Capitolo Sesto: Camomilla

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Quella sera, quando Ryley tornò nel mini market, lo aspettava quella che definì la visione più dolce della sua vita.

ShouGi giaceva con le braccia incrociate sul bancone e la testa di lato appoggiata su di esse a mo' di cuscino. I suoi occhi erano chiusi ed il respiro più pesante e regolare del solito. Portava ancora le cuffie da cui giungeva un suono soffuso e un libro chiuso era poggiato al suo fianco.

Ryley non sapeva decidere se aveva più voglia di accarezzarlo o ammirarlo per sempre, ma per evitare di svegliarlo scelse la seconda.

Si avvicinò al ragazzo e lo osservò da vicino. Non aveva mai visto un'espressione così rilassata sul suo volto e le lunghe ciglia così femminili gli donavano un'aria quasi graziosa mentre riposava. Ryley si sorprese ancora una volta di come quel ragazzo rappresentasse l'impersonificazione della contraddizione.

Come d'istinto si avvicinò di più alla testa del ragazzo dormiente e cercò di catturare l'odore dei suoi capelli. Non avrebbe saputo definirlo, non era mai stato bravo a riconoscere gli odori, ma sapeva di un miscuglio tra frutta dolce e caffè che lo fece impazzire.

Si allontanò dopo un paio di minuti e osservò il libro al suo fianco curioso di scoprire i gusti dell'altro.

"Demian- Hermann Hesse"

Il libro era piuttosto famoso, un classico inglese, ma non l'aveva mai nemmeno sfiorato l'idea di leggerlo.

Ryley era più tipo da poesia, racconti sfumati di rosa e di grandi esperienze giovanili, l'ultimo libro che aveva letto era "Noi siamo infinito" e non se n'era pentito nemmeno quando il suo compagno di banco l'aveva additato come un libro da ragazzine.

Si appuntò comunque mentalmente il titolo, gli avrebbe sicuramente dato un'occhiata giusto per saperne un po' di più su ShouGi e poi la sua attenzione venne attirata dai suoi soffusi che giungevano dalle cuffie.

Sapeva di star rischiando, ma oltre ad essere un gran romantico Ryley era anche un gran curiosone e non resistette allo sfilare lentamente una cuffietta per portarsela all'orecchio.

Dalla cuffia giungeva alle sui orecchie una base piuttosto ritmata e soffusa, la voce del cantante era chiara e per il genere Ryley avrebbe affermato il rap. Non era sicuro di cosa il cantante stesse dicendo, di sicuro non era nella sua lingua, avrebbe al massimo azzardato giapponese o coreano forse, ma da come gli giungevano le parole doveva avere un significato sofferto.

A quel punto, quando non c'era più niente da scoprire, Ryley iniziò a sfilarsi la cuffia ma si paralizzò quando notò che l'altro aveva aperto gli occhi.

ShouGi non collegò subito cosa stava accadendo, era ancora troppo intontito dal sonno, ma quando si accorse di chi aveva davanti così vicino fece uno scatto all'indietro sedendosi composto sulla sedia.

In quel momento si accorse che l'altro aveva lasciato andare una delle sue cuffiette.

Subito si avvicinò all'altro ragazzo prendendolo per il colletto del maglione e tirandoselo verso di sé. Solo il bancone divideva il ragazzo furioso da quello spaventato.

"Cosa cazzo pensavi di fare?"

"Volevo solo sentire cosa stavi ascoltando"

Il tono insicuro del ragazzo e il suo sguardo terrorizzato gli fecero mollare la presa.
Passarono giusto una decina di secondi prima che ShouGi sospirasse e si aggiustasse sullo sgabello.

"Paga quello che devi pagare e sparisci"

Ryley allungò una confezione di camomilla e l'importo già esatto che doveva pagare, poi senza aspettare nemmeno un secondo uscì dal market.

ShouGi si passò una mano tra i capelli. Quel ragazzo era davvero invadente e fastidioso, sperava solo che gli stesse alla larga.

Ryley intanto, rosso in volto, correva verso casa. Non poteva credere che l'unica cosa che era riuscita a superare il terrore fosse l'eccitazione e si vergognava come un ladro.

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