Capitolo Ventunesimo: Vestiti

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La sera dello stesso giorno, un Ryley a pezzi e con le guance ancora rigate di lacrime, si lasciò cadere sul divano dell'appartamento di una persona che ormai conosceva fin troppo bene.

"Dovresti andarti a sdraiare a letto, dormire sul divano non ti gioverà in alcun mondo"

ShouGi rimuoveva tranquillamente la propria giacca e le proprie scarpe mentre parlava.

"Mi piacerebbe, ma devo ancora chiamare i miei genitori. L'appartamento era a carico loro e non so davvero cosa dirgli"

Ryley, decidendo di fregasene almeno per quel giorno delle buone maniere, tolse velocemente le scarpe di dosso, lasciandole cadere sparse ai piedi del divano e ritirò le proprie gambe al petto, in una posizione che lo faceva sentire decisamente più sicuro.

La giornata, dopo l'incidente, era stata terribilmente lunga e frustrante dal punto di vista emotivo. Aveva passato ore tra le scartoffie di polizia e vigili del fuoco, raccontando e ripetendo più volte di non aver idea di come fosse stato appiccato l'incendio. Fortunatamente, ShouGi era stato tanto gentile da prendersi cura di lui durante tutta la giornata ed aiutarlo con la pila di fogli con cui si era dovuto confrontare.

Alla fine, prima che lo lasciassero andare, arrivò l'informazione su come fosse scattato l'incendio e Ryley non si era mai sentito tanto stupido.

Un semplice hamburger congelato, nell'olio bollente della padella doveva aver creato una fiammata che aveva incendiato lo straccio da cucina di Ryley e da lì, il fuoco si era espanso a macchia d'olio.

Quando il fuoco fu finalmente domato, dell'appartamento di Ryley rimanevano solo la camera da letto e il bagno. Inutile dire che sarebbe servito qualche lavoretto di ristrutturazione prima che fosse nuovamente abitabile.

Se non altro, alcuni pompieri erano stati tanto gentili da portargli un sacchetto con qualche vestito, direttamente dal suo armadio. Ryley non li avrebbe mai ringraziarti abbastanza.

Così come ShouGi, che appena aveva appreso della condizione dell'appartamento del più basso, aveva subito proposto che stesse da lui per qualche tempo.

"Se l'appartamento era a nome loro, allora saranno già stati notificati. Ma dovresti chiamarli comunque"

ShouGi si lasciò cadere sul divano affianco alla palla umana che era diventato Ryley, solo per tirarlo tra le proprie braccia.

Ryley, lasciandosi scivolare velocemente addosso la sorpresa per quel gesto, si accoccolò meglio contro il petto del corvino.

"Sì, dovrei"

Poi si lasciò sfuggire uno sbadiglio. Ryley, in quel momento non aveva bisogno di sentire le voci probabilmente preoccupate e deluse dei genitori. Aveva solo bisogno di sentirsi al sicuro ed essere confortato.

ShouGi se lo tirò ancora più vicino. Si sentiva terribilmente dispiaciuto per il castano, dopo essergli stato intorno tutto il giorno ed aver asciugato milioni delle sue lacrime, ormai sentiva di essergli piuttosto vicino.

Ovviamente non avrebbe mai permesso che Ryley stesse in un hotel, quando poteva tranquillamente sfruttare il suo appartamento. Dopotutto apprezzava la presenza del castano e poi, non si sentiva in grado di lasciarlo solo dopo quell'estenuante giornata.

Era palese che il castano avesse bisogno di qualcuno che gli stesse accanto e ShouGi non aveva davvero alcun problema ad essere quel qualcuno.

"Che ne dici di farti una doccia, mangiare qualcosa e chiamarli prima di andare a letto?"

Ryley ci pensò sù. Prima chiamava e prima si toglieva quel peso dal petto, ma la proposta di ShouGi era così allettante e Ryley, dopo l'ennesimo sbadiglio, non potè fare altro che accettare.

"Va bene"

"Perfetto, vado a prenderti dei vestiti con cui poter stare comodo. Il bagno è la prima porta del corridoio"

Poi ShouGi sparì dietro una porta e Ryley si decise ad usare ciò che rimaneva della propria forza per avviarsi verso il bagno.

Una volta dentro, sfilò maglietta e pantaloni- che tra l'altro gli erano stati donati da un agente di polizia prima di portarlo in centrale- e si rese conto, di non avere idea di come si azionasse la doccia di quel bagno.

Mentre congelava vivo e cercava in tutti i modi di far partire quell'aggeggio infernale, fortunatamente, bussò alla porta ShouGi.

"Hey, i vestiti li lascio nello sgabello qui fuori. Se cerchi gli asciugamani, sono sotto il lavandino"

Ma Ryley, però, non gli diede il tempo di allontanarsi.

"ShouGi, scusa, ma non ho idea di come si attivi la doccia.."

Ryley, con i brividi a fior di pelle, era in piedi sul limitare della porta e dallo sguardo che stava donando a ShouGi, doveva sentirsi davvero in imbarazzo.

ShouGi decise di non approfittare della situazione e per la prima volta, fece finta di non notare le goti arrossate dell'altro ragazzo, quando lo superò entrando nella stanza.

"Colpa mia. Avrei dovuto dirtelo, è un po' difettosa. Basta dare un colpetto e.."

Ed a quel punto, la doccia cominciò a funzionare.

"G- grazie"

ShouGi sorrise al ragazzo tremolante davanti a lui, prima di spostarsi dall'ingresso della doccia.

"Dovere"

Ryley però, lo fermò prima che potesse uscire dal bagno, attirando, per l'ultima volta, l'attenzione del corvino su di sé.

"No, intendo.. Grazie di tutto"

E ShouGi mentirebbe se dicesse di non averlo trovato estremamente adorabile, nonostante gli occhi rossi e il segno delle lacrime sulle guance.

"Nessun problema, Ryley"

ShouGi passò velocemente una mano tra i capelli castani, scompigliandoli.

"Ah! E fammi sapere se ti serve compagnia qui dentrò"

Fece un'occhiolino scherzoso all'altro ragazzo, prima di chiudere la porta dietro di sé.

E Ryley, nonostante tutto, rise senza pensieri all'affermazione del ragazzo.
Era così felice che qualcuno riuscisse a farlo sentire in quella maniera, nonostante tutto i casini che gli erano capitati.

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