Capitolo 49

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Io continuavo a ridere e mentre Lorenzo mi inseguiva con un cuscino in mano pronto da tirarmi, subito mi chiusi nella mia stanza ma lui la spalancò prendendomi per i fianchi e buttandomi a letto mentre continuavamo a ridere come due bambini...

POVS THOMAS :

Italia, Vicenza.

Sara mi mancava da impazzire, anzi, credevo che ormai io ero diventato definitivamente pazzo.
Le mandai il CD con la mia canzone che le avevo dedicato... sul CD avevo registrato anche un messaggio per lei... .
Intanto lei mi mancava da morire e non riuscivo a colmare a pieno questa mancanza... se non con lei.

POVS SARA :

California, San Francisco.

Ci ritrovammo sul mio letto io sotto Lorenzo e lui sopra di me che si sorreggeva con i gomiti e ridevamo come due cretini.
Ad un certo punto lentamente tornammo seri e io mi avvicinavo sempre più al suo viso.
Lorenzo invece, era fermo, immobile e non capivo il perché.
Mancava davvero poco a un contatto con le nostre labbra.
"Sara... no..." disse Lorenzo con il respiro pesante mentre cercava di allontanarsi.
"Perché?" gli chiesi allontanandomi di scatto da lui e sedendomi sul letto a gambe incrociate.
"Perché tu ami Thomas" rispose lui deciso.
Io abbassai lo sguardo con gli occhi pronti a scoppiare in lacrime.
"E se lo ami non devi sforzarti di amare qualcun'altro! Perché si vede da lontano a un miglio che ti manca e vorresti ritornare da lui" disse Lorenzo sedendosi accanto a me e facendomi appoggiare la testa alla sua spalla.
"Perché non riesco a dimenticarlo!" risposi io singhiozzando e con la voce tremante.
"Semplicemente perché lui ti piace, ti è sempre piaciuto" disse lui.
"Ma..." risposi ma non riuscì a parlare dati i singhiozzi sempre più forti e le lacrime che continuavano a sgorgare senza sosta dai miei occhi.
"Sara devi tornare da lui" disse deciso Lorenzo facendomi girare per un contatto visivo con i miei occhi lucidi e gonfi di lacrime.
"Lorenzo tu non capisci... io vorrei tornare... ma ho paura..." risposi io con la voce tremante mentre mi alzavo dal letto e andavo nella finestra per osservare il paesaggio di San Francisco.
"Allora raccontami" disse lui serio.
Io tirai un lungo sospiro e gli raccontai tutto ciò che era successo prima di venire a San Francisco, di mio figlio, dell'incidente, di tutto quanto.
"Sara non è stata colpa sua, lo sai vero?" mi chiese alzandosi anche lui dal letto e fissandomi negli occhi.
"Certo che lo so... ma tu non puoi capire il dolore di una madre che perde il proprio figlio ancora prima di stringerlo fra le sue braccia" risposi io ritornando ad avere la voce tremante mentre i singhiozzi riapparivano e le lacrime continuavano a scendere.
"E tu, non te lo sei mai chiesto che dolore si prova quando un padre perde un la madre di suo figlio con il figlio stesso? Pensa a cosa sta passando in questo momento!" disse Lorenzo tenendomi le spalle con le sue morbide mani.
"Sara... non è questo il tuo posto e non sono io un futuro padre dei tuoi figli" aggiunse Lorenzo con uno sguardo dolce e comprensivo.

"H...Hai ragione... scusami... non dovevo provare a baciarti e a pensare qualcosa di più di un'amicizia" risposi io singhiozzando.
"Vieni qui Mad'moiselle" disse Lorenzo per poi allargare le sue braccia facendomi avvicinare e stringermi forte.

"Grazie nonnetto" risposi io mentre mi lasciavo avvolgere da quelle braccia.
"I nonni almeno sono saggi" disse lui ridacchiando seguito poi da me.
"Sono state le settimane più belle della mia vita, sappilo, mi sono divertita un mondo con te" risposi sciogliendo lentamente l'abbraccio e fissandolo negli occhi.
"E lo stesso vale per me, mia piccola Mad'moiselle" disse lui sorridendomi.

"Adesso meglio che vada, dimmi quando ritornerai in Italia così ti saluto per bene" rispose lui mentre scendeva le scale sefuito da me.
"Va bene, non so come ringraziarti" dissi io sorridendogli mentre gli aprivo la porta di ingresso.
"Non ringraziarmi Mad'moiselle ho fatto solo il gentiluomo" rispose Lorenzo sorridente come sempre.
Io ricambiai il sorriso e poi si allontanò e io mi chiusi la porta alle spalle con il solito sorriso sulle labbra.

Solo dopo mi ricordai del pacco che avevo ricevuto quel giorno e andai subito a prenderlo.

Lo inserì nella televisione e partì una canzone... ed era Thomas che la cantava a cappella.
Sorrisi sentendo di nuovo quella dolce voce che amavo così tanto mentre qualche lacrima rigava il mio viso.
Non appena finì di cantare, iniziò a parlare.

"Non so dove tu sarai, o meglio, non lo so adesso dato che sono le tre di notte e sono appena tornato dall'ospedale dopo che mi avevi detto che saresti partita. Sara, amore mio, hai ragione, è stata solo colpa mia, tutto quanto, forse avevi ragione tu... non dovevamo tornare insieme, dovevamo tener duro e sopprimere il nostro amore... Sara... mi dispiace per tutto il male che ti ho causato, per il dolore che ti ho creato, per aver perso l'unica piccola parte di felicità che cresceva dentro di te lentamente, scusami sara...
Quindi adesso vivi la tua vita, ovunque tu andrai, con qualcuno sicuramente migliore di me... che sappia darti tutta quella felicità che io non ho saputo donarti... Scusami Sara, non meritavi tutto questo male e dolore, non te lo meritavi. Io ti amo Sara... anche se sono un disastro come ragazzo, prima ancora amico, e poi come padre.
Scusami sara...
~E scusa se ti ho deluso un po' ...~"


SPAZIO AUTRICE :
No no no fermi fermi non è successo nulla state calmi 😌.
L'ultima frase vi ricorda qualcosa di qualche canzone nella didascalia di questa storia? Eh eh ?😏😏.
State calmi che tutto si risolverà.
Ho il dispiacere di annunciarci (per voi credo) che mancano 2 o 3 capitoli alla fine della storia😂.
Ma state calmi che non mi toglierete di mezzo così facilmente 😈.
Detto questo.
Ve saluto e ve ringrazio *e scusatemi per il capitolo corto ma non potevo aggiungere altre cose altrimenti sarebbe stato troppo lungo hihihi, al prossimo capitoloo*
-Clelia💜





Just you. ||Thomas Bocchimpani|| #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora