dieci

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" Ma come fai a dire che stava litigando con una tipa? Ti é sfrecciano davanti come una saetta!" Ilaria manda giù il quinto caffè della giornata, sono le 13.32 e mi sto godendo gli ultimi minuti di pausa a bar dell'ospedale...Oggi lo Schiavista mi ha concesso un'ora di pausa pranzo, a suo dire sono ridotta ad un cencio.
" Fidati! Ne sono sicura! E poi tu non dovresti esagerare con i caffè, ti stai avvelenando..."
" Mah... tutto ti uccide a questo mondo, non saranno i caffè a spedirmi dal creatore! Comunque anche se avessi ragione su quello che hai visto, che problemi ci sarebbero? Donizetti può litigare con chi vuole!"
" Si, ma ieri era davvero strano...non era lui..."
" Oh! Non era lui!" Mi fa il verso Ilaria. " Piantala! Sono preoccupata e tu mi prendi in giro!?"
" Sara, tu ti preoccupi per tutti! Ma lascia stare, fatti un po' i fatti tuoi che vivi meglio!"
Sbuffo seccata, ma so che ha ragione, devo smetterla di farmi gli affari degli altri, in fondo cosa me ne importa?

20.01 ho finito finalmente! Lo Schiavista mi ha sommersa di lavoro e non contento mi ha rifilato l'incarico di imbustare e mettere in autoclave gli strumenti usati nel pomeriggio...cinico sfruttatore! Come se non ci fossero le infermiere! Lo so che vuole darmi una lezione di umiltà, ma santo cielo, dopo sei otturazioni, una prima seduta di terapia canalare e un numero indefinito di OPT, ti prego fammi tornare a casa!
Secondo il dottor Ettore ogni bravo medico dovrebbe fare la gavetta, secondo lui bisogna partire dal livello base per poter apprezzare in futuro il proprio lavoro, per fortuna quando mi confina in sala sterilizzazione le infermiere sono sempre tanto disponibili e gentili con me, anche se sono una loro sottoposta in quel contesto, non mi fanno pesare questo ruolo.
Mi tolgo la divisa dell'ospedale ed esco dallo spogliatoio, il corridoio é buio e le uniche luci accese sono i neon sopra le uscite di emergenza, la cosa mi inquieta non poco, mi sembra di essere in una puntata di " American Horror Story Asylum"!
Mi dirigo verso l'ufficio del dottor Ettore, so di trovarlo lí, ultimamente so che si trattiene fino a tardi ed, infatti, lo trovo seduto dietro la scrivania.
" Dottore, io vado, ci vediamo domani." Lo saluto affacciandomi attraverso la porta.
" Ehi, Sara, ciao! Vai già via?" Come sarebbe a dire "già"?
"Ehm...si, sono le venti passate. Lei non torna a casa?"
" Ancora no... quando non hai nulla per cui tornare..." Mi guarda e sospira.
"..." Resto alquanto interdetta da questa frase.
" Dai, lascia perdere, quando sono stanco sparo solo cazzate..." Si alza e mi raggiunge, faccio un passo indietro quando mi arriva difronte, mi sento in soggezione, in tremenda soggezione.
Trattengo il respiro, vorrei dire qualcosa, ma non so cosa, sento il ronzio delle luci di emergenza e tutt'intorno a noi aleggia la penombra, il dottore mi prende il viso tra le mani e avvicina il suo volto al mio, ok, ora urlo, anzi, ora svengo! Sto per svenire! Sto per svenire!
" Sara... grazie." Detto questo mi lascia andare e si allontana.
" D-di c-cosa?" Biascico, ho la bocca secca.
Il dottore di volta verso di me e con un sorriso tristissimo mi dice: " Di tutto... semplicemente di tutto! Ora vai a casa, altrimenti si fa tardi."

Appena varco l'uscio del mio appartamento, il mio cucciolone mi salta addosso, lo so che durante il giorno gli manco, per questo quando rientro non sono mai restia a riempirlo di coccole.
Mentre io e Wisky ci godiamo una bella cena in solitaria, non riesco a fare a meno di pensare al dottor​ Ettore... possibile che sia un uomo così solo? Non avere nessuno da cui tornare é tremendo, ti fa sentire come una zattera che bascula nel mare in tempesta, non hai appigli, non hai porti sicuri in cui attraccare, sei solo con le tue difficoltà!
Oh Dio! Lo sto facendo ancora! Devo smetterla di pensare agli altri, devo farmi i fatti miei!!!!
Possibile che per me sia così difficile cercare di non ficcanasare nelle faccende altrui? Il problema, però, é che sto perdendo tempo con le questioni altrui e sto ignorando l'unica persona della quale dovrei interessarmi e che, oltretutto, ha davvero bisogno di un aiuto.
Prendo il cellulare ed inizio a scrivere.

Da: me
A: Vittorio
Ehi, Vik, che mi dici? Come vanno le cose?

Aspetto qualche minuto, non faccio altro che guardare il display, ho paura che possa essersi sentito abbandonato, in questi giorni non mi sono fatta viva per niente...ti prego rispondi!

Il telefono vibra,é lui!

Da: Vittorio
A: me
Dolcezza mia! Che bello sentirti! Mi sei mancata... Qui tutto ok, sono ancora inchiavicato a casa dei miei suoceri, ma, almeno, con Gaia la situazione si sta stemperando, non ne potevo più di litigare, soprattutto perché poi la sera me la ritrovo nel letto!

Quest'ultima frase mi arriva al cuore come se fosse un proiettile, non ce la faccio ad immaginarli nello stesso letto, mi fa troppo male...

Da: me
A: Vittorio
Tranquillo, tutto questo passerà. Sono certa che troverai il tuo equilibrio e che avrai una vita serena e allora potrai sentirti realizzato come meriti, sei un uomo dalle mille risorse, so per certo che verrai a capo di questo disastro.

Da: Vittorio
A: me
Sara...cosa farei senza di te!? Se non ci fossi tu mi sentirei perso, mi dai l'aria che mi manca e mi fai sapere in un futuro migliore! Sei l'unica al mondo dalla quale vorrei tornare, grazie, semplicemente grazie di tutto!

No! Anche Vittorio! Non è possibile! Due uomini cosí diversi, due uomini tra loro così distanti, eppure legati da un filo tanto sottile quanto stringente...la solitudine...si può essere circondati da fiumi di persone, ma quando non si ha accanto quella giusta, che sia un amico, un genitore, un fratello, l'unica cosa che si prova é quella debilitante sensazione di vuoto che fa perdere la speranza nel domani.

Auguro la buona notte a Vittorio e gli prometto di farmi sentire presto, spengo il cellulare e mi lancio sul divano...io non sono sola, lo so, ho i miei genitori, Ilaria, a modo suo il dottor Ettore e anche lo stesso Vittorio...se ci penso é questa la fonte della mia forza, la certezza di non essere abbandonata al mio destino.
Grazie vita per questo bellissimo regalo, per avermi dato la consapevolezza di non essere mai sola, nessuno é fine a se stesso... tutti abbiamo bisogno di quella rete di salvataggio che é l'amore delle persone care.

My surgical life [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora