Capitolo 34

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[1 settimana dopo]
Passò una settimana.
Io e Thomas sembravamo due sposini.
Io mi svegliavo, gli preparavo la colazione, il pranzo, la cena e poi tanto tanto amore per noi due.
Sembravamo marito e moglie.
In televisione continuavano a fare appelli per noi per invitarci a ritornare a casa o a chiedere aiuto.
E continuavano a crescere le accuse che mandava Lucas a Thomas di avermi sequestrato o rapito.

Io non avevo nessuna intenzione di ritornare a casa.
Però da un lato mi sentivo proprio in colpa.
Mi sentivo un'egoista.
I miei genitori, mio fratello, la mia famiglia, stava così male per la mia scomparsa.
E la famiglia di Thomas pure.
E Thomas era rimasto con me in quella baita solo perché non voleva perdermi e perché mi amava.
E magari sarebbe finito anche nei guai per me.

"Ei, a cosa pensi rossa sedicenne?" mi chiese mentre eravamo distesi sul divano dopo aver fatto l'amore e giocherellava con una mia ciocca di capelli.
Io sorrisi dopo quel nomignolo.
Mi ricordai di quando me lo affibbiarono per la prima volta nella scuola di Amici.
"A noi" risposi semplicemente mentre mi accovacciavo nel suo petto che adoravo.
"Ah si?" chiese lui con la voce roca mentre mi dava un bacio sulle labbra.
"Mmh, si" risposi mentre avevo le labbra premute sulle sue.
"Sara, sei troppo importante per me" disse lui poi ritornando serio e fissandomi profondamente nei miei occhi.
"Anche tu lo sei" risposi io.

Poi ci alzammo e ci vestimmo.
Mentre io mi mettevo i pantaloncini bussarono alla porta abbastanza violentemente.
Io e Thomas ci guardammo negli occhi sbiancando.
"Thom...!" dissi con un filo di voce.
"Sta calma... finisci di vestirti, ci penso io" rispose lui cercando di tranquillizzarmi.

Subito indossai una maglietta sua larga bianca e andai sul ciglio delle scale per vedere a chi Thomas avesse aperto.
"Salve" sentì dire da Thomas.
"Thomas Bocchimpani?" chiese una voce maschile.
Scesi qualche gradino più in basso oer vedere chi fosse.
Era un poliziotto!.

No! No ti prego no!.

"Abbiamo una denuncia per sequestro di persona, e anche un mandato di perquisizione" rispose l'agente.
"Io non ho rapito nessuno" disse Thomas.
"Questo lo vedremo" rispose il poliziotto entrando e iniziando a guardarsi ovunque per cercarmi, credo.

Io subito scattai all'impiedi e mi chiusi nella stanza da letto.
"Posso sapere chi mi ha accusato?" sentì chiedere da Thomas.
"Questo non le riguarda" rispose il poliziotto.

Sentì i passi salire e il mio cuore iniziò a battere fortissimo.
Mi feci piccola in un angolino della stanza.

Chiusi gli occhi sperando di risvegliarmi da un brutto sogno.
Ma non fu così.

Sentì la maniglia della porta girare per poi aprirsi lentamente.
"Oh, eccola qui" disse il poliziotto venendo verso di me.
Io tremavo dalla paura.
"Sara Neri" aggiunse dopo prendendomi per un braccio e portandomi fuori dalla stanza.
"Non la tocchi!" disse Thomas alzando il tono di voce e venendo verso di me.
"Lei è in arresto per tentato sequestro di persona." rispose il poliziotto tirando fuori le manette.
"No no non è così!" continuavo a dire.
"Si fermi! Non mi ha sequestrato e nemmeno rapito! Siamo solo scappati di casa" aggiunsi.
"Signorina, i vestiti laggiù per terra indicano anche un tentato stupro! Non aggravi le cose più del dovuto. Ci sono accuse abbastanza pesanti e anche con prove, io faccio solo ciò che dice la legge" rispose il poliziotto chiudendo le manette attorno ai polsi di Thomas che erano dietro la sua schiena.
"No la prego non lo porti via!" urlai io con le lacrime agli occhi.
"Sara, sta tranquilla... sarà un malinteso... troverò chi è stato ad accusarmi e gliela farò pagare!" disse Thomas cercando di rassicurarmi.

Il poliziotto intanto prendeva i miei indumenti intimi e li metteva dentro un sacchetto di plastica trasparente.
"Thomas... non riesco a pensare ciò che ti faranno" risposi io singhiozzando.
"Stai calma, uscirò presto, aspettami" disse lui avvicinando il suo viso e baciandomi.
"Ti aspetterei per tutta la vita" risposi io singhiozzando.
Poi lo strattonarono fino all'auto della polizia e lo fecero entrare.
Subito dopo arrivò un'altra macchina con un altro agente e presero anche me per portarmi al suo interno e poi le due auto partirono contemporaneamente.

Io ero in un'auto a singhiozzare e Thomas era nell'altra con una colpa che nemmeno aveva commesso.

Arrivammo a Vicenza, nella nostra città.
Vidi l'auto di Thomas svoltare l'angolo verso il carcere e poi quella mia, andare dalla parte opposta e le mie lacrime iniziarono a scendere sempre più velocemente.

Perché la felicità durava così poco?.

Una volta arrivati di fronte casa mia, l'agente mi fece scendere dalla macchina per poi bussare alla porta di casa mia.
Aprì mia madre che non appena mi vide sbarrò gli occhi e scoppiò a piangere.
"Oh, Dio, Dio grazie!" disse per poi abbracciarmi forte.
"Bene, il mio lavoro qui è finito, arrivederci" disse l'agente per poi andare via.

Entrammo in casa e come prima che scappassi, un velo di tristezza si abbattè su di me.
Mia madre e mio padre non facevano altro che abbracciarmi e a dirmi quanto gli ero mancata.
Io non dicevo nulla, fissavo solo il vuoto e pensavo a Thomas.
"S...Sara...sei tu?" mi chiese una voce maschile singhiozzante.
Mi girai e vidi Mark con le lacrime agli occhi.
"Si campione, sono proprio io" risposi con la voce tremante.
Mio fratello corse subito verso di me e mi abbracciò forte.

Solo Mark mi mancava in quei giorni.
Forse perché sapeva benissimo quanto avessi amato Thomas.
Sapeva che io amavo solo lui.
E mi capiva benissimo.

"Mi sei mancata tantissimo" disse mentre piangeva.
"Anche tu, tantissimo, adesso sono qui" risposi stringendolo forte.
Poi ci staccammo e ci sorridemmo.
"Tesoro...Lucas non ha fatto altro che chiamare qui a vedere se eri tornata, è... è stato davvero carino" disse mia madre titubante.
Io diventai di sasso e mi girai a scatto verso di lei.
"Mamma, di Lucas non mi è mai importato niente, siete stati voi a farmi mettere con lui solo perché piaceva a voi, io amo e continuo ad amare Thomas e sono sicuro che è stato proprio lui a tirare tutte quelle accuse verso Thomas ed è solo colpa sua se adesso Thomas si ritrova in una cella fredda con una colpa che nemmemo ha commesso. Non voglio più rivedere Lucas e preferisco lavorare sulla mia musica o da sola o con le persone con cui deciderò io. Grazie." sbottai innervosita e andai subito verso la mia stanza.

Non appena rividi tutte quelle foto attaccate al muro scoppiai in lacrime.
Mi buttai sul letto a singhiozzare.

Gliel'avrei fatta pagare davvero cara a Lucas.
L'avrei incastrato con le prove false con cui aveva accusato ingiustamente Thomas.
L'avrei fatto.
Fosse stata l'ultima cosa che avrei fatto.

SPAZIO AUTRICE :
*prende scudo e cerca di proteggersi*

Okay, non mi assalite, ma state tranquilla che il karma farà il suo dovere in questa storia😌.
Vi è piaciuta questo capitolo nonostante vi abbia cresto (sicuramente) gli istinti omicidi?😂.
Fatemelo sapere, e niente, ve saluto e ve ringrazio.
-Clelia💜

Just you. ||Thomas Bocchimpani|| #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora