Capitolo 16

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Non ricordo molto bene quello che accadde poco dopo che i sistemi di sicurezza ci rilevarono. Due corpi rossi, simili a quadrati, ci avevano sollevati da terra. Non credevo fossero umani, ed erano troppo strani per essere robot. Fatto sta che mi risvegliai con qualcosa praticamente sdraiato su di me. Doveva essere sicuramente Ausipan, e il suo corpo metallico non era proprio una piuma. Con un po' di fatica riuscii a scrollarmelo di dosso. Mi guardai un po' intorno. I miei occhi erano ancora intorpiditi per via della luce luminosa emanata dalle rose artificiali, e fu per questo che impiegai qualche secondo ad accorgermi che ero in una stanza completamente buia. Non c'erano finestre o cose simili, o almeno non riuscivo a scorgere nulla di simile. C'era solo una piccolissima luce gialla vicino a me, che lampeggiava ad intermittenza. Forse proveniva da Ausipan.
"Ausipan?" Nessuna risposta.
"Ausipan, sei tu? Dai svegliati!" Niente.
Sbuffai. Poi, come se un lampo mi avesse attraversato il cervello, mi ricordai della vera natura di Ausipan, e perciò non poteva dormire. Quindi, le possibilità erano due:
-Ausipan era stato spento;
-Quella cosa vicina a me non era Ausipan.
Un brivido mi attraversò tutto il corpo quando formulai quell'ultimo pensiero. Fatto sta che la spia gialla continua a lampeggiare. Non so quanto tempo passò quando mi decisi di toccarla. Il mio indice destro diventava sempre più tremante via via che si avvicinava alla lucina. Ad un millimetro di distanza mi bloccai. Mi girai, convinto di riuscire a vedere qualcosa. Niente. Provai a chiudere gli occhi, per cercare di concentrarmi e sentire qualcosa. Anche il minimo rumore mi avrebbe tranquillizzato un pochettino. Invece non udii alcun suono. Mi sembrava di essere in mezzo al nulla, dove non c'era niente.

Sforzandomi, riaprii gli occhi. La lucina gialla lampeggiava ancora. Costrinsi, non so come, il mio indice a muoversi, e con un gesto rapido sfiorai la fonte di luce. Ritrassi immediatamente la mano, per la paura di scottarmi o prendere la scossa, ma per fortuna non successe nulla di tutto ciò. Con un po' di coraggio la ritoccai, e come prima non avvertii nulla. Feci scorrere il mio dito sotto la spia luminosa, su quella che doveva essere la spalla del presunto Ausipan. Non era facile orientarsi al buio. Mentre scendeva, la mia mano sfiorò una leggera increspatura dalla punta accentuata. Intuii fosse un bottone, o qualcosa del genere. Non era uno di quei pulsanti a pressione, perché quando provai a premerlo non accadde nulla. Doveva essere scorrevole. Lo tirai verso il basso, ma mi bloccai non appena udii un suono simile ad un crac. Se avessi continuato, lo avrei spaccato. Tentai allora di spingerlo verso l'alto. Il pulsante fece uno scatto e si mosse. Un attimo dopo la luce cambiò da giallo a verde, e pochi centimetri più sopra se ne accesero altre due, di un bellissimo color turchese. Erano pupille. Mi bloccai all'istante. Un brivido di terrore si impadronì del mio corpo, impedendo alla mia mente di compiere qualsiasi tipo di movimento. Quegli occhi, di chiunque appartenessero, mi stavano fissando. C'era un leggero bagliore dorato nelle iridi, il che mi fece capire che non era umano. Quindi era Ausipan. O qualcun altro non umano. Non riuscivo ancora a decidere quale tra le due ipotesi fosse la più plausibile. Speravo tanto nella prima, ma con la fortuna che mi ritrovavo probabilmente si trattava della seconda. Beh, non impiegai molto a scoprirlo.

"Chi...chi sei?" Mi tremava la voce, tanta era la paura.
"Ciao." Disse una voce piatta, senza alcuna punta di emozione. Rimasi zitto per un po', poi balbettai qualcosa simile a "Sei Ausipan?". Anche se tutto quello che udirono le mie orecchie fu "Se se i A...Apan?" Tuttavia, chiunque fosse sembrò capirmi, e conoscevo soltanto una persona, o meglio, un essere in grado di capire i miei balbettii.
"Sono Ausipan." 
Sollievo immediato. Lo abbracciai, come vittima di un gesto semi-automatico. Tuttavia lui si divincolò ben presto, mi parve di avergli dato un pugno in faccia o qualcosa del genere. Ero comunque sollevato. Avrei tanto voluto vedere il suo sorriso in quel momento, perché ero sicuro che stesse sorridendo. 
"Ausipan! Menomale, ero così spaventato."
"Beh, mi hai stupito. Non è da tutti trovare il mio pulsante di accensione."
In realtà era stato un gioco da ragazzi, poiché la spia gialla mi aveva indicato la sua posizione. Tenni quell'osservazione per me, ovviamente.
"Dove credi che siamo finiti?"
"Non ne ho idea. Prima di tutto abbiamo bisogno di un po' di luce. Attivazione modalità torcia."
Disse Ausipan, sentendolo alzarsi in piedi. Dai suoi bulbi oculari uscì una strana luce, di un colore incerto. Sembrava un giallo zafferano misto al senape sabbia, che tonalità insolita. Malgrado ciò, quella luce fu sufficiente ad illuminare la stanza. Mi guardai intorno, sorpreso. La camera non era molto grande, probabilmente non sfiorava nemmeno i 7 metri quadrati. C'era una finestra vicino a noi, ma prima non potevo notarla poiché la serrande era completamente abbassata impedendo così alla luce esterna di entrare. Mi avvicinai al cordone e la tirai su. Pensavo fossero bloccate, invece si alzarono senza alcun problema. Vidi il cielo stellato della sera, e allora mi preoccupai. Quando arrivammo in quella che pensavamo fosse una fabbrica, era pomeriggio, anche se stava piovendo. Invece adesso era buio, solo le stelle e la mezza luna illuminavano il cielo. Era impossibile vedere la città. Si intravedeva qualche lucina sparsa qua e là, ma doveva provenire sicuramente da dei generatori. Il black-out aveva fatto piombare la popolazione nell'oscurità. In quel momento mi sentivo fortunato ad avere Ausipan con me. Non solo era una compagnia, ma anche una torcia.

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