Capitolo 51

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Dal capitolo precedente :

Lorenzo non aveva ragione... Thomas era andato avanti da quel che avevo visto e io che stavo cercando di farlo, magari con Lorenzo, no, non potevo farlo.

Camminavo per le vie vuote di Vicenza piangendo mentre la pioggia scendeva fitta e forte dal cielo.

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I miei singhiozzi erano sempre più forti fino a diventare persino strazianti.
Non riuscivo ancora a crederci.
Non potevo crederci.

Davvero Thomas non mi voleva più nella sua vita?.
Davvero io avrei continuato senza di lui?
E con quale forza avrei potuto farlo.

Arrivata quasi di fronte casa mia mi fermai proprio in mezzo alla strada mentre la pioggia fitta mi batteva contro la testa e scendeva per i miei lunghi capelli ormai fradici per poi finire sulle mie spalle e proseguire per i miei vestiti zuppi.

Mi fermai perché non avevo più forza di fare nulla.
Mi fermai perché avevo fatto tutto questo per niente.
Mi fermai perché ormai non ce la facevo più.
Mi fermai perché ormai niente aveva senso.
Mi fermai perché non sapevo più cosa fare.

Avevo la testa completamente vuota dai pensieri, come se la spina che collegasse i miei pensieri al mio cervello fosse staccata.

Non sentivo più niente.
Forse perché piangevo troppo forte.
Forse perché dai singhiozzi troppo veloci e forti non riuscivo nemmeno a respirare regolarmente.
Forse perché il mio cuore continuava a battere forte e incessantemente.

Ero io, in mezzo alla strada a fissare il vuoto.

E adesso, che avrei fatto?.

Non riuscivo a muovere un muscolo, ero completamente immobile sotto la pioggia mentre le lacrime salate mi scendevano bagnando le mie labbra che si confondevano con l'acqua piovana.

Nell'aria si sentiva un'aria fredda e gelida, nessuno era fuori, nessuno apparte me.

Perchè allora Thomas mi aveva mandato quel pacco mentre stavo ancora a San Francisco se non ne voleva più sapere di me?.
Che senso aveva?.

Iniziai a camminare molto lentamente mentre le lacrime continuavano a scendere dal mio viso e la pioggia continuava a scendere con qualche piccolo tuono in lontananza da sottofondo.

"Sara!" disse una voce da molto lontano dietro di me.
Io pensai che si trattava solo della mia immaginazione che iniziava a fare brutti scherzi.
"Sara!" continuava a dire la stessa voce sempre più vicina.

Pensai che stavo dando di matto.

Sentivo i passi svelti di qualcuno mentre urlava il mio nome.
"Sara!" diceva la voce ormai quasi dietro di me.

Io mi fermai ma non mi girai. E lo stesso fece quella persona da dietro di me

Era Thomas.

"Cosa vuoi ancora" risposi io con la voce tremante mentre iniziavo a piangere sempre più forte.
"Voglio parlare con te" disse lui con il fiatone.
Io mi girai lentamente e lo fissai nei suoi occhi che amavo così tanto.
"Thomas, non abbiamo più niente da dirci, mi hai detto tutto pochi minuti fa a casa tua, avevi ragione, non dovevo venire qui di nuovo, ho sbagliato, hai ragione, adesso me ne ritorno da dove sono venuta e tu potrai stare tranquillamente con Alice e con tutte le ragazze che vorrai" risposi io alzando la voce dato che la pioggia fitta ci impediva di sentire bene ciò che ci stavamo dicendo.

"Sara hai frainteso tutto quanto!" disse lui con il suo petto che si alzava e si abbassava.
"Eh?" gli chiesi.
"Sara, lo vuoi capire che fra me e Alice non c'è e mai ci sarà qualcosa?! È venuta perché tu mi mancavi troppo e stavo dando seriamente di matto senza di te! Avevo bisogno di qualcuno con cui sfogarmi!" rispose lui.
Io non dissi nulla.

Just you. ||Thomas Bocchimpani|| #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora