Santa Monica, California - 20 Maggio 2005 - 06:15 A.M.
Una nuova alba, un nuovo giorno con nuove consapevolezze e nuove sensazioni, e tutto ciò a cui riuscivo a desiderare era di restate così per sempre, abbracciato al corpo nudo ed esile di Bill ad ammirare quel giorno che nasceva timido, ma inesorabile, mentre noi restavamo avvolti da qualche coperta pescata nel portabagagli e dall'odore di sesso che mischiato ai nostri, creava il profumo perfetto, il migliore che avessi mai sentito, il migliore che fosse mai esistito, l'essenza perfetta e migliore di noi.
Ci ridestammo poco dopo con un sospiro, consapevoli di dover comunque far ritorno a casa, perciò ci rivestimmo, scambiandoci qualche battutina e anche qualche bacio, nonostante avessi notato quanto lui fosse a disagio a quel tipo di effusione in momenti normali.
Tornammo a casa, con un assonnato ed infreddolito Bill al volante, ed il sole non era ancora sorto del tutto, ma soprattutto controvoglia, però consci del fatto che non potevo assentarmi a lungo poiché avevo delle responsabilità nei confronti di Angel e già mi sentivo in colpa per averlo lasciato da solo un'intera notte, nonostante stesse dormendo, perciò avevamo deciso di organizzare una giornata solo per noi: arrivati a casa diedi da mangiare al bambino mentre Bill preparava velocemente e silenziosamente una borsa con tutto il necessario per il neonato e per noi, così una volta che Angel fu vestito e profumato nel suo passeggino, afferrai la mia amata chitarra, che era al sicuro nella sua custodia rigida e il piccolo amplificatore, approfittando poi nuovamente dell'auto di Simone, per tornare in spiaggia mentre ancora tutti dormivano, decidendo di fermarci strada facendo solo per fare colazione e comprare un costumino e dei giochini per il neonato.
La spiaggia non era per nulla affollata, anzi, era quasi del tutto deserta, nonostante fosse una delle spiagge più belle della California e fossimo ormai a metà maggio, ma ciò non poté che rendermi ancora più rilassato poiché avevo ancora i miei problemi nell'essere a mio agio in posti affollati, figurarsi se avessi dovuto essere anche mezzo nudo; e d'altro canto in quel modo potevo avere la libertà di baciare Bill quando e come volevo, al riparo da occhi indiscreti.
Ero felice nel vedere quanto sia il moro che Angel si stessero divertendo, osservandoli mentre giocavano sulla battigia ed ascoltando i gridolini del più piccolo ogni qual volta i suoi piedini nudi venivano a contatto con le onde che lente andavano ad infrangersi sulla riva.
Vidi Bill cercare di insegnarli ad usare le formine per creare disegni sulla sabbia umida, ricevendo in cambio, solo enormi sorrisi innamorati da parte di Angel che sembrava veramente perdersi ogni volta che il moro gli parlava, ed io non potevo che essere felice.Passammo quasi tutta la giornata lì, su quell'angolo di paradiso, dalla quale ci allontanammo solo all'ora di pranzo per mangiare qualcosa ed evitare anche che il bambino prendesse troppo del sole cattivo di quelle ore, e non appena cominciò a fare buio, decidemmo di rincasare, per evitare pericoli notturni.
Tutto sommato era stata una giornata stupenda, la più felice della mia vita, ed il sorriso non aveva mai abbandonato le mie labbra, così, per quella sera, decisi di far addormentare Angel, già di per sé stanco, in modo differente del solito: presi la chitarra dall'interno della custodia e la collegai al piccolo amplificatore prima di prendere posto sulla poltroncina a lato della culletta e sorridendo al piccolo che mi osservava curioso, cominciai a pizzicare lentamente le corde della chitarra, intonando la ninna nanna che avevo imparato, solo per lui.
Suonai con sicurezza, senza farmi prendere dall'ansia che mi assaliva ogni qual volta ero consapevole di avere del pubblico ad assistere a ciò che suonavo, volevo fare bella figura davanti ad Angel e considerando che si addormentò quasi all'istante, con un sorriso sereno sul visetto rilassato, non potei che esserne felice, ma continuai a suonare senza rendermi conto del fatto che avessi un altro spettatore che silente stava ascoltando la mia performance.
Mi accorsi di Bill solo quando si fece più vicino e, togliendomi la chitarra dalle mani, dopo aver spento l'amplificatore, mi tirò con sé sul mio letto, dove cominciò a baciarmi con trasporto, spogliando entrambi degli indumenti freschi che avevamo indossato dopo la doccia, e lentamente, in silenzio, ci abbandonammo entrambi ad un'altra notte di passione, l'ennesima di una lunga vita che mi auguravo di passare con lui al mio fianco, felici di essere uno tra le braccia dell'altro.
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Life
FanfictionQuanto la vita può cambiare, evolversi, stravolgersi, renderti uno spettatore inerme in grado solo di andare avanti nonostante i mille mutamenti?