Capitolo Undici

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Quanto ben di Dio in un unico corpo. È così sexy.

Ci manca solo che inizi a fare straching davanti a noi. Secondo me molti ragazzi le stanno già sbavando dietro.

《Ciao Amuro, come va?》la classica frase per attaccare bottone con una persona.

《Ciao Margot》devo dire che anche a lei sta molto bene questa tutina.

《Sto bene grazie e tu?》le rispondo distratto.
Sembra infastidita dalla mia mancanza d'attenzione.

《Bene grazie.》mi saluta e girandosi se ne va in direzione di altre ragazze.

Ad un certo punto vedo che però inciampa ma la prendo subito dai fianchi per non farla cadere. Ho sempre avuto i riflessi pronti devo dire.

Da come stava per inciampare deduco però che lo abbia fatto apposta. Tsk.

《Oddio grazie mille》dice quasi come fosse orgogliosa di ciò che è successo. Ha alzato la voce, ciò significa che voleva sbatterlo in faccia a tutti.

Mi sento osservato ma tra tutti che mi guardano solo una persona ignora ciò che sta succedendo.

La rossa sembra fregarsene. Continua a correre senza mai fermarsi. Decido quindi di abbandonare Margot e di seguirla da dietro.

Non le sto sbavando dietro, la sto solo osservando.

Vedo che accelera il passo. Che vuole fare? Seminarmi?

Le vado affianco.

《Ei, sei veloce per essere un topo da laboratorio》dico con voce di sfida.

《E tu sei lento per essere uno schifoso criminale》dice senza guardarmi.

《Se lo dici tu siamo apposto.》rispondo ironizzando.

《Scusa?!》

《Tranquilla, non devi scusarti》le faccio l'occhiolino divertito.

《Dovrà ancora arrivare il giorno in cui ti chiederò scusa》dice infastidita accelerando ancora di più.

Cercando di superarmi però prende una storta. Sta per cadere ma come ho già detto io ho riflessi pronti e la prendo dai fianchi. La faccio sedere delicatamente per terra e le sussurro nell'orecchio:

《Vedi cosa succede se provi a sfidarmi?》lo dico con voce minatoria.

Ci guardano tutti, le ragazze rimangono scioccate e guardano Shiho in cagnesco. Margot è bella incazzata... divertente.

《Ora puoi anche lasciarmi eh》dice Shiho rossa di rabbia e imbarazzo.

Le tolgo le mani dai fianchi e si rialza piano piano ma da come cammina vedo che le fa male la caviglia in cui ha preso la storta. Allora mi viene un'idea.

《Mi scusi professore, la signorina qui si é lesionata una caviglia, non è molto grave ma forse è meglio se la accompagno negli spogliatoi a mettere del ghiaccio.》

Lei spalanca gli occhi, come impaurita da ciò che potrei farle una volta dentro. Così obbietta subito.

Ma il professore, vedendo il livido, decide che è una buona idea.

《Va bene, andate》

Perfetto.

Continua...

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