Capitolo 45

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POVS SARA :

Mi svegliai come se fossi tutta sottosopra.

Ero in ospedale.

Sentivo Thomas urlare qualcosa da fuori la mia stanza.
Mi ero appena svegliata e ancora sentivo tutto quanto attorno a me ovattato.
Cercai di mettermi sul letto a mezzo busto ma sentì una fitta fortissima per tutta la pancia e pensai seriamente che la mia pancia si fosse aperta in due dal dolore.
Tirai un urlo fortissimo e scoppiai a piangere.
Immediatamente la porta si spalancò facendo entrare Thomas con i dottori insieme a Riccardo con Federica e i miei genitori con Mark.

"Sara!" disse Thomas prendendomi la mano mentre io avevo gli occhi chiusi con forza per il dolore lancinante.
"Signori vi prego uscite tutti quanti" dissero i dottori quasi cacciando tutti quanti.

Dopo vari controlli i dottori se ne andarono lasciandomi da sola in quella stanza con la testa un pallone.

E mio figlio?.
Cosa era successo?.
Perché ero su di un letto di ospedale?.

Dopo un po' di minuti bussarono alla porta ed entrò Thomas con una faccia sconvolta.
"Thom" dissi io guardandolo meglio.
"Sara... i...io" rispose ma si fermò iniziando a singhiozzare.
"Thomas dimmi che non è ciò che penso" dissi io allarmandomi.
Lui non disse nulla.
Migliaia di lacrime rigavano le sue guance mentre aveva uno sguardo da cane bastonato verso il pavimento.
"L'...l'ho perso?" chiesi ancora una volta.

Thomas non rispondeva.

No non poteva essere.
No non ci credevo.

"Thomas guardami negli occhi!" dissi alzando il tono facendogli alzare di scatto il suo viso bagnato di lacrime.
"Si Sara! Okay? Abbiamo perso nostro figlio! Non saremo più genitori! E tutto questo per colpa mia! Sono stato io a non guardare la strada ieri sera! È solo colpa mia se adesso non abbiamo più un figlio da amare! È solo colpa mia!" rispose deciso mentre piangeva come un disperato e dava pugni sul materasso dalla parte libera e non occupata da me.

Io non dissi niente.
Sbarrai gli occhi che improvvisamente iniziarono a fissare il vuoto.

L'avevo perso.

"Sara... ti prego dì qualcosa" disse Thomas singhiozzando.
"Thom... ti prego, voglio stare da sola..." risposi con la voce tremante.

Lui non se lo fece ripetere due volte che si allontanò lentamente dalla stanza come un cane bastonato.
Io mi feci piccola fra le coperte di quel letto d'ospedale e mi girai su di un fianco accovacciandomi al cuscino come se avessi paura del mondo intero.

Era davvero come diceva Thomas?.
Che era colpa sua?.

Dopo quella notizia la mia testa era davvero un caos totale.
Non riuscivo a pensare a niente che non si complicasse immediatamente nella mia mente.

Dopo qualche ora a fissare il vuoto sotto le coperte la porta dell'ospedale si aprì ed entrò mia madre.
Si vedeva da lontano un miglio che era devastata, ma nascondeva quel suo stato d'animo con un sorrisone che sembrava stesse per morire e trasformarsi in un pianto disperato da un momento all'altro.

"Tesoro mio" disse con un filo di voce sorridente mentre si avvicinava al mio letto.
"Mamma" risposi io con la voce tremante e abbracciandomela forte per poi scoppiare in un pianto straziante.
"Ssh è tutto apposto, va tutto bene" disse lei cercando di calmarmi accarezzandomi la schiena mentre io singhiozzavo perdendo quasi il respiro.

Sciogliemmo l'abbraccio e lei mi asciugò le lacrime mentre mi sorrideva per tranquillizzarmi.
"Mamma... voglio andarmene da qui..." dissi con un filo di voce tirando su col naso.

Lei mi guardò seria.
"Vuoi ritornare in America non è vero?" mi chiese con fare ovvio.
Io annuì con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime.
"Va bene cara... penso che staccare la spina un po' da tutto e da tutti ti farà bene" mi rispose lei sorridendomi innocentemente.

"Però non dire niente a Thomas o agli altri, dillo solo a papá e a Mark quando saremo a casa, anzi, lo dirò io" dissi io assecondandola.
"Come vuoi tu cara" rispose dandomi un bacio sulla fronte e andando via dalla stanza.

Per fortuna dopo qualche ora a fare esami su esami i medici decisero di dimettermi anche se mi avvertirono che potevo avere anche qualche leggera fitta.
Thomas era rimasto tutto il tempo fuori dalla sala d'aspetto.

Non avevo voglia di vederlo per quel momento.
Mi avevano toccata a pieno quelle parole dette con tanta violenza che mi avevano lasciato proprio col dubbio che magari fosse stato davvero lui a uccidere mio figlio.

Uscì lentamente dalla mia stanza e non appena mi vide scattò subito all'inpiedi.
"Ti aspettiamo in macchina" disse mia madre che era accanto a me con tutta la mia roba dentro il borsone che teneva lei.
"Va bene" risposi gettando il mio sguardo verso di lei per poi riposarlo di nuovo su Thomas.

"Thom..." dissi ma fui interrotta da un contatto inaspettato con le sue labbra.

Quel bacio mi fece sciogliere in tutti i sensi.

I miei occhi si gonfiarono di lacrime e dopo aver sciolto il bacio diventarono sempre più lucidi.
"Sara... mi sento così in colpa..." disse Thomas abbassando lo sguardo.
"Thomas ho intenzione di andarmene" risposi io tutto d'un fiato.

Era meglio finire tutto quanto con un litigio così dalla rabbia Thomas sicuramente mi avrebbe evitato e avrebbe voluto non vedermi più.

"Ma si certo, adesso andiamo tutti via da questo ospedale" disse lui titubante.
Io sorrisi leggermente innocentemente.
"No non mi hai capito" risposi tornando seria.
"Voglio andarmene via da qui, da questa città, da questo paese" continuai con la voce tremante.
"Thoma non voglio più farmi male" aggiunsi con una lacrima che scese dalla mia guancia destra.
"Sara..." rispose Thomas sbarrando gli occhi.
"H...hai ragione... è stata solo colpa mia e... ed è ovvio che adesso vorrai stare lontana da me per un po'... o per sempre..." aggiunse abbassando lo sguardo e trattenendo dei singhiozzi abbastanza ovvi.
"Thomas... se me ne andrò, non voglio che tu abbia pesi sulla coscienza,non è stata colpa tua, non è stata colpa di nessuno, voglio andarmene perché con te non ho fatto altro che farmi male" rispose rimanendo leggermente scioccata dalla cazzata colossale che sparai sull'ultima frase.
"V... va bene Sara... hai pienamente ragione..." disse lui tirando su col naso e alzando il suo sguardo verso il mio viso ormai rigato dalle lacrime.
"Allora... addio" aggiunse avvicinandosi a me lentamente.
Io rimasi impassibile, di sasso.

Aspettai il contatto con le sue labbra per dare vita ad un bacio casto, pieno di tristezza ma anche di amore, quel poco amore che c'era rimasto dopo la perdita di un figlio.

"Ti amo, ti ho sempre amato" disse ancora lui sciogliendo il bacio e rimanendo a un millimetro di distanza dal mio viso.
"A...Addio Thomas" risposi singhiozzando con la voce tremante mentre mi girai per dargli le spalle e avviandomi verso l'uscita di quell'ospedale.

Era davvero finita fra me e Thomas?.
Non si capisce il vero vuoto e il vero dolore quando si perde un figlio se non lo vivi sul serio.



SPAZIO AUTRICE :
*si prepara di nuovo lo scudo per proteggersi dagli attacchi dei suoi lettori*

ALLORA ALLORA ALLORA.
NO, LA STORIA NON È FINITA OKAY?
ma mancano davvero pochissimi capitoli alla fine lol 😂.

Vi prego non odiatemi😂.
Okay, lo so, sono incoerente, avevo detto che capitoli "deprimenti" non ce ne sarebbero stati più, ma lol ho cambiato idea 😂😂😂😂 (sono bastarda lo so).
Spero vi sia piaciuto ugualmente il capitolo😂.
E niente.
Ve saluto e ve ringrazio.
Ciau
-Clelia💜

Just you. ||Thomas Bocchimpani|| #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora