Capitolo 16

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Potrò mai perdonarlo....

➰➰➰

Mi sveglio con i raggi del sole che mi colpiscono la faccia.

Tra le braccia stringo ancora la minuscola figura di Rebeca e per la prima volta guardandomi intorno non vedo solo il buio persistente.

I ricordi di ieri sera mi assalgono facendomi sentire un peso all'altezza del petto mentre delle piccole lacrime si stanno formando ai lati dei miei occhi.

Perché Nathan avrebbe mai baciato una donna dopo aver detto di aver trovato la sua compagna?

Forse io non gli basto, forse preferisce una donna con delle curve grandi e non una piatta come me, forse preferisce una donna più matura che abbia qualche esperienza o forse vuole una compagna che non sia un'omega e quindi che provi i suoi stessi sentimenti.

Magari vuole una donna che gli dica quel "ti amo" che lui tanto voleva sentire.

Se non sono abbastanza per il mio compagno potrò mai andare bene per una famiglia così numerosa e meravigliosa come la mia?

Non sono più sicura che sia giusto pensare ad un futuro con Nat, non penso che lui mi voglia ancora tra i piedi dopo lo spettacolino alquanto osceno di ieri.

Vedo una massa di ricci muoversi vicino a me e poco dopo i grandi occhi marroni, simili a quelli di Nat, appaiono ancora mezzi chiusi per il sonno.

-buongiorno- dice la bambina accanto a me mentre si strofina gli occhi con il dorso della mano destra

-giorno a te- le dico di rimando

-ho fame, andiamo a mangiare?- chiede la cucciola con la sua tenera voce

-certo, andiamo- le rispondo alzandomi dal letto seguita da Rebeca

Prendo la piccola manina della bambina e mi incammino verso la sala pranzo.

Per i corridoi un silenzio assordante regna facendomi capire che saranno già tutti a mangiare.

Una volta arrivati davanti alla porta prendo un grande respiro e, con le mani tremanti, la apro quel che basta per far entrare me e la bambina dentro.

Una volta entrate vedo che tutte le teste sono girate verso di noi ma il mio sguardo subito si va a scontrare contro quello di Nathan.

Vedo che mi sorride come se ieri lui non mi avesse tradita.

Non riesco a sostenere il suo sguardo quindi lo abbasso subito e in fretta e furia lascio la mano della bambina ed esco da quella stanza in cui mi sentivo soffocate.

Corro nella camera degli ospiti e chiudo la porta con un tonfo dietro di me.

Sento il cuore battere a mille ed il respiro è affannato.

-posso entrare, sono Lorenzo...- sento dire da una voce dietro alla porta

Con le mani tremanti abbasso la maniglia aprendo la porta lentamente facendo sbucare la testa di un Lorenzo preoccupato.

Hope in myself:emerald Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora