Capitolo 19

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Kaiser Permanente Medical Center, Sunset Blvd, Los Angeles, California - 10 Maggio 2005 - 05:15 A.M.

Venni svegliato da un tocco sulla spalla ed aprendo gli occhi ne incrociai un altro paio d'ambra che mi fissavano interrogativi, freddi, tristi "Cosa ci fai qui?" domandò il moro non appena ottenne la mia attenzione, mantenendo un tono di voce basso per evitare di far scoprire la mia presenza lì alle infermiere, e nonostante fu solo poco più di un sussurro non poté comunque nascondere o mascherare il fastidio e l'astio di cui quelle parole erano intrise, lasciando spazio a quella nuova e dolorosa consapevolezza: non mi voleva lì.

Abbassai lo sguardo sulle nostre mani ancora strette una all'altra, perché sostenere il suo sguardo si stava rivelando un compito più difficile di ciò che avevo immaginato e scossi piano la testa, quasi a farmi coraggio "Dovevo vederti, Bill... io..." sussurrai senza trovare nient'altro di sensato da dire nel marasma di pensieri che mi vorticavano in testa: perché ero lì?

Avvertì il suo corpo irrigidirsi mentre la sua mano abbandonava la mia e il suo sguardo andava a perdersi sulla spoglia parete di fronte a sé "Non dovresti essere qui, io non voglio che tu sia qui. Torna a casa, Thomas." pronunciò lapidario, in modo da mettere a tacere ogni mia possibile protesta, perciò annuì e lentamente mi alzai in piedi per allontanarmi, sorreggendomi allo skateboard, conscio del suo sguardo periferico sulla mia schiena e sulla mia andatura zoppicante.

Tornai a casa con il morale seppellito chissà dove da qualche parte lì fuori ed ignorai palesemente le domande a raffica di Simone, rimasta sveglia ad aspettarmi per ricordarmi di avere soli sedici anni, di non poter passare tutta la notte fuori senza avvertire nessuno, senza far sapere dove mi trovassi, continuando poi con voce persino più stridula, probabilmente dovuta al nervoso che andava accentuandosi al mio più totale disinteresse nello stare ad ascoltarla, quando si rese conto delle mie condizioni generali: vestiti logori e strappati, escoriazioni varie sulle mani e caviglia destra resa inutilizzabile a causa di un gonfiore esteso che mi procurava dolore nel tenere il piede poggiato a terra; ma non avevo voglia né pazienza per star lì a farmi fare la predica o per giustificarmi e scusarmi, perciò ignorandola ancora scesi -saltellando sul piede sinistro- i pochi gradini che mi avrebbero condotto alla saletta della musica, e non appena varcai la soglia, richiudendomi la porta alle spalle, il mio sguardo andò a posarsi sulla mia amata Black Beauty -nonostante non avessi ancora capito chi me l'avesse potuta regalare- mi avvicinai lentamente, prendendo posto sullo sgabello lì accanto e la imbracciai, collegandola all'amplificatore, al computer col mixer di Gordon e ad un paio di headphones che mi calai sulla testa, e per la prima volta da quando avevo toccato quella meravigliosa chitarra, cominciai a suonare senza tabulati o spartiti, solo improvvisando, lasciando che la mente vagasse e che le dita scorressero lente su quei tasti e quelle corde, pizzicandole lentamente con la punta del plettro che tenevo stretto tra le dita, in una melodia dolce, vagamente malinconica, mentre la mia testa si popolava di sorrisoni privi di denti ed altri al sapore di lucidalabbra alla fragola, di occhioni blu e da altri caramellati, sentendomi irrimediabilmente meglio grazie alla musica e delle parole cominciarono a vagarmi nella testa, ripensando all'ultimo mese.

"Turn around - I am here
If you want - It's me you'll see
Doesn't count - Far or near
I hold you - When you reach for me

...

Look around - I am here
Doesn't count - Far or near
I am by your side"

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Allora, so che il capitolo non può essere nemmeno considerato tale per quanto è piccolo, ma avevo bisogno di questo mini capitolo come transizione, e prometto che col capitolo di domenica mi farò perdonare!

P.s. questo mini capitolo lo avevo pubblicato ieri, ma a quanto pare Wattpad mi vuole male e l'aggiornamento non è arrivato a nessuno

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