A Friend

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"Gesù Cristo L, se non la pianti di muovere il tavolo ti prendo a calci in culo."

Lauren riportò lo sguardo su Normani.

"Attenta alla tua lingua," la rimproverò.

"Hijo de puta," ringhiò l'altra, e diede un calcio alla gamba di Lauren sotto il tavolo, interrompendo l'energia iperattiva che negli ultimi dieci minuti aveva fatto praticamente vibrare Lauren lì dov'era seduta.

"Ouch!" si chinò e di massaggiò lo stinco dolorante. "Ma che diavolo?"

"Ti avevo avvertita," le ricordò Normani con un sorriso presuntuoso.

"Mi piacevi di più quando saltavi il pranzo," mormorò Lauren.

"Comunque sempre meglio di quando lo saltava Cabello," la prese in giro l'altra, inarcando un sopracciglio.

Lauren arrossì imbarazzata. Forse aveva continuato a guardare l'altro tavolo nella speranza che Camila arrivasse, ma Normani non avrebbe dovuto farglielo notare. Fino a venerdì il suo progetto di ignorare Camila era andato a gonfie vele.

Guardò alla propria destra, aggrottando la fronte quando vide Austin che stava seduto al loro tavolo a chiacchierare con Luis come se nulla fosse successo. Come se non si fosse comportato come uno stronzo totale, come se non avesse perso il controllo e fosse sembrato spaventosamente vicino a picchiare Camila. Lauren aveva ancora voglia di prenderlo a pugni.

E forse di prendere a pugni anche Luis.

Il suo ragazzo aveva passato la maggior parte del weekend con Austin perché aveva voluto sostenere il suo amico.

Era un sentimento che Lauren avrebbe potuto rispettare, ma le erano cadute le braccia quando Luis era tornato dalla sua parentesi di solidarietà maschile difendendo Austin e insinuando che Camila avrebbe davvero potuto tradire il suo ragazzo con Brad. Come se fosse stata tanto stupida da farlo una seconda volta. Erano stati tutti presenti quando lei aveva negato e in sostanza aveva accusato Austin di essere un cattivo fidanzato.

Austin non aveva mai apprezzato Camila quando era stato con lei, e lei stava molto meglio senza di lui.

E, Dio, doveva davvero smetterla di pensare a quelle cose.

Lo stato della relazione di Camila non aveva cambiato nulla. A parte, a quanto pareva, la normale routine quotidiana della ragazza. Quella mattina non si era esercitata nell'auditorium come soleva fare (non che Lauren fosse capitata là perché stava cercando Camila, era solo passata per caso ed aveva deciso di dare un'occhiata) e non aveva seguito il suo solito itinerario nei corridoi tra una lezione e l'altra (non che Lauren avesse memorizzato il suo orario o roba del genere) e ora non stava pranzando con Ally e Mercedes. Era possibile che Camila fosse nella sala prove del coro. Forse avrebbe dovuto controllare prima di...

No, non lo farò.

E poi Camila non avrebbe mai saltato una lezione, quindi l'avrebbe certamente vista alla sesta ora e poi di nuovo durante il glee. Poi avrebbe potuto ricominciare ad ignorarla—dopo essersi sincerata con i propri occhi che la ragazza stava bene, perché prendere il telefono e chiamarla durante il weekend era stato impossibile.

Cioè—fisicamente impossibile. Lauren aveva preso in mano il cellulare diverse volte, e in due separate occasioni aveva anche inserito i primi sei numeri, ma non era riuscita a digitare il numero completo di Camila senza sentirsi sul punto di svenire. Quindi aveva rinunciato e aveva deciso di aspettare finché non si sarebbero viste a scuola. Eccetto che era passata metà giornata e ancora non l'aveva vista!

Lauren si fermò al proprio armadietto tra la quinta e la sesta ora, mettendo via la maggior parte delle sue cose e affrettandosi a prendere il suo libro per poter seguire la lezione di letteratura. Prima che riuscisse a finire, fu avvicinata da una nervosa cheerio del primo anno, una ragazza dai capelli rossi e bassa di statura, con grandi occhi blu—Cindy, o Cathy, o Candy, o...

This KissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora