Non so come ma riuscì a rirovare la vecchia strada della mia vecchia casa in cui abitavo prima di trasferirmi in Italia.
Era messa piuttosto bene nonostante gli anni.
Entrai e come un treno in corsia mi piombarono addosso tutti i ricordi di quando ero piccolina e giocavamo io e Celine a spingere il passeggino di Mike con luo dentro per tutta la casa.Mi scese qualche lacrima di nostalgia.
Stesi sul pianerottolo imbambolata dietro alla porta chiusa di ingresso mentre mi guardavo attorno e mi riaffioravano tutti i ricordi della mia infanzia.Tirai su col naso e sorrisi iniziando a camminare lentamente per tutta la casa osservando ogni piccolo dettaglio del passato che non era cambiato di una virgola.
Poi salì di sopra e la prima stanza in cui andai fu quella mia e di Celine.
Era stra piena di nostre foto stile Polaroid attaccate su ogni spazio di muro e poi una grande finestra che divideva il mio letto con quello suo.
A sinistra, di lato c'era il grande armadio dove condividevamo i nostri vestiti.Mia mamma diceva che più crescevo più assomigliavo sempre più a lei.
Mi sedetti sul suo letto a osservare i cittadini di San Francisco che camminavano per la piazzetta sotto casa mia e decisi di andare anche io a farmi un giretto per distendere un po' anche i nervi.
Uscì di casa respirando quell'aria che mi era così mancata in tutto quel periodo lontana dalla mia 'vera' casa.
Iniziai a camminare verso il parco in cui andavo sempre da piccola insieme a Celine e a Mark.Il parco di Yellowstone.
Non appena arrivai vidi migliaia di bambini che giocavano spensierati nei recinti di sabbia e nelle varie giostre.
Mi scappò un sorrisetto ricordandomi di me da piccola che odiavo i parchi e se potevo, li evitavo volentieri.Mi sedetti fra le panchine a osservare i bambini felici e pensai che bisognerebbe essere proprio come i bambini, senza troppi complessi, senza troppi problemi per la testa e con tanta felicità e spensieratezza addosso.
Dopo circa una ventina di minuti mi arrivò una goccia d'acqua dal cielo sulla fronte.
Alzai gli occhi al cielo e notai che era pieno di nubi minacciose nere.
Mi alzai e iniziai a ritornarmene a casa per non finire fradicia come un pesce.
Mentre camminavo le goccie iniziavano a scendere sempre più velocemente e iniziai a correre vero casa mentre ormai la pioggia aveva preso piede e mi ritrovai ugualmente bagnata.
Mentre attraversavo la strada per poi correre fino alla porta di ingresso di casa andai a sbattere contro qualcuno.
"Che male..." imprecai massaggiandomi la testa.
"Oh ancora tu Mad'moiselle!" disse Lorenzo con un sorriso smagliante.
"Oddio scusa" risposi io ridendo.
"Dovremmo smetterla di incontrarci in questo modo" disse lui trattenendo una risata.
"Eh si, direi" risposi io ridendo.
Intanto la pioggia ormai ci aveva bagnati completamente ed eravamo rimasti soltanto io e lui in mezzo alla strada.
"Ti va di prendere un caffè?" mi chiese poi tutto a un tratto.
"Adesso? Ma siamo fradici" risposi io guardandomi i piedi.
"E allora?" mi chiese ancora imitando il mio movimento.
Io lo guardai stranita e ci fu un silenzio assordante per pochi minuti con la pioggia di sottofondo.
"Hai ragione, ci sto" risposi io ridendo.
"Venga con me Mad'moiselle" disse Lorenzo prendendomi per mano e iniziando a correre sotto la pioggia scoppiando a ridere insieme a me come due bambini felici.Entrammo dentro un bar davvero carino, il classico bar stile anni cinquanta con le luci rilassanti ai lati delle pareti.
Ci sedemmo e mentre aspettavamo che venisse il cameriere per ordinare iniziammo a parlare senza sosta."What I bring guys? (cosa vi porto ragazzi?)" ci chiese il cameriere.
"Oh, hot choccolate,thanks ( oh, cioccolata calda,grazie)" rispondemmo in coro contemporaneamente io e Lorenzo.
"At the same time too (contemporaneamente pure)" disse il cameriere ridacchiando e scrivendo gli ordini per poi andarsene.
Io e Lorenzo continuammo a fissarci negli occhi per poi scoppiare a ridere.
"Incredibile, anche a te piace la cioccolata calda" disse lui mentre continuava a ridere.
"Eh, vedo che anche a te piace" risposi io ridendo.
"E così... tu sei scappata da Thomas" disse lui tutto a un tratto tornando serio.
Il mio sorriso che prima faceva parte del mio viso lentamente svanì e io abbassai lo sguardo verso il tavolo.
