Ottobre.
La scuola era iniziata da ben 1 mese e io già non ne potevo più.
Odiavo le routine.
E facevano parte della mia vita da sempre.
Sveglia la mattina, bagno, colazione, scuola, studio e a letto.
E poi di nuovo.
E di nuovo ancora.
Questa tortura ormai era parte di me da sempre.
Vivevo in una famiglia abbastanza ricca.
Mia madre era manager di una band famosa in America e mio padre era avvocato di grande fama.
Avevo un fratello più piccolo di me di soli 2 anni, ed era il mio migliore amico.
Vivevo in una villetta al confine con la città e per questo, non avevo molte amiche, e ogni volta mi toccava o prendere l'autobus per andare in centro, o chiedere a Dylan, l'autista di famiglia, di accompagnarmi.
Dylan era abbastanza vecchio e mi metteva abbastanza ansia essere portata da un 50enne in centro.
E così il più delle volte, il sabato sera, mentre tutte le altre ragazze della mia età si divertivano fuori, io rimanevo sempre in casa a guardare serie tv al pc o a guardare film con Mark, mio fratello.La sveglia suonò al solito alle 6 del mattino.
Mi svegliai, andai in bagno e mi sistemai.
Dopo essermi vestita, uscì di casa con le cuffie nelle orecchie e mi diressi verso la fermata del bus.Mentre aspettavo che venisse, un ragazzo si sedette accanto a me sulla panchina per aspettare.
Io feci mezzo sussulto dato che ero concentrata sulla musica.
Non lo guardai bene, ma notai che aveva dei capelli abbastanza bizzarri.
Un ciuffone sparato in aria.Dopo un po', arrivò il bus e salì.
Mi fiondai sul primo posto libero che vidi e in pochissimo tempo il mezzo si riempì si gente.
Non vidi quello strano ragazzo, magari non doveva prendere il mio autobus.
Non ci feci molto caso.
Mi rannicchiai con le ginocchia al petto e mi appoggiai alla finestra del mio posto e misi di nuovo le cuffie mentre osservavo il paesaggio fuori.Quando sentivo che stavamo per partire, mi sentì toccare la spalla, tolsi la cuffia e mi girai verso chi mi aveva toccato.
Era di nuovo lui, il ciuffone in aria!.
"Ei... ti ho vista prima mentre aspettavi l'autobus, è tutto pieno... posso sedermi?" mi chiese lui.
Io lo fissai per un attimo e annuì così si sedette accanto a me.
"Comunque, io sono Thomas, piacere" aggiunse ancora il ciuffone in aria.
"Sara" risposi accennando un sorriso che lui ricambiò.
"Dove vai a scuola?" mi chiese dopo un po' di silenzio.
"Frequento il liceo musicale, ma ho scelto l'indirizzo classico anche se faccio i corsi di canto e pianoforte il pomeriggio" risposi mentre continuavo a fissare quei suoi occhi.
"Ah si? Ti piace essere impegnata allora" disse lui stupito.
"Già" risposi ridendo e sorridendogli.
"E tu?" chiesi ancora.
"Io pure frequento il musicale, non ti ho visto mai però in giro per la scuola" rispose lui sbarrando gli occhi.
"Nemmeno io" dissi io ridendo.
"Che classe sei?" mi chiese ancora.
"3 B" risposi
"Io 3 A, allora è ovvio che non ci siamo mai visti, la tua sezione è al piano di sopra" rispose lui.
"Eh infatti" dissi ridendo.Mentre continuavamo a parlare non mi accorsi che eravamo arrivati a destinazione così scendemmo insieme e continuammo a parlare fin quando non arrivammo all'entrata di scuola.
"E così... io salgo e tu rimani qui" dissi io sorridendogli.
"Durante l'intervallo posso venire a trovarti? Mi ha fatto piacere parlare con te in autobus, vorrei continuare a parlare con te" rispose lui fissandomi nei miei occhi marroni.
"Ma certo, se ti va" dissi io sorridendo
"Allora a dopo" rispose lui allontanandosi per andare nella sua classe.
Gli sorrisi da lontano e poi mi avviai nelle scale per andare nel mio piano.
Arrivai in classe e mi sedetti all'ultimo banco.
Nella mia classe si erano già formati i primi gruppetti e io rimasi sola, anche perché non riuscivo a relazionarmi bene con le ragazze della mia classe.Suonò la campana di inizio lezioni e subito dopo entrò il professore di greco.
Per tutta la durata della lezione non mi concentrai per niente, pensavo sempre a Thomas, quel ragazzo, della mia stessa scuola e mai visto fino a questa mattina, e poi ero troppo entusiasta all'idea di poter continuare a parlare con lui durante la ricreazione.
Chissá se sarebbe venuto.
E se ci avesse ripensato?.
E se in realtà non verrà?.Osservavo il panorama della finestra mentre avevo mille pensieri per la testa.
Finalmente suonò l'orario di fine ora e subito dopo iniziarono le terribili due ore di latino.
Odiavo a morte quella lingua, infatti arrivavo appena appena alla sufficienza con i voti.Finalmente dopo ben 2 ore di parole incomprensibili suonò l'intervallo.
Ma rimasi nella mia classe a guardare la porta da lontano aspettando che venisse Thomas.E fu veramente così, lo vidi da lontano guardarsi attorno in cerca della mia classe e non appena mi vide mi sorrise e si avvicinò alla porta.
Io mi alzai dal mio banco e andai verso di lui.
"Ciao di nuovo" disse lui sorridendo.
"Ciao di nuovo" risposi io ridendo.
Poi scendemmo le scale e andammo al campetto sedendoci sul prato sotto al grande albero.
"Cosa hai avuto alle prime ore" chiesi io
"Italiano e poi canto e tu?" rispose lui fissandomi negli occhi.
"Greco e latino, e volevo spararmi" dissi io ridendo.
Scoppiammo entrambi a ridere.
"Non ti ho mai visto però in centro sai" disse Thomas
"Perché abito in una villetta quasi fuori città ed è un po' distante il centro della città, quindi non vado mai, apparte che non saprei come andarci dato che i miei non ci sono mai a casa" risposi ridacchiando.
"Oh... allora qualche volta ti vengo a prendere io e andiamo in giro" disse Thomas sorridendo.
"E saresti disposto a uscire con una sconosciuta incontrata sull'autobus e che conosci appena?" gli chiesi ridendo.
"Ma certo, perché è una sconosciuta simpatica e gentile" rispose lui sorridendo.
Ricambiai il sorriso e sentì un calore sulle guance.
Credo di essere pure arrossita.Purtroppo suonò la campana di fine lezioni e mi accompagnò pure in classe.
Ci salutammo e poi Thomas se ne andò e io rientrai in classe.SPAZIO AUTRICE :
Eccomi di nuovo qua con una nuova storia, come vi sembra il primo capitolo? ☺❤
Fatemi sapere 💜💪
E niente😂
Ciau
-Clelia💜
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Just you. ||Thomas Bocchimpani|| #Wattys2017
Fanfiction"E scusa se ti ho deluso un po'..."