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Lola è seduta sul letto a fingere di studiare, quando qualcuno bussa alla porta della sua camera, per un attimo spera tanto che si tratti di lui ma quando apre resta delusa nel trovarsi davanti Alex, vestito ancora con la tuta della squadra, e con i capelli completamente in disordine.
"Sei un orrore" gli dice alzando gli occhi al cielo
"Non mi importa, ho bisogno di parlarti"
"Sto studiando"
"Oh sì, lo vedo che fai finta di studiare con il libro aperto ad una pagina che non abbiamo ancora letto, sei già così avanti ragazzina?" dice lui con evidente sarcasmo
"Chi ti ha fatto entrare?" risponde Lola evitando la sua domanda così priva di senso
"Tua madre, che tra l'altro senza offesa sembra un po' fuori...Girava con una padella in mano e fingeva che fosse umana"
"È fatta così, vieni" lo tira in camera e chiude la porta, stando attenta a non fare troppo rumore
"Di cosa vuoi parlare? E ti avverto, non hai molto tempo"
"Del tuo nuovo fidanzato, Kara ha detto che frequenta l'ultimo anno"
"Le ho mentito, in realtà lui non vive qui ma molto lontano"
"Lontano quanto?"
"Un altro stato"
"Chinatown?"
"Chinatown è sempre a Portland Alex"
"Sul serio? Figo"
"Che cosa vuoi da me?" esclama lei buttandosi sul letto e coprendosi il viso con un cuscino
"Non voglio usare frasi banali come 'voglio te piccola', questo compito lo lascio a Josh, ma vorrei dimostrarti che mi piaci davvero"
"Il problema è che tu non piaci a me"
"Perché sei fidanzata" Lola annuisce con un sorriso nervoso stampato sulle labbra
"Ok..." inizia Alex avvicinandosi a lei, mantenendo lo sguardo puntato verso il basso. Una volta raggiunta punta gli occhi su di lei con intraprendenza, baciandola poi di colpo. Lola resta immobile, troppo scioccata dal suo gesto per muovere un muscolo. Torna alla realtà nel momento in cui si rende conto dell'insistenza con cui Alex la sta baciando, lo spinge via facendolo cadere a terra e si tocca le labbra
"Ma che ti salta in mente?" gli grida contro
"Scusa, ho esagerato" si giustifica lui agitato, alzandosi in piedi
"Lo fai sempre, vattene per favore"
"Lola"
"Ho detto vattene" dice con più decisione di prima
"Come vuoi" risponde Alex stringendo un pugno nervosamente. Esce dalla stanza e sbatte la porta infuriato per aver perso la testa in questo modo, l'ha baciata contro la sua volontà e adesso ha perso ogni possibilità di conquistarla, anche se prima non ne aveva molte.
Lola prende il suo cellulare in mano e se lo porta alle labbra, per registrare un audio vocale
"Mi ha baciata, Alex mi ha baciata" dice con voce tremante, poi invia il messaggio senza rendersi conto che Jackson ha ascoltato tutto, stava passando proprio in quel momento a dirle che la cena è pronta ed ha sentito, purtroppo per lui.
Si allontana dalla stanza attento a non farsi vedere e si morde il labbro arrabbiato, non accetta che un tipo come Alex ci provi con sua sorella, non dopo tutto ciò che gli ha fatto.
Kara lava i piatti per sua madre quando suonano al campanello, strano visto che non sta aspettando nessuno.
"Vai tu Kara" grida Jenny dal piano di sopra, troppo impegnata a controllare il suo profilo Twitter.
"Come sempre Jenny" risponde lei prima di dirigersi alla porta.
"Jackson" dice sorpresa di vederlo, una volta aperta
"Ciao, scusa se mi presento a casa tua senza preavviso, ma ho bisogno di parlare con qualcuno che non sia il mio psicologo per una volta" dice mantenendo le mani in tasca. Kara lo guarda indecisa se lasciarlo entrare o no, si chiede se sarebbe il caso, potrebbe accadere di tutto una volta che avrà varcato quella soglia.
"Entra" gli dice dopo attimi di riflessione
"Grazie" risponde Jackson con un mezzo sorriso, sollevato dalla sua risposta.
Sono entrambi seduti sul divano ma non dicono una parola, l'imbarazzo è troppo forte al momento. Kara gioca con le sue unghie e guarda ovunque ma non lui, non vuole sapere se la sta osservando o studiando, sarebbe anche più imbarazzante.
"Alex ha baciato Lola" si decide a dire Jackson, tutto d'un tratto
"Scherzi?"
"No, gliel'ho sentito dire prima in camera sua, quel figlio di..." Kara lo blocca prima che possa dire qualcosa di spiacevole
"Risolveremo la faccenda, vedrai...Basterà parlare con Lola"
"E se lei lo volesse? Se lei volesse stare con Alex?"
"No, me l'ha detto così tante volte che non le importa niente di lui" lo rassicura, accarezzandogli una spalla
"Io non voglio che il ragazzo che mi perseguita a scuola arrivi anche a casa mia, non lo sopporterei" dice Jackson scompigliandosi i capelli, disperato
"Lola non ti farebbe mai questo, anche se a volte non sembra ci tiene moltissimo a te"
"Mi odia, crede che io sia pazzo"
"Ti trova forte invece, un vero dark" alza lo sguardo verso di lei, con aria interrogativa
"Non sono un dark, più che altro un solitario"
"Siamo in due allora, a volte dovremmo provare a fare i solitari insieme" gli sorride in modo dolce, mostrando i suoi denti leggermente storti sul davanti
"Se siamo insieme non significa più essere solitari"
"Già, che stupida...Dovremmo semplicemente uscire allora"
"Vuoi uscire davvero con me?"
"Ovvio, siamo amici"
"Amici, sì" risponde lui poco convinto
"Ti va di andare al parco? So che è tardi ma a quest'ora c'è una bellissima atmosfera"
"Io in realtà conosco un posto migliore"
"Che posto?"
"Vieni con me e lo vedrai" la provoca, alzandosi e porgendole una mano, mantenendo un sorrisino furbo sul volto
"Mh, ok" acconsente Kara, prendendo la sua mano. Ancora una volta nel esatto momento in cui si percepisce questo contatto sente qualcosa, qualcosa di diverso e speciale, è come un brivido che percorre il suo intero corpo, un brivido piacevole ed indimenticabile.
Camminano fino al Japanese garden, una delle poche zone mai visitate da Kara, infatti le sembra un posto tutto nuovo.
"Non fare rumore" la intima Jackson, a bassa voce
"Come vuoi capo" scherza lei ridacchiando. Lo segue fino ad una zona circondata da alberi antichi e da ornamenti orientali
"Dove siamo?" domanda Kara incantata da ciò che la circonda
"È una zona zen, ci vengo spesso con mio padre quando torna dall'Europa, ed accade raramente"
"È davvero pazzesco, guarda quante piante, non ne conosco nemmeno una"
"Nemmeno io, ma non le toccherei se fossi in te" Kara si ferma con il volto a pochi centimetri da una delle piante
"Vorrei vivere qui, sarebbe emozionante" dice poi saltando da una parte all'altra, e facendo delle goffe giravolte
"Vivere in un parco zen? Sì, potrebbe rivelarsi interessante" risponde Jackson evitando di ridere, è davvero troppo impacciata quando prova a ballare, quasi peggio di lui.
"Tu stai ridendo, ti vedo" dice Kara fermandosi, guardandolo di traverso
"Ma no, cosa vai a pensare?...Sei bravissima a fare...Qualsiasi cosa tu stia facendo"
"Ah ah, beccato, stai mentendo" gli punta un dito contro
"Sono pessima a ballare, quindi tu sei un pessimo bugiardo"
"Beccato" si arrende Jackson, alzando le mani. Kara scoppia a ridere e riprende a muoversi in modo buffo
"Non devi fare rumore, sul serio potrebbero arrabbiarsi, qui serve tranquillità"
"Scusa, ora la smetto promesso"
"Puoi sempre ballare silenziosamente"
"Potrei provarci ma sarà un'ardua impresa" dice avvicinandosi a lui, finché non si ritrovano a pochi centimetri di distanza. Jackson le sposta una ciocca di capelli dietro all'orecchio e la guarda dritta negli occhi, con sguardo intenso. Kara si concentra a guardare le sue labbra, mentre il silenzio della notte si fa spazio tra di loro.
"Non sai per quanto tempo l'ho desiderato" sussurra lui contro le sue labbra
"Cosa?" risponde Kara con altrettanto tono, il suo cuore non la smette di battere all'impazzata
"Di stare da solo con te, di poterti guardare in questo modo da vicino"
"Jackson, non è una buona idea..."
"Lo so"
"Dovremmo andare via" lo allontana, sistemandosi i capelli con agitazione, quello che temeva di più è appena accaduto
"Di già?"
"Sì, non mi va di lasciare per troppo tempo mia sorella a casa da sola"
"Ma lei ha tipo quindici anni"
"Non c'entra niente, mi preoccupo lo stesso"
"Ok, ti riaccompagno"
"Mi ricordo la strada, tranquillo"
"Kara, non ti lascio andare da sola ad un orario del genere" insiste lui. Kara non può che accettare, rassegnata a dover passare altri dieci minuti circondata da imbarazzo e disagio, stavano quasi per baciarsi e di sicuro non avrebbe fatto molto per fermarlo, ha provato qualcosa anche lei e non può negarlo a sé stessa.

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