trentanove

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Mi giro e addormentata accanto a me trovo Serena, ieri sera non ha voluto sentire ragioni, ha preteso che dormissi da lei, evidentemente le mie condizioni dovevano essere pietose perché non ho avuto la forza di obiettare.
Mentre mi stiracchio cercando di fare meno movimenti possibili per non svegliarla mi soffermo un attimo sui tratti del suo viso, sembra una bambola di porcellana con le sue labbra come ciliegie e la sua pelle bianca in perfetta armonia con il rosso fuoco dei suoi capelli, a prima vista non sembra essere la figlia del prof, ma sono i dettagli a tradirne la paternità,il taglio degli occhi, la forma del naso, le lentiggini sulle guance appena accennate...
Mi siedo al bordo del letto e afferro il cellulare dal comodino, lo giro e lo rigiro tra le mani poi apro la rubrica, scelgo il contatto e digito.

Da: me
A: Ettore
Scusa, non volevo ignorarti, ma ancora non me la sento di parlarti , sappi, però, che non sto bene, non sto bene per niente, ma tiro avanti. Mi manchi anche tu, ma non tornerò sui miei passi, MAI!

Invio.
Appena spedito il messaggio mi sembra che un macigno mi sia piombato sulla testa e la sensazione di aver fatto una stupidaggine si insinua in me, forse avrei dovuto mantenere la linea dura.
" Ehi! Buongiorno!" La voce impastata dal sonno di Serena richiama la mia attenzione.
" Buongiorno, ti ho svegliata?"
" No, é il mio fisiologico orologio biologico..." Dice sbadigliando. " Tra poco arriva zio e assieme andiamo in facoltà, sto seguendo le lezioni del secondo semestre, poi a settembre mi toccherà recuperare il primo." Mi dice girandosi verso il comodino e pigiando un pulsante sulla parete, qualche istante dopo sento bussare alla porta.
" Posso?" Il prof Donizetti si affaccia timidamente dall'uscio dischiuso.
" Prego, professore, entri!" Divento bordoux dall'imbarazzo, qui stiamo esagerando, io che dormo a casa del mio relatore di tesi e per di più mi faccio vedere in pigiama da lui!!! Mi sembra di essere in una puntata di " Ai confini della realtà"! Poco ci manca che esca dalla vasca da bagno il mostro della palude!
" Dormito bene?" Mi chiede il prof prendendo in braccio Serena.
" S-si... molto..." Se esistesse l'imbarazzometro, il mio segnerebbe i livelli massimi.
" Perfetto, allora, Sara, io aiuto Serena a vestirsi, tu intanto ti puoi preparare ed andare in cucina, troverai la colazione pronta, poi quando Luca verrà a prendere Seri, noi andremo in reparto, ok? Oggi abbiamo una lunga lunghissima giornata..."
What??? Io che arrivo in reparto con il professor Donizetti!? Ma dove si vedono queste cose? Dio, che vita allucinante é la mia!
" O-ok..." Balbetto paonazza in viso.

Le infermiere mi guardano con lo sguardo stranito, mentre attraverso il corridoio al fianco del professore sento sollevarsi un mormorio concitato, il girovisite non é ancora cominciato ed il personale del reparto sta approfittando della calma prima della tempesta per prendere un po' di respiro.
Passo dopo passo sento inchiodarsi su di me mille occhi indagatori, sicuramente questi idioti staranno pensando che concluso il capitolo Ettore mi sto lanciando sul prof!
Entro nello spogliatoio e mi infilo la divisa, tiro un profondo sospiro e raggiungo Donizetti in reparto.

Visite, curettage, ripristino di alcune otturazioni, a livello di Schiavismo neanche Donizetti scherza! Arrivo alle 13.39 e collasso sulla poltrona della stanza della caposala, ma la mia vicina interiore mi ricorda che ho del lavoro da sbrigare...
Prendo il portatile e inizio a lavorare alla mia tesi, il capitolo che ho consegnato al prof andava bene nel complesso, ma necessita di alcune correzioni, quindi bando alle ciance che alla sessione di luglio voglio chiudere con la vita da universitaria...
Passo la bellezza di un paio di ore a impersonare la brutta copia di una stenografa degli anni '30, ma poi il mio cervello inizia a colliquare, la mia attenzione migra dalla parodontite aggressiva al bel cielo azzurro di marzo che scorgo dalla finestra, Sara, sei proprio una idiota! Devi darti una mossa!
" Ehi...che fai? Batti la fiacca?" Quella voce! Oh no! Non è possibile!
Mi giro in preda al terrore e proprio lí, poggiato allo stipite della porta lo vedo, con la sua pelle bruna e quegli occhi imperscrutabili... Vittorio mi osserva con un mezzo sorriso ed il mondo si ferma di colpo.
" V-Vik..."
" Ciao...ti disturbo?"
"N-no...stavo facendo una pausa...c-che ci fai qui?" Ho un nodo alla gola e gli occhi iniziano ad annebbiarsi per le lacrime.
" Sono qui per te...per chiederti scusa e, soprattutto, per aiutarti..." Sembra passata una vita da quando ho visto per l'ultima volta il mio Lawrence d'Arabia.
" Aiutarmi?" Vittorio entra nella stanza e si siede di fronte a me.
" Si...erano giorni che volevo contattarti, ma non ho mai avuto la forza di farlo, poi una sera mi é arrivata una telefonata strana, da un numero sconosciuto...una tipa dalla voce accelerata mi ha detto di essere una tua amica..."
" Ilaria?"
"Si...e mi ha detto che eri nei casini, per colpa di uno stronzo e che secondo lei ci voleva un altro stronzo per tirarti su..." E detto questo scoppia a ridere.
" Avrà preso il tuo numero dal mio cellulare, quella folle..." Mi alzo e mi avvicino a Vittorio, vorrei toccarlo, vorrei abbracciarlo, ma non ci riesco, ho paura che un semplice contatto possa farlo sparire.
Mentre sono lì bloccata come un sasso sento dentro di me una strana sensazione, avere Vittorio sotto i miei occhi é quasi sconvolgente, ma anche rassicurante, forse perché dentro di me sento nascere un sentimento nuovo, diverso dall'amore che prima bruciava la mia anima, sento un calore diverso che non mi destabilizzata, ma mi da un senso di protezione che in questo istante mi serve infinitamente.
"Quanto ti trattieni?" Chiedo.
" Un paio di giorni, giusto per capire cosa sta succedendo..."
" E Gaia? Che ha detto di questa tua trasferta?"
" Veramente...é stata lei a convincermi a venire...dice che mi fa male non esserti amico, a parer suo non sono stato lo stesso negli ultimi tempi... anche lei si scusa, per tutto quello che ha fatto negli anni..." Il cuore mi batte come un tamburo e mi lancio tra le braccia di Vittorio, affondo il viso sul suo petto e piango, ma stavolta di felicità, forse abbiamo finalmente trovato la nostra collocazione nel mondo, non fidanzati, non amanti, ma amici, straordinariamente... AMICI...

My surgical life [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora