Capitolo 28

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Dal capitolo precedente :

Lui era proprio lì,davanti a me, che mi stringeva le mani, speranzoso e attendendo la mia risposta.
Ma io non sapevo cosa rispondere...

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"Allora?..." mi chiese lui titubante.
Io continuavo a fissarlo nei suoi occhi.
Potevo leggere la sua disperazione nell'attendere una risposta e mi fece tenerezza in quel momento.
"L...Lucas" risposi io.
I suoi occhi si illuminarono.
Io annuì e lui mi prese in braccio e mi fece girare.
Io sorrisi incredula alla mia stessa risposta.
"Mi hai reso la persona più felice della Terra!" disse poi sorridendo e mettendomi giù.
Io sorrisi debolmente e poi il suo viso si avvicinò sempre più al mio mirando verso le mie labbra.
E poi mi baciò.
Poi ci staccammo.

Io mi sentivo sempre più uno schifo.
Lucas era felicissimo.
Si vedeva.
E io lo stavo solo illudendo.
Mi facevo davvero schifo.
Ero una persona orribile.

"Dai... andiamo a dormire adesso" dissi io sorridendogli.
Lui annuì e andammo a dormire.
Senza volerlo mi misi dalla parte di schiena.
Lui si avvicinò e mi avvolse nelle sue braccia.
Aveva una mano sul mio interno coscia e una sotto il mio corpo.
"Buonanotte" mi sussurrò in un orecchio.
"Notte" fu l'unica cosa che riuscì a dire.

Ero praticamente attaccata a lui.

E mi sentivo male.
Davvero male.
Perché io non lo amavo.
Ma dovevo starci.

Chiusi gli occhi cercando di dormire ma non ci riuscì.
Rimasi sveglia tutta la notte.

Dopo ore di insonnia, mi alzai lentamente cercando di non svegliarlo togliendo lentamente le sue mani su di me e poi andai nella verandina di casa mia con addosso una felpona enorme sempre di Thomas.

Amavo i suoi vestiti.

Mi feci piccola in quell'unico indumento che mi ricordava lui e annusai profondamente il suo profumo che ancora era rimasto.
Migliaia di brividi mi salirono per tutto il corpo e le lacrime salirono dai miei occhi per poi scendere lungo le mie lacrime.
Trattenni i singhiozzi dato che era mattina presto e non volevo svegliare nessuno.

Mi sentivo davvero male.

Mio fratello era in ospedale.
Mia sorella non voleva svegliarsi.
Mi sono messa con una persona che non amo. E non c'è male peggiore.
E infine, l'unica persona che volevo accanto, l'avevo persa per me.

Tutto stava andando a rotoli.
Ma perché?.
Cosa avevo fatto di male per meritarmi tutto questo male e dolore?.

Guardai l'ora sul cellulare.
05.30
Mi scappò un sorriso quando mi ricordai di quella volta in cui feci colazione con Thomas.
Nessuno dei due riusciva a dormire, forse per l'ansia di vederci, eravamo così spensierati.
In quel giorno gli dissi anche che sarei partita per le audizioni di Amici, ma lui non lo sapeva.
E pensare che erano passati mesi e mesi da quella volta.
E io ancora me lo ricordavo.
Chissà se lui se ne ricordava pure.

Non sapevo il perché, ma istintivamente mi alzai, rientrai in casa, indossai dei jeans e poi uscì di casa con addosso ancora la sua felpa e andai nel bar dove ci incontrammo quella mattina.

Forse perché speravo di incontrarlo.
"Che cosa stupida" pensai.

Ma ormai stavo camminando, e nessuno poteva fermarmi.
Arrivai nel bar, mi guardai attorno... ma lui non c'era.

Ovvio, ero stata una stupida a pensare di trovarlo.
Uscì da quel bar e mi derisi per la mia stupiditá.
Piano piano le risatine si trasformarono in singhiozzi fino a diventare lacrime che scendevano per la milionesima volta dalle mie guance.

Proprio mentre camminavo per ritornare a casa, iniziò a piovere.

Luglio o Dicembre?

Ma non mi importava della pioggia, non mi toccava minimamente nemmeno se ero fradicia.
Camminavo come se nulla fosse.
Mi alzai il cappuccio della felpa enorme e mi feci piccola in essa.
Mi nascosi le mie piccole e fredde mani nelle tasche che aveva ai lati quell'indumento che mi ricordava così tanto Thomas.
Il mio trucco poi stava colando proprio come la mia vita che mi stava scivolando via piano piano.
Ritornai in casa che ormai erano circa le 7 del mattino.

Tremavo.
Ma non dal freddo, beh, quello si, anche.
Ma tremavo dalla rabbia che avevo addosso per come non eravamo riusciti a tenerci né io né Thomas, l'un l'altro.
Tremavo dalla paura, dalla paura di rimanere sola.
Semplicemente tremavo.

Non appena mi chiusi dentro, un rumore di passi svelti venne verso di me.
"Santo cielo Sara! Stavo per chiamare la polizia! Che ti è successo! Sei tutta bagnata e stai pure tremando! Ma che ti è saltato in mente!" disse Lucas impanicato.
"S...sta tranquillo, s...sto bene, va...do sotto la doccia" risposi con le mie labbra che tremavano per il freddo.
Salì subito le scale e mi fiondai sotto la doccia con l'acqua bollente.

Le mie lacrime fredde e salate si mischiavano con l'acqua calda della doccia e mi davano un senso di conforto, non so come.

"Come può una semplice ragazza di 17 anni, provare così tanto dolore?"
continuavo a ripetermi nella mia testa torturandomela.
Uscì dopo una buona mezz'oretta e mi vestì con una maglietta nera larga a maniche a tre quarti e poi dei leggins dello stesso colore.

Scesi lentamente le scale e non appena feci l'ultimo gradino fui avvolta da delle braccia.
"Mi sono preoccupato da morire" disse Lucas stringendomi forte.
"Non importa, sto benone, ho solo voluto fare una passeggiata mattutina" risposi io staccandomi da quelle braccia che mi laceravano con i sensi di colpa da dentro.
"Vieni, ti ho preparato la colazione" disse prendendomi una mano e portandomi in cucina.
"Oh ma non dovevi" risposi io sorridendogli dolcemente.
"Per la ragazza che amo, questo e altro" disse Lucas avvicinandosi a me per poi darmi un bacio sulle labbra.

Io rimasi di sasso non appena disse quella frase.
Ci staccammo e subito mi sedetti sul tavolo coprendomi il viso con una mano sulla fronte mentre con l'altra tenevo la forchetta con infilato un pezzo di pancake.
"Sara tutto bene?" mi chiese lui confuso.
Io alzai leggermente lo sguardo.
"Si, va tutto benone" risposi io.
"Oggi tornano i tuoi genitori, giusto?" mi chiese poi.
Io annuì mentre mi versavo un po' di succo d'arancia nel bicchiere.
"Allora non appena tornano gli diremo della fantastica notizia!" disse riferendosi al nostro fidanzamento.

Per poco non mi andò il succo di traverso.
"Sei sicuro?" gli chiesi cercando di nascondere la voce strozzata.
"Ma certo, tutti lo dovranno sapere, e non appena faremo la prima conferenza del disco, lo diremo anche alla TV" rispose lui contento.
"Lucas... non ti sembra di correre un po' troppo?" gli chiesi titubante.
"Ma il disco uscirà solo fra 3 settimane" rispose lui guardandomi meglio.
Io sospirai e bevvi un altro sorso di succo.
"Ah, dimenticavo, stasera ci sarà anche mia sorella, ha più o meno la tua età e ci fará conoscere a tutta la famiglia il suo nuovo ragazzo...ma non ho la più pallida idea chi potrebbe nai essere" disse sedendosi di fronte a me e sospirando.
"Oh, okay, non sapevo avessi una sorella" risposi mentre posavo il bicchiere sopra al tavolo e abbassando lo sguardo sui miei pancake
Ci fu un'attimo di silenzio.
Alzai leggermente lo sguardo verso Lucas e notai che era fisso a guardarmi nei miei occhi.
"Perché mi guardi così?" chiesi ridacchiando per il suo modo buffo di guardarmi.
"Perché hai degli occhi stupendi... e lo sei anche tu" rispose sorridendo.
Io sorrisi debolmente e ritornai a fissare il mio piatto.

Quanto potevo essere crudele?.
Che persona orribile che ero diventata.
Con che coraggio potevo illudere un ragazzo così dolce come Lucas?.
Ma io non lo amavo.
Cosa potevo farci se ancora la mia testa e il mio cuore erano collegati come un filo a Thomas?

SPAZIO AUTRICE :
È esattamente l'01:11 quando ho finito di scrivere questo capitolo.
Ovviamente io e l'insonnia siamo amiche per la pelle 😂😂.
Mi sento come Babbo Natale, che mentre tutti dormono, arriva lui e mette i regali di nascosto sotto l'albero.

*Okay Clelia, adesso mi spieghi perché a Luglio, con un caldo che si muore, tu pensi a Babbo Natale?*

Oddio basta, piccoli deliri notturni😅.
Voi come state? Tutto bene?.
Vi è piaciuto il capitolo?
Cosa ne pensate di Lucas?.
Fatemelo sapere commentando e niente, io cerco di dormire 😅😂.
Ciauuu
-Clelia💜

Just you. ||Thomas Bocchimpani|| #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora