Il martedì mattina trovò la maggior parte del corpo studentesco che inciampava nei propri piedi per la fretta di evitare la capo cheerleader, quando questa irruppe dall'entrata principale e cominciò ad attraversare minacciosamente i corridoi. C'erano comunque alcune evidenti eccezioni. Quando Lauren la oltrepassò con la sua familiare espressione incazzata, Normani se ne stava appoggiata contro il proprio armadietto con le braccia conserte, gettando occhiatacce a Dinah e Rotelle. Aveva davvero bisogno di essere distratta da tutte le melensaggini che la sua supposta migliore amica stava riversando sul proprio (misogino, condiscendente, stronzo) fidanzato, così si allontanò dal muro e seguì la biondina.
Lauren passò accanto ad Ally e Mercedes, che erano impegnate in una qualche conversazione vicino alla fontanella dell'acqua, e Normani li vide fare immediatamente attenzione e fissare Lauren mentre si allontanava. Oltrepassandoli, Normani li salutò con un breve cenno del capo, ma ignorò Ally quando la chiamò, in modo da continuare l'inseguimento, e fece un sorriso vittorioso nel momento in cui Lauren girò l'angolo dirigendosi verso l'ala dell'edificio che ospitava le aule dedicate alle attività musicali.
Cellulite era diretta all'auditorium, e al McKinley tutti sapevano che solo una persona poteva essere lì così presto la mattina, ancor prima che suonasse la campanella della prima ora. Normani accelerò quando vide Lauren spalancare le porte del teatro, non volendo perdersi nemmeno un minuto del divertimento.
Forse provare piacere nell'osservare Lauren mentre si dirigeva spedita verso il crollo mentale poteva essere considerato un po' insensibile—okay, parecchio insensibile—ma non che non l'avesse avvertita il giorno prima. Vabbè, c'era stata più provocazione che preoccupazione in quel discorso, ma solo perché Lauren si era comportata proprio da stronza.
Certo, si conoscevano dall'asilo, ma non erano esattamente migliori amiche—diavolo, non potevano nemmeno definirsi amiche-nemiche ormai. Anni passati nel tentativo di superarsi a vicenda avevano fatto nascere fra loro sia familiarità che disgusto e, come risultato, Normani era venuta a conoscenza di quasi tutti i bottoni e gli interruttori segreti di Lauren. Quindi naturalmente sapeva esattamente quanto fosse lunga la miccia che era stata accesa alla festa di Brad. Era solo questione di tempo prima che tutta la baracca esplodesse.
Come si era aspettata, la minuscola diva era sul palcoscenico e stava cantando con tutto il suo cuoricino—nulla che Normani riconoscesse, quindi era probabilmente qualche noiosa canzone da musical o roba del genere. Quello che trovò vagamente sorprendente era che stava suonando il pianoforte mentre cantava. Uh? Non aveva idea che la nana fosse capace di suonare, e non era neanche male. Lauren era probabilmente rimasta sorpresa quanto lei, perché si fermò per un attimo nel mezzo del corridoio centrale e rimase lì ad ascoltare per trenta secondi buoni o poco più.
Normani non riusciva a vedere la faccia di Lauren, ma era disposta a scommettere che avesse l'espressione rapita e tanto rivelatrice che sempre sfoggiava quando vedeva Cabello esibirsi. Ridacchiò a bassa voce e scivolò in uno dei sedili in fondo all'auditorium, abbassandosi e aspettando che cominciasse lo show. Lì l'acustica era fantastica.
Non rimase delusa. Lauren riprese a muoversi e salì con passo pesante le scale che stavano a lato del palcoscenico. Cabello finalmente si accorse di Lauren che si avvicinava e la musica si fermò bruscamente. Si alzò in piedi di scatto, quasi rovesciando il panchetto del pianoforte per la fretta.
"Lauren," squittì.
"Pelo Pubico, dobbiamo parlare."
Camila si passò le mani sulla sua (orribile) gonna—sul serio, a chi poteva venire in mente di mettere un fiocco sul davanti di quella cosa?—squadrò le spalle e sollevò il mento con aria di sfida. Tipica Cabello.

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This Kiss
FanfictionUn momento cruciale può cambiare tutto. Camila e Lauren si scambiano un bacio durante una partita di gioco della bottiglia. Da quella sera entrambe le ragazze cercano disperatamente di negare quello che hanno provato, quello che provano. Gli altri m...