliziosamente.
Corrugai la fronte "Non in quel senso" risposi.
"Ah" disse deluso.
"Mio Dio... Pensi sempre al sesso" mi lamentai.
"Sono un uomo" rispose e posò lo sguardo sul mio seno... In quel momento, sentii un rigonfiamento sotto la mia intimità.
"Smettila" lo sgridai.
"Fa tutto lui" si giustificò.

Roteai gli occhi e lui rise, mettendosi poi seduto, posizionandomi meglio sulle sue gambe.

Passò i polpastrelli delle dita sulle mie cosce e io sul suo petto, mentre ci guardavamo negli occhi sorridendo.

"Me lo dai un bacio?" mi chiese avvicinandosi.

Scossi il capo ridendo divertita.

"Dai" disse avvicinandosi ancora, ma io scostai il viso "Non fare la monella"

A quel punto, per sfuggire a lui, mi spostai finendo sdraiata sul letto, e ovviamente lui non ci pensò due volte a posizionarsi su di me.

Sorrise maliziosamente, iniziando a darmi baci caldi sulla mascella, scese al collo, risalì sulla fonte, lungo il naso e infine sulla bocca.

"Allora?" chiese lui, alludendo a tutti quei baci.

Sorrisi accarezzandogli le guance.

"Sei bellissima anche appena sveglia" mi sussurrò nell'orecchio.
"Anche tu sei bellissimo... Tutti gli orsi lo sono" risposi sorridendo.

Lui rise di poco e mi stampò un altro bacio, alzandosi.

Mi alzai anche io e scendemmo nel salotto.

Andai ai fornelli e accesi il gas mettendo il latte a riscaldarsi.

Logan si posizionò dietro di me, massaggiandomi i fianchi.

"Ho fame" disse.
"Un attimo... Sto preparando la colazione" risposi versando il latte in due tazze e aggiungendo i cereali.

Lui abbassò la manica della mia maglietta e mi mordicchiò la spalla.

Lasciai un sospiro di piacere e lo sentii sorridere.

"Stronzo" sussurrai chiudendo gli occhi e poggiando il capo nell'incavo del suo collo.
"Ti ho fregata" sussurrò con voce roca, stampandomi baci sul collo; e solo io sapevo quanto fosse sexy e provocante in quel momento.

Strinse le sue braccia attorno al mio corpo, continuando a passare le sue labbra sul mio viso.

Mi girai verso di lui, misi le mani attorno al suo collo, mi alzai sulle punte e lo baciai con foga, facendolo indietreggiare fino a fargli toccare il muro.

"Eh no piccola... Qua comando io" rispose mordendomi il labbro.

Ribaltò la situazione e mi ritrovai schiacciata tra il suo corpo e il cemento.

Con un veloce movimento, mi sollevò dalle gambe, facendomi cingere i suoi fianchi.

Gli tirai il ciuffo, mentre le nostre lingue si aggrovigliavano già tra loro, e lui mugugnò sulle mie labbra.

Sentì dinuovo la sua eccitazione.

Staccai le mie labbra dalle sue e gli sussurrai divertita "Dio, sei sempre eccitato"
"Sei tu che mi ecciti, piccola" controbattè, premendo con forza il suo labiato sul mio.

Capii in quel momento la voglia che aveva di farmi sua; non aveva mai usato tutta quella foga nei baci.

Voleva fondere le sue labbra con le mie; il modo in cui mi pressava al suo corpo, facendomi sbattere la schiena al muro, era estenuante ma compresi che voleva i nostri corpi a contatto.

Passai frettolosamente le mie mani sul suo petto, sulla sua schiena e sul suo collo.

Lui, dopo avermi dato un morso sul collo, mi sfilò la maglietta.

Si avventò sul mio petto e sul seno lasciando un succhiotto, difficile da non notare.

"Cristo quanto ti voglio in questo momento" sussurrò pizzicandomi una capezzolo.

Passò le sue mani sul mio ventre; tutto ciò fece in modo che io, presa dalla situazione, facessi scontrare il mio bacino al suo.

E a quel movimento, Logan mi gettò sul divano, mettendosi sopra me.

Stavo per calargli i boxer, mentre lui mi baciava il braccio, quando sentimmo bussare alla porta.

Logan mi guardò interrogativo.

"Devo andare ad aprire" dissi affannata.

Abbassò il capo e annuì.

Rimisi la maglia, dandomi un aggiustata ai capelli e andai all'ingresso.

Aprii la porta e vidi James... Ma non era solo: vicino a lui c'era un uomo sulla quarantina, con gli occhi verdi, i capelli neri, grigi alle basette, un po' di barba. Era alto qualche centimetro in più di James e aveva una corporatura quasi da palestrato.

"Ehm ciao James... E lei è?" chiesi io.
"È lei?" chiese l'uomo a mio fratello; lui annuì guardandomi.
"È uguale a vostra madre" affermò sorridente.

-Mamma? Cosa c'entrava mamma?-

"Erika" sospirò lui "Io sono il tuo papà"

Cinque parole, mille lacrime.

Portai le mie mani sulla bocca; gli occhi diventarono rossi mentre le lacrime già rigavano il viso.

"Ehi piccola, chi è alla porta?" sentii dire da Logan, e in un attimo, mi fiancheggiò "Erika, che succede?!" chiese lui allarmato abbracciandomi.

Lasciai i singhiozzi uscire.

Non sapevo la causa del mio pianto, ma dovevo sfogare tutte le emozioni che erano riaffiorate in me in quell'istante.

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