"Non sono scappata" risposi io.
Poi alzai lo sguardo di nuovo verso gli occhi di Lorenzo.
"È una lunga storia... che abbiamo preferito tener nascosta al mondo intero" aggiunsi sorridendo innocentemente e fissando di nuovo il tavolo sotto i miei occhi.
"Vuoi raccontarmela?" mi chiese in tono calmo.
"Magari un'altra volta... adesso ho bisogno di felicità non di tristezza" risposi io sorridendogli.
Lui ricambiò il suo sorriso e subito dopo arrirono i nostri ordini.Passammo il resto del tempo a ridere e a scherzare.
Per la prima volta ero riuscita a non pensare a Thomas, a casa mia, al mio bambino, ai miei genitori, al mio passato.
Per la prima volta ero riuscita a non pensare a niente che mi facesse star male.
Per la prima volta, in compagnia di Lorenzo, ero riuscita a non pensare a niente.Dopo aver finito le cioccolate io e Lorenzo andammo davanti alla porta del bar per vedere se aveva smesso di piovere, ma non fu così.
"Che ne dici di una bella corsetta?" mi chiese Lorenzo.
"Fino a casa mia, quella laggiù giallo ocra" risposi io con tono sfidante.
"Ci sto" disse lui ricambiando lo sguardo da sfidante.
Aprimmo la porta ridendo e ci guardammo negli occhi.
"Ti straccio eh" dissi io.
"Basta che poi non piangi quando vincerò" rispose lui scrocchiandosi il collo.
"Questo lo vedremo" dissi io mettendomi in posizione.
"Pronto?" gli chiesi
"Al mio tre" rispose lui.
"Va bene" dissi io ridendo.
"Uno..." disse Lorenzo ma io subito partì correndo come un fulmine e ridendo.
"Non vale così!" rispose Lorenzo mentre sentivo i suoi passi da ghepardo dietro di me.
Tutti e due scoppiammo a ridere mentre correvamo come pazzi verso casa mia.
Arrivai prima io saltellando come una bambina felice.
"Ho vinto!" urlai mentre avevo il fiatone e Lorenzo stava piegato in due con il respiro veloce.
"Solo... perché ti ho lasciato vincere" rispose lui facendo il finto sportivo.
"Sisi come no nonnetto" dissi io deridendolo.
"Nonnetto a chi!" rispose lui facendosi ancora più alto di quel che non era già trattenendo una risata.
Ci fissammo dritti negli occhi e ancora una volta scoppiammo a ridere insieme.
Intanto la pioggia aveva smesso ed era uscito un colorato arcobaleno in cielo.
Io e Lorenzo alzammo lo sguardo per osservare quella meraviglia naturale."Com'è bello l'arcobaleno" dissi io sorridendo.
"Eh si" rispose lui.
"Beh, adesso, oltre che aver perso, non vorrei prendermi una broncopolmonite, quindi me ne ritorno nella mia umile dimora Mad'Moiselle" aggiunse sorridendomi ancora una volta.
"Va bene nonnetto" risposi io trattenendo una risata.
"Attenta a come parli giovanotta" disse lui dandomi un pizzicotto sulla guancia.
"Ahia!" risposi io massaggiandomi la guancia con la mia mano.
Lui sorrise e mi tolse la mano per darmi un bacio e poi andò verso casa sua.Mi ero sentita davvero viva dopo anni e anni!.
Mai avevo riso così tanto nella mia vita.Ma sentivo che ancora mi mancava qualcosa.
Sentivo che il mio vuoto ancora non era colmato del tutto...SPAZIO AUTRICE :
Ciao popolo!.
Dato il casino che è successo nel capitolo precedente nei commenti, vi do una bella notizia, Lorenzo sarà un personaggio buono e a favore di Sara e Thomas, non sará un'intralcio, anzi, tutt'altra cosa 😏.
Contenti? Oh. 😂.
00:40 beh dai, sto migliorando gli orari per scrivere capitoli di notte no? 😂😂😂.
Spero che questo capitolo vi sia pisciuto.
E niente.
Ve saluto e ve ringrazioAH NO WAIT WAIT volevo ringraziare chi mi ha cercato sia nei messaggi privati di Wattpad che su Instagram, siete davvero dolcissimi e niente, vi voglio un
mondo di bene e sappiate che se vi sentite soli, se volete fare 4 chiacchiere, potete sempre cercarmi e vi spammo un'altra volta il mio profilo Instagram 😂 ( imclelia_ )
E niente.
Stavolta sul serio ve saluto e ve ringrazio.-Clelia💜
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Just you. ||Thomas Bocchimpani|| #Wattys2017
Fiksi Penggemar"E scusa se ti ho deluso un po'..."